CapitaleMessina: Variante al Prg goccia nell’oceano. Quali legami col Piau?

La IV commissione consiliare ha esitato negativamente la Variante di Salvaguardia. “Il vecchio piano regolatore – ha detto il presidente di commissione, Maurizio Rella, era dimensionato per una città di 450mila abitanti, mentre oggi Messina ne ha 237mila”.

“Se ci sono 213 mila abitanti in meno rispetto alle previsioni – dice Pino Falzea, di Capitale Messina – il Piano Regolatore vigente è sovradimensionato di oltre 21 milioni di metri cubi (213 mila abitanti x 100 mc/abitante = 21 milioni 300mila mc). Quindi non ci pare che l’eliminazione dei 2,5 milioni di mc sia in realtà un grande risultato, visto che rimangono 18,8 milioni di mc circa non giustificati da alcuna necessità oggettiva, pronti ad "abbattersi" sul territorio messinese. Una scelta veramente coraggiosa, invece, per salvaguardare la città da ulteriori, inutili, aggressioni sarebbe stata l’azzeramento totale della edificabilità nelle aree di espansione e non delle sole aree caratterizzate da habitat prioritari nel piano di gestione della Zps o a rischio idrogeologico o a pericolo di frana. In aggiunta, non possiamo non stigmatizzare nelle parole del Dirigente comunale, la cattiva abitudine di ritenere le critiche nei riguardi dell’Amministrazione, come frutto di interessi oscuri e illegittimi”.

Capitale Messina se la prende anche con il dirigente Vincenzo Schiera, che aveva usato sarcasmo nei confronti dei critici e parlato di “interessi oscuri e illegittimi”. Già nel 1998, dopo l’adozione del Prg vigente, Falzea insieme ai colleghi presidenti dei diversi ordini professionali, aveva inviato all’assessore regionale al territorio e ambiente un documento nel quale si chiedeva di non approvare un piano regolatore errato.

Tornando alla attuale Variante di salvaguardia ambientale – prosegue Falzea – “non crediamo proprio che riportare su carta vincoli già esistenti (habitat prioritari) o cassare l’edificabilità in aree già estesamente costruite (zona Q) possa essere la soluzione ai problemi di governo del territorio di una Città Metropolitana, sulla quale rischiano di abbattersi quasi 19 milioni di nuovi mc, che non si è minimamente pensato di eliminare. E questi volumi in eccesso, dove “atterreranno”? La risposta la si trova, forse, nel Piano Innovativo in Ambito Urbano (Piau)? C’è un collegamento tra blocco delle attività edificatorie in alcune parti della città, mantenimento di un volume impressionante (circa 19 milioni di metri cubi) e Piau? E ci chiediamo anche se, nella zona “Q” citata da Schiera (frutto, tra l’altro, di una divisione in ambiti della Zona di Protezione Speciale arbitraria e riteniamo facilmente attaccabile in sede amministrativa), le lottizzazioni “importanti” anche per estensione non siano già state tutte approvate, con consistente consumo di nuovo suolo e pertanto il blocco delle edificabilità proposto sia inutile e dannoso, perché blocca solo i micro interventi in ambiti urbanizzati, che non pregiudicano gli equilibri ambientali ma costituiscono di contro ossigeno vitale per i piccoli operatori del settore dell’edilizia, colpiti da una crisi strutturale senza precedenti. Ci piacerebbe pure sapere se la Variante, anche ai fini di un rilancio del settore dell’edilizia e la conseguente ripresa dell’occupazione, preveda misure di incentivazione per la trasformazione e/o rigenerazione urbana o correttivi normativi che possano orientare l’impresa privata verso la eliminazione delle baracche in città, grande vergogna che ci portiamo dietro da un secolo. Per conoscere le risposte ai nostri quesiti, vista l’assurda secretazione di questo strumento urbanistico, non ci resta che attenderne il voto da parte del Consiglio Comunale, per poterlo poi studiare nel dettaglio, leggere tra le righe delle scelte operate, attendere il successivo voto sul Piau ed esaminare anche questo, e forse trovare, speriamo, limpide smentite alle preoccupazioni fin qui manifestate. Ma già adesso possiamo affermare con certezza che di Variante a “Volumi zero”, o di trasparenza e partecipazione, è bene che l’Amministrazione abbia il buon senso di non parlare più".