“Affresco italiano”, la convincente interpretazione delle musiciste Rana e Giacopuzzi

“Affresco italiano”, la convincente interpretazione delle musiciste Rana e Giacopuzzi

giovanni francio

“Affresco italiano”, la convincente interpretazione delle musiciste Rana e Giacopuzzi

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lunedì 21 Novembre 2022 - 08:35

Brani di rara esecuzione di Busoni e Cilea, e in più Brahms, nel concerto al Palacultura di Messina

MESSINA – Due ottime artiste si sono esibite sabato scorso al Palacultura, Loredana Rana al violoncello e Maddalena Giacopuzzi pianoforte. Il concerto recava il titolo “Affresco italiano”, in quanto prevedeva l’esecuzione di tre brani di tre musicisti italiani (due Sonate e una Suite) dedicati al violoncello e pianoforte, di non frequente esecuzione nelle sale da concerto: la Kleine Suite op. 23 di Ferruccio Busoni; la Sonata op. 38 di Francesco Cilea e la Sonata in fa diesis minore op. 52 di Giuseppe Martucci.

Invece la Sonata di Martucci è stata sostituita con un brano di un compositore non italiano, Johannes Brahms, del quale è stata eseguita la sonata n. 1 in mi minore Op. 38

Tale variazione al programma, con tutto il rispetto per la gradevole Sonata di Martucci, ha elevato di molto l’interesse del concerto, in quanto la Sonata per violoncello di Brahms rappresenta uno dei capolavori più importanti nell’ambito di questo genere musicale.

La Kleine Suite di Busoni fu composta probabilmente fra il 1883 e il 1885, e fu dedicata a Alwin Schroder, primo violoncellista della celebre orchestra della Gewandhaus di Lipsia, destinatario dell’esecuzione del difficile brano.

In cinque movimenti, (I – Moderato con energia II – Andantino con grazia III – Moderato, ma con brio IV – Sostenuto ed espressivo V – Moderato, ma con brio) la Suite è ispirata alla musica barocca, come è naturale, essendo Busoni famoso soprattutto per le sue trascrizioni bachiane al pianoforte (la più nota la Ciaccona dalla Partita in re min per violino solo di Bach). La difficile partitura dedicata al violoncello ha permesso subito alla eccellente Loredana Rana di esprimere il suo talento.

Di rarissima esecuzione, la Sonata op. 38 per violoncello e pianoforte di Francesco Cilea, musicista conosciuto quasi esclusivamente per l’opera lirica, e in particolare per la bellissima “Adriana Lecouvreur”, è un’opera giovanile, composta a soli 22 anni (1888) ed è dotata di un certo fascino, per la bellezza e cantabilità dei temi, ma anche per alcune audacità armoniche, in particolare nel terzo movimento “Allegro animato”, che ricordano gli impressionisti come Debussy. Molto bello il secondo movimento,Alla romanza”, un elegante e malinconico notturno.

Senza intervallo, il concerto è proseguito con il brano sicuramente più importante; la Sonata n. 1 in mi minore Op. 38 di Johannes Brahms.

Si tratta della prima sonata di Brahms per violoncello e pianoforte (ne compose due) la prima in assoluto composta dal musicista tedesco per una coppia di strumenti.

Finita nel 1865, anno della morte della madre, la sonata risente chiaramente, soprattutto nei primi due movimenti, del tragico evento. Infatti il primo movimento ha un carattere doloroso, con un incipit, da annoverare fra i più belli nel campo dei brani da camera del musicista, intriso di tristezza e inquietudine.

Anche il secondo movimento, una sorta di minuetto sui generis, contiene, nella parte centrale, un trio di una infinita dolcezza, malinconico e triste, anche se composto ed equilibrato.

Il movimento finale presenta un fugato in contrappunto, un omaggio a Bach, inserito in una forma sonata, seguendo il modello del suo illustre predecessore, Beethoven, che ha sperimentato per primo questa commistione forma sonata – fuga proprio nella sonata per violoncello op. 102 n. 2.

Ottima la performance delle due giovani artiste, elegante e delicato il pianismo di Maddalena Giacopuzzi, più intenso e appassionato il suono del violoncello di Loredana Rana. Le due musiciste hanno mostrato una notevole intesa, ed hanno eseguito i brani proposti con lodevole equilibrio.

Incantevole il bis proposto: una trascrizione per violoncello e pianoforte della splendida e indimenticabile aria di Dalila “Mon coeurs s’ouvre à ta voix”” da “Samson et Dalila” di Saint Saens, brano che ha concluso nel migliore dei modi il bel concerto da camera.

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