Tirreno

Alluvione di Saponara. Al via la progettazione per la messa in sicurezza della zona

Torniamo a parlare ancora una volta dell’alluvione del 2011, che colpì duramente il comprensorio tirrenico e in particolare il comune di Saponara.

Verso la messa in sicurezza

Dall’ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal presidente della regione Sicilia Nello Musumeci e diretto da Maurizio Croce, la progettazione esecutiva per gli interventi di messa in sicurezza dell’area.

Si è da poco conclusa la gara per l’affidamento della progettazione, aggiudicata dal raggruppamento temporaneo di imprese coordinato dalla General Engineering di Benevento. Sono diversi gli interventi previsti, focalizzati ad attenzionare tutte le criticità presenti sul territorio.

Gli interventi previsti

“Il progetto prevede una duplice serie di interventi sia sulla collina sovrastante, sia sulla zona in cui ci concentrano le case –si legge in una nota dell’ufficio del presidente della regione- Nelle aree a maggiore pendenza e in quelle dove si sono innescate le frane, verranno eseguiti interventi per il rimodellamento del pendio, con l’utilizzo di gabbionate. Nelle parti dove risultano rocce fratturate, per impedire la caduta di detriti, sarà necessario ricorrere alla posa di reti metalliche ad alta resistenza. Verranno inoltre eseguiti lavori per la regimentazione delle acque sulla collina, con una serie di drenaggi e canalizzazioni, pulito l’alveo del torrente e verificata la funzionalità delle briglie esistenti”.

Un tragico evento

Un’importante passo avanti, dunque, che potrebbe finalmente dare sicurezza agli abitanti del comune tirrenico. Nel corso dell’alluvione del novembre del 2011 persero la vita il piccolo Luca Vinci, di dieci anni, e Luigi e Giuseppe Valla, padre e figlio rispettivamente di cinquantacinque anni e venticinque anni.

Un tragico evento che sconvolse la comunità saponarese e che, ancora oggi, rappresenta un triste ricordo per l’intero comprensorio. In quell’occasione a dare i primi soccorsi furono gli stessi cittadini, seguiti da volontari e da chiunque si fosse trovato in zona. Erano gli “angeli del fango” che scavavano anche a mani nude tra i detriti per recuperare i corpi delle vittime. Un tragico evento che, si spera, non debba mai più ripetersi.