Per una palma che manifesta i sintomi della presenza del coleottero, ce ne sono altre due già malate
Sarebbero circa trentamila le palme attaccate in Sicilia dal punteruolo rosso, coleottero curculionide, originario dell’Asia, micidiale parassita di molte specie di palme. Il triplo rispetto alle diecimila finora considerate. Lo sostengono alcuni ricercatori della facoltà di Agraria dell’università di Palermo, secondo cui su una palma che manifesta i sintomi della presenza del coleottero, ce ne sono altre due già malate ma ancora asintomatiche. La scoperta aggrava dunque una già drammatica situazione per la quale la Regione ha appena chiesto lo stato di calamità. Brutta situazione per la nostra città, che da qualche anno vede palme spuntare dappertutto nonostante il pericoloso animale continua a diffondersi in Sicilia ed in tutte le zone del mediterraneo. Il più recente -angolo botanico- ricavato a Messina si trova a sud, la rotatoria Alfio Ragazzi, all’uscita autostradale di Tremestieri. Sono state piantate, manco a scriverlo, delle palme. Qualcuno potrà contestare che il messinese non sia mai contento… può darsi. Resta il fatto che, considerata la conclusione a cui sono giunti i ricercatori palermitani, non è certo questo il momento più adatto a piantare delle palme in città.
Stefano Colazza, ordinario di Entomologia agraria del dipartimento di Scienze entomologiche dell’Università di Palermo, commentando sullo studio dice: -Le palme che mostrano i segni del punteruolo rosso sono soltanto la punta dell’iceberg, difficile credere che in questo momento ci siano in Sicilia palme sane. Il rischio e’ di perdere completamente il patrimonio naturalistico e paesaggistico dell’Isola-.
Con l’obiettivo di individuare strategie comuni nell’ambito del Mediterraneo per limitare la diffusione del punteruolo, e’ stato firmato un protocollo d’intesa tra alcuni istituti di ricerca degli atenei di Palermo e Catania e strutture di ricerca israeliane. Disponibilità ad aderire è stata data anche dall’Egitto, paese da cui probabilmente è partita la diffusione dell’insetto in tutto il Mediterraneo.
Nelle altre città stanno correndo ai ripari consci del pericolo punteruolo rosso, ed infatti, l’università palermitana ha avviato già l’anno scorso il progetto Fitopalmintro, finanziato dall’assessorato regionale all’Agricoltura e volto a formulare una diagnosi precoce e una cura per le palme attaccate dal parassita. Si punta su ricerche biochimiche e biomolecolari dell’insetto per scoprirne i segreti genetici e le eventuali differenze tra gli esemplari che hanno colpito le palme della Sicilia orientale e quelli presenti nella parte occidentale. Per ora, unici interventi tampone sono l’endoterapia – ovvero l’introduzione a una certa pressione atmosferica di prodotti chimici già sperimentati in laboratorio con risultati incoraggianti – e la dendrochirurgia, cioè il risanamento meccanico delle palme attraverso il taglio dei tessuti invasi da larve e punteruoli, che si e’ dimostrata in alcuni casi risolutiva.
