Messina aspira ad essere Città Metropolitana ma è diventata un suk a cielo aperto

Quanto accaduto negli ultimi mesi sul fronte lotta all’ambulantato è sotto gli occhi di tutti ed è frutto di una politica che non sa essere incisiva. Dalla Passeggiata a mare fino a Piazza Duomo, passando per la via Catania fino alle vicende legate alla gestione dei mercati ci troviamo di fronte ad una cartina di tornasole di un’amministrazione che sull’illegalità non è riuscita ad andare fino in fondo. La nota del vice coordinatore provinciale pubblici esercizi, Lino Samtoro a proposito dell’allarme ambulantato selvaggio nell’isola di piazza Duomo, consente alcuni spunti di riflessione su come a pagarela scarsa incisività delle decisioni di Palazzo Zanca siano gli esercenti in regola, quelli per i quali la burocrazia comunale sa essere più rigida ed applica, solo per fare un esempio, canoni di occupazione suolo da Colosseo o da via Condotti. A Catania e Palermo, senza dover andare troppo lontano, hanno canoni più bassi e correlati alla realtà territoriale.

La lotta all’illegalità non può essere fatta solo a parole, se poi i fatti vanno in altra direzione. Abbiamo trascorso un’estate con intere zone ridotte a suk ed abbiamo assistito a scene da film con ambulanti che smontavano la “tendopoli” al mattino e la rimontavano la sera, oppure con l’impossibilità di portar via le cose sequestrate per assenza di personale. Il tutto, nel caso della Passeggiata a mare ,mentre a poche decine di metri l’area della Fiera è stata destinata a quanti hanno regolarmente pagato per esporre e vendere la merce. Lo stesso spettacolo si è visto nella zona dell’isola pedonale di Piazza Duomo, ma del resto basta percorrere la litoranea per vedere addirittura un lungo mercatino ai lati del marciapiede. Fatti analoghi si sono registrati in primavera per la zona allestita davanti al Cimitero. Ricordiamo tutti l’assalto degli ambulanti a Palazzo Zanca, l’aggressione al sindaco e all’assessore Panarello, nonché la fase 2, quella avvenuta prima di ferragosto sempre al Comune. In entrambi i casi il sindaco ha incontrato gli ambulanti ascoltando quanto avevano da dire ed annunciando provvedimenti per il settore. Ad agosto poi, in quanto assessore alla pace e ambasciatore del perdono è riuscito persino ad incontrare gli ambulanti della Passeggiata irritati perché venivano multati ma a lasciare fuori dalla porta i giornalisti di Tempostretto e Normanno che attendevano “lumi” sulla vicenda. Al di là della carenza di vigili urbani, che è un fatto reale, non si può affidare alla politica del “momento” la gestione del settore. Non si può sia nei confronti dei messinesi che hanno diritto a vivere in una città decorosa e pulita, dove gli spazi destinati al vivere comune non siano trasformati in mercatini sia nei confronti dei commercianti che pur messi in ginocchio dalla crisi si trovano di fronte un’amministrazione che applica le regole solo a metà. Per ogni saracinesca che chiude ci ritroviamo un “banchetto” o un ambulante in più, anzi, tre. Per ogni dipendente in regola mandato a casa da un piccolo imprenditore in crisi ci ritroviamo 5 venditori in nero. Nessuno auspica un clima da far west, ma le regole devono valere per tutti, anche perché se chi considera il rispetto delle regole un optional trova una risposta morbida a Palazzo Zanca, finisce per non considerare più le istituzioni con il dovuto comportamento. Le aggressioni al comandante Ferlisi ed alla vigilessa sono anche frutto di un “lasciar correre” preoccupante. Se si chiude un occhio è fin troppo facile che prima o poi chi deve far rispettare le regole venga visto come un birillo. Sul fronte commercio dopo l’aggressione non si sono avute più notizie dell’assessore Panarello, il che può anche essere comprensibile dopo i momenti difficili che ha attraversato, ma qualcuno deve pur affrontare i nodi di una città che aspira a diventare Metropolitana e che invece ha l’aspetto di un suk. Se non applichi fino in fondo le regole in estate, cosa farai in inverno?

La legalità non è una scacchiera, che vale per alcuni e per altri tutto sommato no. Se incontri chi ti ha aggredito ti fa onore, ma prima o poi, la questione devi affrontarla. Dopo il “perdono” ed il confronto c’è l’azione amministrativa e deve esserci necessariamente perché una comunità ha bisogno di regole per il vivere civile e perché la qualità della vita non si misura solo con l’isola pedonale, ma anche e soprattutto con una zona pedonale nella quale non rischi d’inciampare in un improvvisato “arrostitore” di salsicce o nei tavolini attrezzati là dove i bambini correvano o imparavano a stare sui pattini. Il vivere civile è fatto di tanti piccoli dettagli, vanno bene i bus navetta per i luoghi di cultura, ma anche rendere i siti più belli della nostra città vivibili per noi messinesi, senza essere presi d’assalto dai venditori. Un’ultima parola si deve spendere per gli esercenti che pagano le tasse e per i quali l’amministrazione non hai mai fatto alcun passo in avanti. E’ un’offesa a chi ogni giorno si impegna per rendere migliore questa città lasciare che chi fa la voce grossa l’abbia sempre vinta. La vera lotta all'ambulantato selvaggio è una forma di rispetto sia verso i cittadini che verso quegli esercenti, anche ambulanti, che pagano le tasse.

Rosaria Brancato