Dalle rivelazione del pentito Carmelo Bisognano alle eclatanti operazioni di polizie e carabinieri che hanno messo sotto scacco importanti gruppi del panorama criminale di Messina e provincia
Mafia, droga, estorsioni, furti e rapine. Nei dodici mesi del 2011, che sta per chiudersi, forze dell’ordine e magistratura hanno lottato senza sosta per garantire la legalità, ristabilire la sicurezza, stare più vicini alla gente e combattere ogni forma di criminalità. Nel 2011 sono purtroppo tante le vittime della strada. Ad aprile a S.Lucia sopra Contesse muore il 14enne Piero Rapisardi. In sella ad una Vespa 50 si scontra con una Ford Fiesta. Un’altra minorenne perde la vita la notte del 6 luglio a Rometta Marea. Si tratta di Martina De Gaetano, appena 16 anni. Viene centrata da una Mini Cooper condotta da un 25enne di Villafranca nel cui sangue vengono trovate tracce di sostanze stupefacenti. Il pomeriggio del 12 agosto una Renault Laguna, con due famiglie a bordo, vola dal viadotto Fiorentino dell’A20 all’altezza di Villafranca. Un salto di venti di metri è fatale per Giovanna De Salvo, 29 anni ed il figlio Andrea D’Arrigo, 16 mesi. Miracolosamente salvi il padre del bambino che si trovava alla guida dell’auto e i tre componenti della seconda famiglia. Antonino Giuliano , 21 anni, il 24 settembre stava percorrendo il viale della Libertà quando perde il controllo della sua moto Honda Hornet. Il giovane finisce contro un palo della segnaletica e muore sul colpo. Queste sono solo alcune delle vittime della strada e nel 2011 purtroppo si registrano anche incidenti sul lavoro. Il 17 gennaio Antonino Micali, 45 anni di Villafranca dipendente di RFI stava eseguendo dei lavori di manutenzione della linea aerea quando perde l’equilibrio e cade nella parte sottostante, proprio mentre arrivava un carro merci. Ma il 2011 sarà ricordato anche come l’anno in cui la mafia Barcellonese viene colpita alle fondamenta. Grazie al lavoro della DDA di Messina e sulla base delle dichiarazioni di alcuni dei boss ormai diventati collaboratori di giustizia., si ricostruiscono 20 anni di mafia barcellonese. Grazie alle rivelazioni del capo dei mazzarroti Carmelo Bisognano gli investigatori riescono a ricostruire le mappe dei clan, le alleanze con i palermitani ed i catanesi, e anche le estorsioni. Ma Bisognano rivela anche dove sono sepolte tre vittime della lupara bianca, che in 24 anni fa sparire nel nulla 33 persone. All’alba del 4 gennaio insieme ai Carabinieri del Ros si reca a Mazzarrà S.Andrea e qui indica dove si trovano alcuni cadaveri. Riemergono così i resti di Natale Perdichizzi ed Antonino Ballarino il primo scomparso nel 97, il secondo nel 93. Sulle alture di Piano Gorne si scava per giorni ed il 10 gennaio nel greto del torrente Mazzarrà si ritrovano i resti di una terza persona. A maggio anche Santo Gullo decide di collaborare, rivela di aver partecipato ad una ventina di omicidi e di guadagnare 5000 euro per ogni persona uccisa. Cosa Nostra teme nuovi pentimenti e per questo motivo il 13 aprile viene ucciso a Mazzarrà S.Andrea il 58enne Ignazio Artino. Di pari passo alle dichiarazioni dei pentiti scattano tre importanti operazioni antimafia. Si comincia il 24 giugno. Scattano le operazioni Gotha e Pozzo 2, Carabinieri e Dia arrestano 25 persone e sequestrano alla mafia beni per 150 milioni. In manette boss come Giovanni Rao, Sem Di Salvo, Carmelo Vito Foti, Tindaro Calabrese e Salvatore Calcò Labruzzo. Le accuse sono di associazione mafiosa, omicidi, estorsione, porto e detenzione abusiva di armi. Solo il padrino Filippo Barresi riesce a sfuggire alla cattura ed è tuttora latitante. Meno di un mese dopo, l’11 luglio la Squadra Mobile fa scattare l’operazione Gotha 2 che permette di rivelare come Cosa Nostra facesse affari anche sulla pelle dei disabili attraverso le estorsioni all’Aias di Barcellona. Oltre 300mila euro estorti da 98 al 2008. Arrestati i boss Giovanni Rao, Carmelo D’Amico, Carmelo Giambò e Mariano Foti. A fare i loro nomi è l’ex presidente della sezione Aias di Barcellona Luigi La Rosa, che ammette di aver pagato il pizzo alla mafia e rivela anche di aver pagato tangenti all’ex assessore regionale alla Sanità Sanzarello per ottenere la convenzione con la regione ed i rimborsi dovuti. Ma il 2011 si chiude con un altro politi colo regionale indagato: Cateno De Luca, deputato regionale e sindaco di Fiumedinisi viene arrestato per concussione il 28 giugno. Al centro dell’inchiesta della Procura di Messina c’è la costruzione a Fiumedinisi di un albergo con annesso centro benessere, di un centro di formazione del Caf Fenapi, e di 16 villette in un terreno agricolo per il quale era stata modificata la destinazione d’uso. Ai domiciliari finiscono altre tre persone fra cui il fratello dell’on. De Luca, Tindaro Eugenio, amministratore di una cooperativa. A chiusura del 2011 un altro uomo politico finisce in manette. Si tratta dell’ex assessore e consigliere comunale Benito Santalco. E’ accusato di concussione. Avrebbe costretto per cinque anni un ex dipendente del patronato Easa, di cui era presidente provinciale, a versare 250 euro al mese per cinque anni ad un altro lavoratore in nero dello stesso sindacato. Indagato pure il figlio, l’assessore comunale all’e government Carmelo Santalco, con l’accusa di aver utilizzato il telefono cellulare del Comune per effettuare telefonate private per un importo di circa 500 euro. Un mese prima, il 18 novembre, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’Atm, finiscono ai domiciliari il direttore generale dell’Atm, Claudio Conte, Salvatore Orlando, responsabile di esercizio gommato; Giuseppe Lampi, responsabile dell’Ufficio CED paghe ed i coordinatori di esercizio Francesco Lisa e Bartolo Enea. Secondo gli inquirenti l’azienda gonfiava il numero dei chilometri percorsi dagli autobus per ottenere maggiori rimborsi dalla Regione e dall’agenzia delle Dogane per il gasolio consumato. Avrebbero ottenuto quasi 19 milioni di euro. Tra le accuse ci sarebbe inoltre quella di aver corrisposto ad impiegati e funzionari straordinari mai effettuati e premi corse non dovuti. Quest’anno verrà ricordato anche per il duro colpo inferto alla criminalità locale con l’operazione “Piste di sabbia”. Al centro dell’inchiesta le corse clandestine dei cavalli effettuate sulle strade cittadine e il business che ruota tutto intorno. È il 29 aprile quando i Carabinieri arrestano 29 persone, 70 gli indagati. Tra di loro organizzatori di corse, collettori di scommesse, fantini e purtroppo anche di veterinari che avrebbero dopato i cavalli. Nella lotta alla droga si devono ricordare il 22 luglio l’operazione Gramigna dei Carabinieri. Arrestate 45 persone ritenute legate ai clan dei fratelli Spartà nella zona sud ed ai gruppi Ferrante, Lo Duca, Ventura nel quartiere di Camaro. I legami stretti con la camorra napoletana fanno arrivare in città direttamente dalla Campania hashish, marijuana e cocaina. La Squadra Mobile prosegue il suo attacco nei confronti del clan di Mangialupi. Il 20 dicembre finisce sotto tiro ancora una volta la famiglia Cutè. Nonostante la confisca dell’immobile, gli investigatori li lasciano abitare nella loro villa-fortezza di piazza Verga e qui possono documentare che continuano a spacciare cocaina e marijuana. Cinque persone vengono arrestate compresi i fratelli Giuseppe ed Antonino Cutè. Il 22 novembre Polizia e Carabinieri arrestano otto giovani appartenenti ad una baby gang che da mesi terrorizzava commercianti, clienti e semplici passanti in pieno centro. Il gruppo è composto da sei maggiorenni e due minori che avevano già picchiato i gestori di alcuni bar e pretendevano di consumare gratis. Paradigma della violenza e dell’arroganza della criminalità è rappresentato dall’attentato alla sede del gruppo Bonina di Barcellona che rifornisce una catena di supermercati. All’ora di punta dell’11 ottobre Santo Alesci 30 anni, con il volto coperto da casco da motociclista esplode sei colpi di pistola contro l’auto in uso al direttore generale. La scena viene ripresa dalle telecamere di sorveglianza. La Polizia arresta prima l’esecutore materiale, Alesci appunto e subito dopo il mandante Giovanni Perdichizzi, 40 anni, autista dell’azienda. Dietro il gesto la vendetta di Perdichizzi per la mancata assunzione del cugino ed una decurtazione subita in busta paga a causa delle sue ripetute assenze ingiustificate dal posto di lavoro. Prima di chiudere questa lunga carrellata degli episodi più salienti per la cronaca nera nel 2011 resta da ricordare l’omicidio della vigilia di Natale. A Lipari nella sua abitazione di Quattropani viene uccisa la pensionata Eufemia Biviano, 62 anni. A lanciare l’allarme sono i familiari che l’aspettavano per il cenone. Non vendendola arrivare la vanno a cercare e la trovano nel garage di casa con un profondo taglio alla gola ed la testa fracassata. I Carabinieri stanno vagliando tutte le piste e continueranno a cercare il responsabile anche nel 2012.
(FOTO STURIALE)
