La guerra dei tir, ovvero: "i 10 giorni che sconvolsero Messina"

La guerra dei tir, ovvero: “i 10 giorni che sconvolsero Messina”

Rosaria Brancato

La guerra dei tir, ovvero: “i 10 giorni che sconvolsero Messina”

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domenica 20 Luglio 2014 - 06:00

L'estate 2014 passerà alla storia come quella "della guerra dei tir". In quei giorni la richiesta avanzata dal sindaco di sospendere le corse diurne della Cartour per i mezzi pesanti venne scambiata per l'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche e fu l'inizio dell'inferno. Vi raccontiamo cosa accadde in quei "10 giorni che sconvolsero Messina".

Tra 100 o 200 anni i nostri discendenti leggeranno nei libri di storia quel che accadde in un inizio estate meno caldo del solito, nel 2014, quando scoppiò quella che passerà al mito come “La guerra dei tir” e che sconvolse la pacifica comunità in riva allo Stretto abituata a sonnecchiare.

Orbene, in una tiepida mattina di inizio giugno la giunta Accorinti si rese conto che in un anno sul fronte tir non aveva fatto granchè rispetto agli annunci, niente flotta comunale, niente tir fuori dal centro urbano, insomma, era ora di darsi una mossa. Di lì a poco sarebbero entrati in vigore gli orari estivi della Cartour con due corse diurne, che avrebbero comportato l’invasione di mezzi pesanti in pieno centro e in pieno giorno. Ma la richiesta da parte del sindaco di sospendere le corse diurne per i mezzi pesanti, chissà perché venne scambiata dalla società come una dichiarazione di guerra. In verità non aveva schierato cannoni sul molo Norimberga pronto a bombardare ogni nave in transito, né raso al suolo la Rada San Francesco, aveva semplicemente chiesto di mantenere per i tir gli orari notturni che sono in vigore tutto l’anno. Ma abituati a 30 anni di un comportamento da parte delle amministrazioni di mera ratifica delle decisioni degli armatori il fatto venne scambiato per una dichiarazione di guerra. Così, in quei giorni d’estate 2014 scoppiò l’inferno. Le due parti schierarono le proprie truppe sui lati opposti del Rubicone, guardandosi in cagnesco e studiando le possibili mosse e strategie.

La giunta incaricò il dirigente Pizzino di predisporre una determina, che venne scambiata dai più per l’invasione della Polonia da parte delle truppe naziste. Accorinti tutto contento si rivolse ai suoi “adesso è il momento di far scendere in mare la flotta comunale”, ma i suoi lo guardarono straniti e risposero: “guarda che la storia della flotta comunale era una battuta da campagna elettorale”. Lui ci rimase malissimo tanto che i suoi, per tirarlo su, decisero di dare una mano per recuperare qualcosa il più possibile simile ad una flotta. Ciacci smise di cercare su e-Bay cassonetti usati e provò con le navi, anche golette o vecchi galeoni di pirati, purchè stessero a galla. Qualcuno provò a vendergli un gommone confiscato ai contrabbandieri di sigarette negli anni ’50, ma Ciacci si rifiutò di acquistarlo perché realizzato con materiale inquinante e non riciclabile. Il dg dell’Atm Foti andò a rovistare nel deposito della GTT di Torino per scovare qualche vecchio bus degli anni ’80, togliergli le ruote e metterlo in mare, ma non riuscì a risolvere il problema causato dal fatto che quando gli sportelli si aprivano per far entrare i passeggeri il mezzo si riempiva subito di acqua. L’assessore alla cultura Tonino Perna fu incaricato di andare a cercare discendenti dei fenici, popolo di navigatori, e trovò anche qualcosa di utile, ma l’affare saltò quando il docente propose un pagamento a rate con il tallero dello Stretto e la transazione non andò….in porto.

Nel frattempo la controparte serrava le fila. La Caronte-Tourist fece sapere che la situazione era talmente grave che c’era il rischio di dover licenziare tutti i dipendenti, compresi quelli degli alberghi e scrisse una lettera annunciando che mai e poi mai, qualora il Messina fosse tornato in serie A avrebbe ricomprato la squadra. L’Autorità portuale chiamò a raccolta i bimbi di 478 asili di città e provincia, che armati di secchiello e paletta avrebbero potuto fare in una settimana quel che non era stato fatto in 3 anni e 2 mesi all’invasatura di Tremestieri colpita dalla “maledizione della luna nera” che causa insabbiamenti resistenti a qualsiasi forma di lotta. Anche il prefetto diede il suo apporto, convocando un tavolo tecnico con geologi, astronomi, ingegneri, ragionieri contabili, marittimi, speleologici, fisici, architetti del mare, arredatori di barche, meccanici, matematici e cinque benzinai, per avere un quadro dettagliato della situazione. Il leader degli autotrasportatori Richichi era il più felice di tutti, finalmente il gioco si faceva duro e annunciò l’embargo di tutte le merci per i prossimi sei anni, sperando di affamare e assetare la città e lasciarci persino senza la carta igienica “voglio vedere se questa giunta eco-sostenibile riesce a far sopravvivere i messinesi con i prodotti dei loro orticelli”.

Tutti insieme poi diedero mandato ad uno stuolo di legali per preparare ricorsi al Tar, al tir, al Cga, alla Cassazione, alla Corte Costituzionale, alla Corte di giustizia Europea ed all’Onu.

Nel frattempo in Consiglio comunale , dove i genovesiani sono la maggioranza, e non mi riferisco ai soli consiglieri del Pd dal momento che si tratta invece di un’area vasta e trasversale, da potersi definire “area politica integrata dello Stretto”, il clima era da allarme rosso.

Parola d’ordine: serrare le fila e la prima mossa fu affondare la proposta anti-tir presentata da tre colleghi Pd, Zuccarello, Cardile e Sindoni, che faceva il seguito alle delibere approvate dal consiglio del IV quartiere, presieduto da Francesco Palano Quero, Pd e dal consiglio del III quartiere, presieduto dal Pd Natale Cucè.

Il Pd genovesiano era sconvolto, i quartieri ed i tre colleghi Sindoni, Cardile e Zuccarello, dovevano aver preso lucciole per lanterne, credendo che lo slogan “via i tir dalla città”, declamato alle amministrative del 2013 in occasione della candidatura di Felice Calabrò fosse un programma, quando invece “era solo una battuta da campagna elettorale”.

A conti fatti, da una parte la “flotta comunale” dall’altra “via i tir dalla città”, la campagna elettorale del 2013 è stata solo uno scambio di battute alla Zelig.

A questo punto l’area politica integrata genovesiana preparò l’arma letale: un documento anti-tir in antitesi a quello della giunta, l’anti-tir dell’anti-tir insomma, una sorta di anti-tir al quadrato. Tutti insieme, Pd genovesiano, Udc, Democratici riformisti e Megafono, stilarono un documento a dir poco “rivoluzionario”.

Con l’ordine del giorno si chiedeva il rinvio del divieto ai tir fino: alla consegna dell’approdo di Tremestieri, all’istituzione di un tavolo tecnico, all’accelerazione dell’iter per la via don Blasco. Pare che nella versione originaria si chiedesse il rinvio fino alla costruzione del Ponte dello Stretto, al completamento della Salerno-Reggio Calabria ed alla messa in sicurezza del viadotto Ritiro.

I consiglieri, armati di demagogia fino ai denti, accusarono Accorinti di non aver alzato un dito per la via don Blasco e per il porto di Tremestieri, di non aver battuto i pugni con Crocetta e Renzi (peraltro entrambi Pd…). La giunta Accorinti ha fatto molti errori ed ha molte carenze ma accusarla di non aver fatto nulla per la via don Blasco o il porto o non aver battuto i pugni a Roma e a Palermo su vicende che sono ventennali equivale ad essere senza vergogne e senza memoria. Esistono inoltre stuoli di deputati, sia a Palermo che a Roma di tutti i partiti ufficiali.

L’armata anti-anti-tir come seconda mossa organizzò un consiglio comunale aperto al quale furono invitati tutti gli interessati al problema dei mezzi pesanti: Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, mancavano solo la confederazione dei sarti, la Federcasalinghe e i fiorai autonomi che infatti protestarono in modo vibrante. Il consiglio aperto fu un successone e quando alla fine sette consiglieri ribelli protestarono perché non condividevano il documento e non volevano adeguarsi al pensiero unico dell’Aula, venne decretata la punizione finale.

I sette ribelli: Piero Adamo, Fabrizio Sottile, Daniela Faranda, Nina Lo Presti, Ivana Risitano, Donatella Sindoni e Daniele Zuccarello furono messi su una scialuppa della Vestfold senza viveri né acqua e abbandonati al largo del Mediterraneo, con la segreta speranza di non vederli mai più. Contavano sul fatto che, vista l’abbronzatura da Sharm el- Sheik di Zuccarello, sarebbe stato scambiato per scafista quindi arrestato e condannato per tratta di esseri umani e loro non l’avrebbero mai più rivisto. Avevano sottovalutato lo spirito da viveur del duo Sottile-Zuccarello, che una volta a bordo della scialuppa convinsero i compagni a dirottare verso Ibiza dove trascorsero una settimana da sogno e al rientro attraccarono alla Rada San Francesco, esibendo una deroga taroccata e fingendosi cugini di terzo grado di Richichi.

Rosaria Brancato

16 commenti

  1. Complimenti! Esilarante, perfetta ricostruzione di quella che potrebbe passare alla storia come: ” le dieci giornate di Messina”…un novello Shakespeare potrebbe ispirarsi ed emulare i fasti letterari di “molto rumore per nulla”( tantu trafficu pi nenti ) La situazione precipita. . Si avverte netta la sensazione che qualcosa si e’ rotto a Messina e non solo metaforicamente…..perché TIR da un lato, TIR da un altro, TIR di qua’ TIR di la’ …a furia di TIRare, la corda si ruppe e la nave andò inesorabilmente alla deriva..inabissandosi ahimè nei ” tragici” gorghi della mitica Cariddi…..BASTA TIRare a CAMPARE.

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  2. Complimenti! Esilarante, perfetta ricostruzione di quella che potrebbe passare alla storia come: ” le dieci giornate di Messina”…un novello Shakespeare potrebbe ispirarsi ed emulare i fasti letterari di “molto rumore per nulla”( tantu trafficu pi nenti ) La situazione precipita. . Si avverte netta la sensazione che qualcosa si e’ rotto a Messina e non solo metaforicamente…..perché TIR da un lato, TIR da un altro, TIR di qua’ TIR di la’ …a furia di TIRare, la corda si ruppe e la nave andò inesorabilmente alla deriva..inabissandosi ahimè nei ” tragici” gorghi della mitica Cariddi…..BASTA TIRare a CAMPARE.

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  3. OK. AVETE TRASFORMATO TEMPOSTRETTO IN TEMPODIZUCCARELLO. MA QUANTO SONO INVIDIOSO….UN VERO STATISTA… BENE QUALCHE BATTAGLIA E MOLTA PANNA “MONTATA”

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  5. Cara Rosaria BRANCATO, ABBUNDANDIS IN ABBUNDANDUM diceva il grande Totò, abbundandis in abbundandum dice Mariedit dell’IRONIA utilizzata nel tuo editoriale domenicale. Come sai l’ironico vuole sdrammatizzare e ridicolizzare ma senza ferire o mortificare, tu lo fai da par tuo con tutti gli attori in scena in questa vicenda, politici, armatori, organizzazioni sindacali, istituzioni come sua eccellenza il Prefetto, al centro RENATO sindaco. L’ironia viene utilizzata per sdrammatizzare, divertire o anche far ridere di se stessi, ma se poprio sicura che i GIGANTI DELLA STRADA in giro indisturbati nel cuore della nostra città facciano ridere qualcuno?

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  6. Cara Rosaria BRANCATO, ABBUNDANDIS IN ABBUNDANDUM diceva il grande Totò, abbundandis in abbundandum dice Mariedit dell’IRONIA utilizzata nel tuo editoriale domenicale. Come sai l’ironico vuole sdrammatizzare e ridicolizzare ma senza ferire o mortificare, tu lo fai da par tuo con tutti gli attori in scena in questa vicenda, politici, armatori, organizzazioni sindacali, istituzioni come sua eccellenza il Prefetto, al centro RENATO sindaco. L’ironia viene utilizzata per sdrammatizzare, divertire o anche far ridere di se stessi, ma se poprio sicura che i GIGANTI DELLA STRADA in giro indisturbati nel cuore della nostra città facciano ridere qualcuno?

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  7. Cara Rosaria c’è un aspetto positivo in questa drammatica e squallida vicenda dei TIR, non ci si può più nascondere, nemmeno farsi equilibrista come tenta qualche illustre commentatore di TempoStretto, o si sta dalla parte degli ARMATORI o da quella dei MESSINESI, tertium non datur. MARIEDIT è dalla parte della qualità della vita dei MESSINESI.

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  8. Cara Rosaria c’è un aspetto positivo in questa drammatica e squallida vicenda dei TIR, non ci si può più nascondere, nemmeno farsi equilibrista come tenta qualche illustre commentatore di TempoStretto, o si sta dalla parte degli ARMATORI o da quella dei MESSINESI, tertium non datur. MARIEDIT è dalla parte della qualità della vita dei MESSINESI.

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  9. Nicolò D'Agostino 20 Luglio 2014 11:57

    “La vita dignitosa sta nella qualità”
    La ringrazio per le risate che mi ha fatto fare e per come è riuscita, con delicatezza, a dissacrare i gruppi di potere messinesi.
    Ma, se permette, vorrei dare alla questione la serietà che merita.
    Ma a Messina esiste un problema TIR?!? Ma siamo così bestializzati che pensiamo che esista un problema TIR?!?
    A Messina non esiste un problema TIR.
    A Messina esiste il problema di una città a misura d’uomo. A Messina esiste un problema di qualità di vita vera. A Messina esiste un problema di sicurezza. A Messina esiste un problema lavoro che valorizzi il territorio e con lo devasti.
    Per cui, non esiste un problema TIR. Il problema TIR esiste per coloro che non hanno una visione reale del progresso della persona umana e delle civiltà.
    E’ vero, per un cinquantennio la nostra “raffineria”, la nostra “acciaieria”… è stata l’attraversamento del gommato sullo Stretto. Ma questo non coniuga più con i bisogni e le aspettative di vivibilità dei messinesi.
    Questo ha pagato ma si è pagato.
    Non si posso mettere i morti, procurati dai TIR in città, in una percentuale statistica. Sono morti e basta che hanno procurato quei TIR. Sul Boccetta, sulla via La Farina, sul Ponte Americano… sono dolore e lacrime.
    SILENZIO.
    Non si può più accettare l’inquinamento procurato dal transito in città dei TIR. Si facciano delle serie verifiche nel momento degli sbarchi. Li debbono fare i carabinieri xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.
    Renato, i messinesi, lo conoscono. E’ stata la scelta della Società Civile contro la mala politica messinese che da lì a poco sarebbe venuta fuori (tutti lo sapevano e si presentavano col cappello).
    La Sua Giunta è quella che è e deve solamente gestire una città “nu buddellu” (caos detto alla messinese). Speriamo che ce la caviamo.
    Il Consiglio Comunale è lì per proporre e vigilare: “nun c’è chiù nenti pi iatti” (detto alla messinese che non c’è più niente da spartire, come si faceva una volta e che ha portato al disastro economico la città).
    I Consiglieri Comunali, ad uno, ad uno, sono persone che hanno dei voti reali e che ,di volta in volta, scelgono il partito in cui candidarsi (basta guardare ogni singolo consigliere).
    Che dire, ormai Messina sta diventando una città di vecchi (benevolmente), i molti hanno fatto la valigia e sono partiti per andare a cercare il pane e questo non è giusto. Si deve partire per andare a fare una villeggiatura e non per il pane. Chi rimane in città cerca la strada del populismo e della massoneria deviata, con le eccezioni che fanno la regola.

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  10. Nicolò D'Agostino 20 Luglio 2014 11:57

    “La vita dignitosa sta nella qualità”
    La ringrazio per le risate che mi ha fatto fare e per come è riuscita, con delicatezza, a dissacrare i gruppi di potere messinesi.
    Ma, se permette, vorrei dare alla questione la serietà che merita.
    Ma a Messina esiste un problema TIR?!? Ma siamo così bestializzati che pensiamo che esista un problema TIR?!?
    A Messina non esiste un problema TIR.
    A Messina esiste il problema di una città a misura d’uomo. A Messina esiste un problema di qualità di vita vera. A Messina esiste un problema di sicurezza. A Messina esiste un problema lavoro che valorizzi il territorio e con lo devasti.
    Per cui, non esiste un problema TIR. Il problema TIR esiste per coloro che non hanno una visione reale del progresso della persona umana e delle civiltà.
    E’ vero, per un cinquantennio la nostra “raffineria”, la nostra “acciaieria”… è stata l’attraversamento del gommato sullo Stretto. Ma questo non coniuga più con i bisogni e le aspettative di vivibilità dei messinesi.
    Questo ha pagato ma si è pagato.
    Non si posso mettere i morti, procurati dai TIR in città, in una percentuale statistica. Sono morti e basta che hanno procurato quei TIR. Sul Boccetta, sulla via La Farina, sul Ponte Americano… sono dolore e lacrime.
    SILENZIO.
    Non si può più accettare l’inquinamento procurato dal transito in città dei TIR. Si facciano delle serie verifiche nel momento degli sbarchi. Li debbono fare i carabinieri xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.
    Renato, i messinesi, lo conoscono. E’ stata la scelta della Società Civile contro la mala politica messinese che da lì a poco sarebbe venuta fuori (tutti lo sapevano e si presentavano col cappello).
    La Sua Giunta è quella che è e deve solamente gestire una città “nu buddellu” (caos detto alla messinese). Speriamo che ce la caviamo.
    Il Consiglio Comunale è lì per proporre e vigilare: “nun c’è chiù nenti pi iatti” (detto alla messinese che non c’è più niente da spartire, come si faceva una volta e che ha portato al disastro economico la città).
    I Consiglieri Comunali, ad uno, ad uno, sono persone che hanno dei voti reali e che ,di volta in volta, scelgono il partito in cui candidarsi (basta guardare ogni singolo consigliere).
    Che dire, ormai Messina sta diventando una città di vecchi (benevolmente), i molti hanno fatto la valigia e sono partiti per andare a cercare il pane e questo non è giusto. Si deve partire per andare a fare una villeggiatura e non per il pane. Chi rimane in città cerca la strada del populismo e della massoneria deviata, con le eccezioni che fanno la regola.

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  11. letterio.colloca 20 Luglio 2014 12:12

    D.ssa Rosaria,
    Se non ci fosse da piangere per il troppo xxxxxxx dei personaggi del Suo pezzo FUSTIGATORE, lo stesso DOVRA’ essere tenuto in considerazione sia tra i tanti anni futuri che -soprattutto- quando ci recheremo alle urne.
    Messina -ricordo assai bene- MAI aveva avuto tanta xxxxxxxxxxx a gestire la cosa pubblica.Se avessero indetto a livello galattico un concorso per “xxxxxxxxxxxx”,quasi certamente, non avrebbero fatto il pieno come siamo riusciti a fare noi -elegendo tali personaggio- al Comune.
    Campioni INEGUAGLIABILI di ASSOLUTA xxxxxxxxxxxxxxx
    Grazie,comunque,per l’esilarante pagina “lafonteniana”.Cordialmente.

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  12. letterio.colloca 20 Luglio 2014 12:12

    D.ssa Rosaria,
    Se non ci fosse da piangere per il troppo xxxxxxx dei personaggi del Suo pezzo FUSTIGATORE, lo stesso DOVRA’ essere tenuto in considerazione sia tra i tanti anni futuri che -soprattutto- quando ci recheremo alle urne.
    Messina -ricordo assai bene- MAI aveva avuto tanta xxxxxxxxxxx a gestire la cosa pubblica.Se avessero indetto a livello galattico un concorso per “xxxxxxxxxxxx”,quasi certamente, non avrebbero fatto il pieno come siamo riusciti a fare noi -elegendo tali personaggio- al Comune.
    Campioni INEGUAGLIABILI di ASSOLUTA xxxxxxxxxxxxxxx
    Grazie,comunque,per l’esilarante pagina “lafonteniana”.Cordialmente.

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  13. Nicolò D'Agostino 20 Luglio 2014 16:23

    La storia la scrivono coloro che dicono NO quando una civiltà è sull’orlo del baratro e non coloro che, “servi sciocchi” del sistema, giustificano tutto ed il contrario di tutto, per tatticismo politico e sindacale.

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  14. Nicolò D'Agostino 20 Luglio 2014 16:23

    La storia la scrivono coloro che dicono NO quando una civiltà è sull’orlo del baratro e non coloro che, “servi sciocchi” del sistema, giustificano tutto ed il contrario di tutto, per tatticismo politico e sindacale.

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  15. cara Rosaria,
    che desolazione, che nausea invadente….
    Sicuramente calza a pennello la definizione di “area politica integrata dello stretto”.
    Questa città davvero ha scarse speranze ormai di risalire dall’abbisso!!!!
    Da un lato i numerosissimi e sempre fecondi gattopardi, diversamente mascherati, dall’altro la poca gente “normale” che mai ha provato e ,ahimè, temo mai vorrà provare l’ebbrezza di rialzare deciso il capo.a
    Per quanto mi riguarda attendo soltanto lo sviluppo di una mia riorganizzazione ed ,anche se a questa veneranda età, fuggirò definitivamente da questa città.
    La mia città! che sa solo piangersi addosso, che continua, imperterrita, a perdersi nelle frasi nauseabonde, iperscontate, sulla bocca della maggior parte dei miei concittadini.
    Con tutto ciò, perchè sono una irrimediabile Don Chisciotte, voglio dichiarare anche a te che fino all’ultimo momento utile io ci sono, senza armi e senza forconi.
    Mi basta la testa ed il cuore, che, stupidone, continua a palpitare per questa città, ex stupenda Messina!
    Sempre auguri a tutti noi che lasceremo brandelli di luoghi messinesi ai nostri figli e nipoti!

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  16. cara Rosaria,
    che desolazione, che nausea invadente….
    Sicuramente calza a pennello la definizione di “area politica integrata dello stretto”.
    Questa città davvero ha scarse speranze ormai di risalire dall’abbisso!!!!
    Da un lato i numerosissimi e sempre fecondi gattopardi, diversamente mascherati, dall’altro la poca gente “normale” che mai ha provato e ,ahimè, temo mai vorrà provare l’ebbrezza di rialzare deciso il capo.a
    Per quanto mi riguarda attendo soltanto lo sviluppo di una mia riorganizzazione ed ,anche se a questa veneranda età, fuggirò definitivamente da questa città.
    La mia città! che sa solo piangersi addosso, che continua, imperterrita, a perdersi nelle frasi nauseabonde, iperscontate, sulla bocca della maggior parte dei miei concittadini.
    Con tutto ciò, perchè sono una irrimediabile Don Chisciotte, voglio dichiarare anche a te che fino all’ultimo momento utile io ci sono, senza armi e senza forconi.
    Mi basta la testa ed il cuore, che, stupidone, continua a palpitare per questa città, ex stupenda Messina!
    Sempre auguri a tutti noi che lasceremo brandelli di luoghi messinesi ai nostri figli e nipoti!

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