Vitalin Grimaudo, artista messinese, finalista a Milano del "Premio Arte 2018"

Vitalin Grimaudo, artista messinese, finalista a Milano del “Premio Arte 2018”

Vittorio Tumeo

Vitalin Grimaudo, artista messinese, finalista a Milano del “Premio Arte 2018”

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lunedì 29 Ottobre 2018 - 06:37

La ventiduenne, già nota e affermata in campo artistico, ha conquistato la giuria con il quadro "Tris", ispirato dalla sua infanzia in Ucraina

Artista per vocazione oltre che per professione, Vitalin Grimaudo è di origine ucraina. Attualmente viva a Messina, dove due genitori e un nonno fantastici l’hanno cresciuta con amore e valorizzando scientemente il suo piglio artistico, intuendone il valore e la portata del genio creativo. Ha studiato e si è diplomata presso l’Istituto d’Arte “Ernesto Basile”, prestigiosa fucina di giovani talenti artistici. Attualmente, in coerenza con la continua e instancabile voglia di apprendere e affinare le tecniche che è propria degli artisti, frequenta numerosi corsi specialistici, tra cui fotografia e architettura. Cifre del suo carattere sono la grande forza e instancabilità, ma soprattutto la capacità di trovare fonte di ispirazione e di tradurre in arte quelle che sono state le sue esperienze di vita. Indice, quest’ultimo, di non trascurabile sensibilità.

Muovendo dai ricordi della sua fredda infanzia a Kief, Vitalin ha concepito un’opera in particolare, denominata “Tris”, ispirata proprio, come racconta lei stessa, da una reminiscenza del passato: “Un tempo giocavamo sulla neve a tris con un legnetto. La neve veniva spostata e rendeva visibile l’asfalto. Ero molto piccola e si giocava con ciò che si trovava. Con semplicità”. Su una base quadrata di 85 cm, dipinta in grigio scuro, l’artista ha realizzato, stavolta in grigio chiaro, si staglia uno schema che suddivide idealmente il piano come a voler disegnare appunto un “tris”. Nei riquadri che si vengono così a formare, sono collocate delle sagome geometriche volumiche di carta in rilievo, che simboleggiano appunto, come affermato in precedenza dalla stessa Vitalin, dei fiocchi di neve. Fortemente schematico e dalle geometrie precise e minuziose, senza però facendo venir meno l’elemento psicologico ed emotivo, il quadro, più tecnicamente la composizione, in quanto costituito dall’assemblaggio di materiali quali carta, legno e plexiglass, rispecchia a pieno il carattere, per chi la conosce, di Vitalin.

Proprio con “Tris” la giovane artista messinese è giunta come finalista nell’ambito del prestigioso “Premio Arte 2018”, organizzato da Cairo editore, in partnership con Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Corriere della Sera, Editalia, Avio. Vitalin, in 3 selezioni da superare, ha sbaragliato una platea di ben 500 artisti classificandosi appunto tra i 10 finalisti, i cui quadri possono essere apprezzati nelle suggestive sale del Palazzo Reale di Milano.

Nel contesto cittadino messinese, in cui cultura e turismo sembrano essersi assopiti, salvo rare eccezioni, l’arte di Vitalin offre molteplici spunti di riflessioni e arricchisce una città che è già di per sé un prezioso scrigno di fermenti, di nuove suggestioni, come è già stato riscontrato con l’artista Andrea Speranza. Vitalin Grimaudo non è di certo una “novizia” in campo artistico: nel suo folto curriculum può vantare numerosi premi e riconoscimenti riscossi a livello nazionale, ma soprattutto mostre e personali d’arte in cui ha esposto alcune delle sue opere, come “Vortice”, “Charlie”, “X”, “View”, “I cinque sensi”, “Trucioli”, “Rooms”, “Trinità”, “Diamond”, “Caleidoscopio” e “Fiori di loto”, che coprono uno spazio temporale che va dal 2010 al 2018.

Permeata di puro simbolismo, “Tris” segna comunque nella produzione artistica di Vitalin l’acme dell’opera-intuizione per antonomasia, e dimostra come tecnica, impressione e resa artistica possano restituire allo spirito tutte le sue dimensioni. Dimensioni che nella sua arte spiegano il chiaro talento e la geniale creatività dell’artista. Il forte impatto dei suoi quadri rivela a primo acchito la forma espressiva preferita da Vitalin che non è tanto la pittura, quanto la composizione, come si è detto, intesa nel senso più ampio del termine. Non disdegna nemmeno fotografia e design. La sua è un’arte concreta, tangibile, e perciò di forte effetto comunicativo e in cui la tecnica, che prevede principalmente l’uso di acrilico su tela e la combinazione di più materiali fisici, si unifica con il sentimento, le cui tracce sono tratti cromatici, cinetici e concettuali di grande effetto.

Vitalin Grimaudo non è più un’artista emergente, in quanto “è già ampiamente emersa”. È piuttosto, come è stata definita, un’artista da capire, da decifrare, quindi apprezzare. La poetica della sua arte riflette a pieno il suo carattere razionale e minimalista, che la porta alla maturazione dell’opera solo dopo un processo che si svolge a fasi: inizia dalla suggestione di immagini catturate guardandosi intorno, procede individuandone il concetto e, una volta isolato, elaborato e trasferito in chiave matematica sulla tela. Le sue opere colgono immediatamente l’attenzione dell’osservatore, coinvolgendolo emotivamente e direttamente, anche per via della “fisicità” dell’arte stessa di Vitalin, che deriva da una non comune capacità di comporre ricorrendo all’uso dei materiali più vari.

Nell’arte di Vitalin Grimaudo nulla è lasciato al caso. Come diceva il pittore Paul Klee, “l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è” e così avviene per le opere della giovane artista messinese.

Vittorio Lorenzo Tumeo

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