Il garante dei detenuti e la “giustizia giusta”. Sit in di solidarietà e sostegno

Il garante dei detenuti e la “giustizia giusta”. Sit in di solidarietà e sostegno

Silvia Mondi

Il garante dei detenuti e la “giustizia giusta”. Sit in di solidarietà e sostegno

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lunedì 29 Dicembre 2014 - 08:07

Lo scorso 28 maggio è stata consegnata al sindaco di Messina, Renato Accorinti, una formale proposta per la nomina, anche a Messina, del Garante dei Detenuti. A distanza di sette mesi, l’associazione Radicali “Leonardo Sciascia” continua a crederci e a lottare

L’urgenza di nominare a Messina un Garante dei Detenuti si fa sentire. A farlo notare sono i manifestanti che nel giorno di Santo Stefano sono scesi in Piazza Unione Europea per sostenere l’iniziativa nazionale del Satyagragha di Natale, con oltre 600 adesioni, per l’Amnistia e la “Giustizia giusta”.

Il sit-in, organizzato dall’Associazione Radicali Messina “Leonardo Sciascia”, è stato finalizzato a sensibilizzare e ad informare l’opinione pubblica sulle condizioni delle carceri e degli Opg, sulle disparità di trattamento tra i vari istituti di pena e tra i detenuti.

Si è scesi in piazza anche per ottenere l’istituzione di un organo monocratico che riconosca e tuteli i diritti fondamentali dei detenuti: il “Garante dei diritti per le persone private della libertà personale”.

Lo scorso 28 maggio è stata consegnata al sindaco di Messina, Renato Accorinti, una formale proposta per la nomina, anche a Messina, del Garante dei Detenuti: un organo di garanzia, già previsto in decine di altri Comuni, che agisca contro ogni forma di abuso nei confronti delle persone private o limitate della libertà personale.

La proposta è scaturita dopo un pubblico dibattito al quale hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore generale presso la Corte d’Appello, Marcello Minasi, il professore ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico, Giovanni Moschella, il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Palmi, Emanuele Crescenti, e l’avvocato Gianluca Novak.

Ogni detenuto dovrebbe attuare un percorso di inserimento sociale al fine di reintegrarsi gradualmente all’interno della società; la struttura carceraria presente nel territorio messinese non sembra però offrire ai detenuti tali possibilità. Sembra infatti che la casa circondariale di Gazzi non presenti i programmi rieducativi previsti dall’ordinamento penitenziario e dalla legge.

L’amministrazione comunale, la stessa che secondo i manifestanti dovrebbe andare incontro alle esigenze dei cittadini privati della propria libertà personale, ha lanciato varie ipotesi in relazione ad un eventuale trasferimento della struttura carceraria nella zona di Campo Italia. Ipotesi che non rappresenterebbe comunque una soluzione.

A distanza di sette mesi dalla consegna dell’istanza al sindaco di Messina, l’associazione Radicali “Leonardo Sciascia”, insieme con altre azioni e iniziative, continua a crederci e a lottare.

Si resta dunque in attesa di una risposta da parte dell’amministrazione comunale affinché possa nominare una figura istituzionale pronta a tutelare i diritti fondamentali dell’individuo, in quanto considerato cittadino come gli altri, e non una sorta di “rifiuto” della società.

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