Barcellona. Intervento del sindaco Nania sul “Cutroni Zodda”: «Difenderemo con forza le ragioni del nostro ospedale»

Barcellona. Intervento del sindaco Nania sul “Cutroni Zodda”: «Difenderemo con forza le ragioni del nostro ospedale»

Barcellona. Intervento del sindaco Nania sul “Cutroni Zodda”: «Difenderemo con forza le ragioni del nostro ospedale»

venerdì 04 Dicembre 2009 - 22:58

Appare sempre più incerto il futuro del presidio barcellonese. Rimodulazione o chiusura?

«Voglio parlare del destino dell’ospedale della nostra città». Ha esordito così il sindaco di Barcellona, Candeloro Nania, all’incontro «in difesa del “Cutroni Zodda», da lui stesso convocato ieri sera nell’aula consiliare di Palazzo Longano, di comune accordo con il presidente del consiglio comunale, Francesco Crinò. Un incontro di cui l’amministrazione comunale ha avvertito la necessità, visti gli ultimi provvedimenti intrapresi dall’Asp Messina, che hanno decretato il trasferimento dell’attività di Traumatologia dal presidio barcellonese al vicino ospedale di Milazzo. «Non appena ho appreso la notizia – ha raccontato Nania – ho contattato immediatamente il direttore generale dell’Asp, Giuffrida, il quale mi aveva garantito che prima di prendere qualsiasi decisione mi avrebbe interpellato». Assente il direttore generale, che non è stato «volutamente invitato all’incontro – ha sottolineato Nania – perché aveva il dovere di visitare l’ospedale di Barcellona prima, così come ha fatto con altri nosocomi della provincia». Decisione che il consigliere Trifilò (Udc) non ha condiviso, sostenendo tra l’altro che «non si poteva prescindere dall’invitare i sindacati e le deputazioni nazionali e regionali». Le recenti disposizioni dell’Asp – ricordiamo – prevedono di mantenere una divisione di chirurgia in grado di garantire le funzioni di Traumatologia e Cardiologia solo per 12 ore al giorno (con reperibilità per la notte). «Ritengo che un ospedale – ha continuato il sindaco – non ha alcuna funzione se non è attrezzato per attività di urgenza/emergenza. E mantenere operativo il reparto di Cardiologia per 12 ore giornaliere non dà la possibilità di ricoverare un infartuato. Se disgraziatamente un paziente muore – ha tuonato ancora Nania – in nome del Comune mi costituisco come parte civile contro il direttore generale e contro l’assessore Russo». Parole forti quelle del sindaco, accolte con favore dalla cittadinanza, che, chiamata a partecipare all’incontro, ha aderito numerosa. Il trasferimento di Traumatologia è senza dubbio una manovra indirizzata all’esecuzione del piano di rientro sanitario della Regione. Al centro del dibattito, dunque, c’è stato anche il tanto discusso piano e il suo artefice, l’assessore Russo, che giorni fa si è recato in visita a Messina. «Russo non ha dato alcuna possibilità di confronto». Così, hanno commentato l’atteggiamento dell’assessore alcuni operatori sanitari che erano presenti all’incontro di Messina, manifestando pessimismo sul futuro del “Cutroni Zodda”. A parer loro, il destino dell’ospedale sarebbe già segnato: spogliato della possibilità di garantire assistenza, a lungo andare sarà costretto a chiudere per inefficienza. Anche se il direttore Giuffrida non ha ancora svelato chiaramente le sue intenzioni. Non è di questo avviso la sig. Olga Bilardo, responsabile delle Relazioni sindacali dell’Asp5, che nella confusione generale, è intervenuta per spezzare una lancia a favore del direttore dell’Asp, più volte chiamato in causa. «Quella del trasferimento di Traumatologia non è stata una manovra arbitraria. – ha dichiarato – Lo scorso 22 novembre era stata manifestata a tutti i sindacati firmatari la volontà di eliminare le unità illegittime. E non solo quelle dell’ospedale di Barcellona. Sono già partiti provvedimenti anche per le unità di altri nosocomi». «Il direttore generale deve fare i conti con le disposizioni assessoriali», ha commentato il direttore sanitario del presidio barcellonese, Domenico Sindoni. E ha continuato: «Stiamo senza dubbio attraversando un momento particolare. Ma per il “Cutroni Zodda” non sono previsti solo tagli. Dovrebbe, ad esempio, aumentare il numero di posti letto, che da 139 passerebbero a 150». Sindoni ha poi delineato il quadro generale che dovrebbe attuarsi in conformità col piano di rientro, che prevede la definitiva istituzione di una branca medica presso il presidio di Barcellona, e di una branca chirurgica presso quello di Milazzo. A Barcellona verrebbe potenziato un polo materno/infantile, con il trasferimento di ostetricia, ginecologia e pediatria da Milazzo e la perdita delle due specialità chirurgiche, traumatologia e urologia. «Ma se questo può giovare al miglioramento del servizio, ben venga», ha concluso il direttore sanitario, pur riconoscendo la necessità di garantire la specialità dell’area d’emergenza. «Quella che sta attraversando il nosocomio barcellonese è un’emergenza sanitaria presente già da diversi anni. Ci dovevamo muovere prima», ha dichiarato il consigliere Pirri, che ha suggerito di convocare una conferenza di sindaci. A venir coinvolta e penalizzata – come ha più volte sottolineato il sindaco Nania – è infatti non solo la città del Longano, ma la fascia tirrenica compresa tra Villafranca e Tusa, che, con un bacino di circa 400.000 abitanti, manca di strutture adeguate a fornire assistenza. Il tutto a vantaggio soprattutto del presidio ospedaliero di Taormina. Accolto il suggerimento del consigliere Pirri, Nania ha infine nuovamente manifestato la sua disponibilità al dialogo. «Attendo notizie da parte del direttore generale. In caso contrario – ha concluso – sono pronto a recarmi all’Asp di Messina e, se necessario, a Palermo».

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