Da anni lavorano in condizioni precarie e ora temono di perdere il loro impiego. Domani si riuniranno a Palermo con gli altri colleghi siciliani per frenare l’approvazione del decreto.
Sono lavoratori esasperati e stanchi di promesse mancate e di attese inutili quelli che ieri hanno protestato contro il ddl “Manovra correttiva per l’esercizio finanziario 2009”, approvato dalla Giunta Regionale. Si tratta dei 46 dipendenti stagionali del centro di meccanizzazione agricola dell’ESA di Barcellona, che a tal proposito hanno indetto un’assemblea permanente all’interno del loro ente. Il decreto, che porta la firma dell’assessore Di Mauro, li coinvolge direttamente poiché prevede la liquidazione dell’Ente Sviluppo Agricolo a partire da dicembre 2009. Una manovra che lascia i lavoratori perplessi «perché – come hanno spiegato – la soppressione dell’Esa non comporterà alcun risparmio per le casse regionali, e in più l’ente presenta un bilancio in equilibrio». «Appena due mesi fa – ricorda il portavoce dei lavoratori Vincenzo Fluca – l’assessore Michele Cimino aveva assicurato che l’Esa sarebbe diventato il braccio operativo dell’Assessorato all’Agricoltura e Foreste, inoltre il Cda ha già previsto il rilancio di alcuni settori come la biofabbrica di Ramacca, il piano di viabilità siciliana, il progetto per la fruizione dei borghi rurali».
I lavoratori dell’Esa si dichiarano decisi a continuare la protesta, seppur con modalità pacifiche, in difesa dei loro diritti. «Vogliamo che ci vengano riconosciute le professionalità acquisite all’interno dell’ente, e che l’Esa sia rilanciato», hanno affermato. Si tratta di trattoristi altamente specializzati che negli anni passati hanno svolto importanti funzioni nel settore dell’agricoltura, ma che col passare del tempo, senza una valida ragione, sono stati depotenziati e dequalificati, costretti a svolgere altre attività. E se finora hanno lavorato (o meglio sono stati sottoimpiegati o inutilizzati), con uno stipendio di 1.200 euro al mese per sette mesi l’anno, in condizioni di precarietà, con l’approvazione del decreto temono di perdere persino quel poco che hanno, nonostante le rassicurazioni dell’assessorato. «Con la nostra busta paga non possiamo neanche chiedere un finanziamento o un mutuo perché non ce lo accordano», ha denunciato Fluca.
Intanto, per dieci lavoratori a tempo indeterminato è già stato stabilito il trasferimento in un’apposita area speciale transitoria ad esaurimento, istituita presso la RESAIS S.p.A, e ovviamente, anche loro, sono decisi a protestare. «Come effettivo non mi sta bene essere parcheggiato, a 54 anni, alla RESAIS. – dice Giuseppe Bertolami – L’ente è sano e va rilanciato, ma evidentemente alla Regione fanno gola le proprietà dell’ESA».
Domani sarà una giornata cruciale: i 530 precari siciliani dell’ESA si riuniranno a Palermo nel tentativo di fermare l’approvazione del disegno di legge.
