Le carte di Ballotta. Sarà l’Università di Messina a prendersene cura

Le carte di Ballotta. Sarà l’Università di Messina a prendersene cura

Le carte di Ballotta. Sarà l’Università di Messina a prendersene cura

domenica 25 Ottobre 2009 - 13:21

Dopo la rinuncia della “Corda Fratres”, a seguito delle polemiche sollevate dal PdCi e da un folto gruppo di intellettuali, l’Ateneo messinese si assume finalmente l’onere della sistemazione del materiale documentale di Nino Pino, impegnandosi a renderlo fruibile in una sede non ancora individuata.

Sarà l’Università di Messina a procedere al recupero e alla sistemazione del materiale documentale appartenente a Nino Pino, lasciato per vent’anni in stato d’abbandono nell’abitazione di via Operai.

Lo ha reso noto il Rettore Francesco Tommasello in un comunicato stampa: «Le reiterate iniziative del Partito dei Comunisti Italiani e di alcune personalità culturali da questo sollecitate, con riferimento all’eredità del prof. Nino Balotta – scrive il Rettore – hanno destato nell’Ateneo sorpresa e stupore e sono probabilmente dettate da difetto d’informazione.

Il riferimento è all’esposto presentato dal Partito alla Procura della Repubblica e all’appello di alcune centinaia di intellettuali affinché fosse la stessa Università a farsi carico della riorganizzazione delle carte di Nino Pino e non l’associazione “Corda Fratres” di Barcellona. «Dopo vent’anni dal lascito del compianto docente – si legge nella nota – per la prima volta questo Governo d’Ateneo ha assunto concretamente l’iniziativa di onorarne la memoria, rimettendo ordine nel materiale documentale lasciato degradare per renderlo fruibile agli studiosi. Non c’è mai stata l’intenzione di alienarne la proprietà. È pervenuta la proposta della “Corda Fratres” di Barcellona Pozzo di Gotto, associazione della quale il prof. Balotta era socio onorario, di assumere a titolo gratuito l’onere della ripulitura e della classificazione del materiale presente nella casa. Dopo la riununcia da parte di quell’associazione, per le motivazioni che sono state rese note a mezzo stampa, il Senato accademico, nella seduta del 12 ottobre 2009, ha deciso che l’Università procedesse ugualmente a quest’opera con oneri a proprio carico e con esposizione in sede ancora da definire. Questo Governo dell’Ateneo non intende alimentare polemiche ed ha agito nel pieno rispetto delle norme e, soprattutto, nella memoria del proprio valoroso docente. Inoltre, sul versante della trasparenza, cui questo Ateneo non vuole rinunciare, è appena il caso di ricordare che questa Istituzione opera attraverso le deliberazioni dei suoi organi di governo. Sarebbe stato opportuno – conclude la nota – attendere le risposte ufficiali che discendono dai provvedimenti assunti collegialmente solo pochi giorni fa».

A margine della nota del Rettore, occorre precisare che diversi organi d’informazione hanno seguito, e non da ieri, i vari passaggi della vicenda relativa all’eredità di Nino Pino Balotta, che si trascina orami da vent’anni. La notizia che l’Università, con atto ufficiale, recuperi, in quanto Istituzione, un ritardo enorme, e decida finalmente di occuparsi di uno dei “suoi” più prestigiosi docenti, a lungo colpevolmente dimenticato, non può che essere accolta con soddisfazione; nella speranza che sia solo il primo passo per l’effettiva valorizzazione del patrimonio culturale e della testimonianza scientifica e intellettuale di Nino Pino. D’altra parte queste attività rientrano a pieno titolo nelle finalità accademiche di un Ateneo e rappresenterebbero l’esecuzione della volontà testamentaria di Balotta, che all’Università di Messina, e non a privati, lasciò in eredità le proprie cose.

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