Convegno sulla salute mentale: No agli abusi terapeutici e alla reclusione negli OPG

Convegno sulla salute mentale: No agli abusi terapeutici e alla reclusione negli OPG

Convegno sulla salute mentale: No agli abusi terapeutici e alla reclusione negli OPG

domenica 11 Ottobre 2009 - 12:51

Raccontata la storia di Giusy, che ha vissuto 2 anni e nove mesi a Castiglione delle Stiviere, soggetta a misure di contenzione meccanica e chimica e a trattamenti farmacologici che l’hanno segnata a vita. L’evento è stato organizzato dal centro studi “Sentieri della mente”.

«Gli ospedali psichiatrici giudiziari sono incivili e disumani, oltre che illegali e incostituzionali. La legge stessa ne prevede il superamento ormai da 31 anni, ma i politici hanno paura di perdere il consenso dei cittadini che chiedono sicurezza. E non hanno il coraggio di cambiare questo stato di cose». È una denuncia chiara quella di padre Pippo Insana, cappellano all’Opg “Madia”, fondatore e responsabile della “Casa di solidarietà e accoglienza” di Barcellona, che da anni ospita persone che provengono dall’ esperienza dell’internamento. L’occasione è stata il convegno sulla salute mentale organizzato dal centro studi di psicologia “Sentieri della mente” nell’auditorium della vecchia stazione. «Anche i dipartimenti di salute mentale hanno le loro responsabilità, perché non sono in grado di fornire i dovuti servizi» ha aggiunto padre Pippo. Il convegno è ruotato attorno alla storia di Giusy, una donna di 34 anni che ha vissuto la drammatica esperienza della detenzione nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, dove per 2 anni e nove mesi ha subito abusi terapeutici, con trattamenti sanitari obbligatori, contenzione meccanica e chimica, e la privazione di ogni forma di libertà e di individualità. E tutto ciò, come è stato ribadito nel corso del convegno, accada ancora a molti internati. Oggi Giusy è tornata a casa, vive serenamente con la sua famiglia e frequenta una comunità ad Oliveri. È stata la sorella Giulia Fasolo, psicologa e presidente del centro studi, a rivelare la vicenda di Giusy in un libro intitolato “Da vicino nessuno è normale. Giusy e il punto di non ritorno”, presentato ieri durante il convegno. «Con questo libro – ha detto la Fasolo – intendo raggiungere tre obiettivi: denunciare l’illegittimità degli abusi terapeutici, affermare il valore della persona umana qualunque forma possa assumere la mente, contribuire al sostegno delle cooperative Astu e Nuvola che operano con soggetti disagiati e finanziare la nascita di una cooperativa barcellonese, secondo la volontà di mia sorella». La Fasolo ha espresso anche un atto d’accusa nei riguardi del Dipartimento di salute mentale di Barcellona, incapace – a suo dire – di essere d’aiuto alla sorella e «di riconoscere nel malato prima di tutto una persona». Patrizia Mastroeni, assistente sociale, ha portato la sua testimonianza dell’amicizia che la lega a Giusy, sottolineandone risorse e debolezze, ma anche i segni indelebili impressi dagli abusi terapeutici subiti a Castiglione delle Stiviere. Nadia Furnari, rappresentante dell’associazione “Rita Atria” ha spiegato le ragioni della sua presenza a un convegno sulla salute mentale: «Per combattere le mafie occorre una coscienza civile, e questa parte dal rispetto delle minoranze e dal rifiuto di ogni forma di sopruso. Dobbiamo urlare giustizia – ha concluso la Furnari – e per farlo occorre metterci in gioco, compiere azioni. Chi agisce urla più forte degli strillatori di professione». Era presente anche il direttore dell’Opg di Barcellona, Nunziante Rosania, che in conclusione ha voluto porgere una sua riflessione sulle prospettive della cure e della prevenzione delle malattie mentali.

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