Gli assenti rispondono agli attacchi, Udc: “Coerenti con le nostre scelte”. Il Pdr sceglie il “silenzio degli intelligenti”

Il voto sul bilancio di previsione 2015 ha scatenato la guerra in aula. A scontrarsi però non sono stati consiglieri a amministrazione. Il documento finanziario non è stato il protagonista principale della seduta, a rubare la scena sono stati soprattutto gli assenti.

Gli scranni lasciati vuoti hanno fatto più rumore dei lavoratori stipati sulla tribuna degli spettatori, degli applausi scroscianti che hanno scandito gli interventi di chi ha scelto di votare il bilancio, delle parole del sindaco Accorinti. L’ira dei presenti si è scagliata contro quei colleghi che sono rimasti a casa, contro interi gruppi politici che hanno scelto una strada diversa e non si sono presentati in aula lasciando ai 21 presenti l’onere e l’onore di dare il via libera ad un bilancio di previsione 2015 arrivato quasi a metà 2016.

Durissimo l’intervento di Pippo Trischitta che ha tirato in ballo i leader di Pdr, Udc e Ncd, Beppe Picciolo, Giampiero D’Alia, Giovanni Ardizzone, Nino Germanà. A ruota anche Peppuccio Santalco, Elvira Amata, Carlo Abbate, hanno stigmatizzato l’atteggiamento politico di chi ha pensato di scaricare sulle spalle degli altri un voto così importante, di chi «fa conferenze stampa o va in Prefettura» e poi non si presenta in aula. Un dato è certo: il bilancio di previsione 2015 ha aperto una frattura pesante all’interno di un consiglio già martoriato da cambi di casacca, dimissioni, new entry, vicende giudiziarie.

Nel day after a Palazzo Zanca però poche reazioni e pochi commenti. L’Udc ha scelto di rompere il silenzio e di rispondere attraverso un comunicato stampa agli attacchi sferrati in aula. «Non votare il bilancio previsionale 2015 del Comune di Messina è stato l’ennesimo gesto di coerenze da parte nostra nei confronti di un’amministrazione della quale, ormai da molti mesi, non condividiamo l’operato» scrive il gruppo consiliare dell’Udc a Palazzo Zanca. Mario Rizzo, Mariella Perrone, Franco Mondello, Andrea Consolo e Libero Gioveni rispediscono al mittente le accuse di essere stati manovrati da scelte calate dall’alto, rivendicano autonomia di pensiero e di azione, spiegano perché hanno scelto di non esserci: «Ribadiamo la nostra posizione per togliere qualsiasi insinuazione su una possibile linea politica, da parte dei nostri leader nazionali e regionali, che avrebbe vincolato la decisione del gruppo: d'altra parte, in passato, non abbiamo votato nemmeno il consuntivo 2014. Rimaniamo convinti che questa esperienza amministrativa della città di Messina è ormai fallita e siamo sicuri che la migliore soluzione, come già spiegato nella conferenza stampa di qualche giorno fa, è dimettersi e andarcene tutti a casa».

L’Udc dunque risponde in coro alle accuse e conferma la sua scelta di campo anche evidentemente in previsione dei prossimi appuntamenti importanti in aula. Al momento rimangono invece in silenzio i consiglieri Pdr. Rita La Paglia, Santi Sorrenti, Nino Interdonato e Nino Carreri hanno preferito portare dubbi e timori direttamente sui tavoli della Prefettura e adesso vogliono prendere tempo e discutere insieme quanto accaduto ieri sera in aula. Il capogruppo Carreri spiega solo che i consiglieri Pdr al momento preferiscono non parlare, ma sottolinea che «il silenzio non è non avere più niente da dire». Quindi probabilmente delle reazioni ci saranno, al momento si registra il commento “social” del coordinatore cittadino Salvo Versaci: “Il silenzio degli intelligenti: il tempo sarà galantuomo, vedrete”.

La miccia si è appena accesa. E di certo gli strascichi di questo scontro saranno tanti.

Francesca Stornante