"Protestare è un atto legittimo di dignità dei lavoratori"

“Protestare è un atto legittimo di dignità dei lavoratori”

LOfficina delle idee

“Protestare è un atto legittimo di dignità dei lavoratori”

mercoledì 16 Maggio 2012 - 14:46

L'Officina delle idee interviene sul dibattito acceso dalla decisione di Buzzanca di denunciare la Cgil per stalking politico dopo le proteste delle lavoratrici dei servizi sociali al Palacultura. "Non garantire lo stipendio è il vero comportamento che affligge i dipendenti, e non le manifestazioni per i propri diretti"

Stalking: atti persecutori. Atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, perseguitandola e generandole stati di ansia e paura.
Il povero Buzzanca si sente in ansia quando incontra le lavoratrici dei servizi sociali. E non riesce a capire che, invece, non garantire lo stipendio è comportamento che affligge i lavoratori, generando stati di ansia e paura. Mentre invece rivendicare pacificamente e senza violenza alcuna il diritto allo stipendio costituisce un atto del tutto legittimo, un atto dovuto alla dignità propria di lavoratori e a quella delle proprie famiglie.
Fuggendo dal confronto Buzzanca si comporta come un cliente che ha ritirato della merce senza averla ancora pagata. Certamente, l’incontro ripetuto col proprietario del negozio gli causerà uno stato di ansia, e lo indurrà a cambiare strada, ma ad essere in difetto è il negoziante o il cliente? Oh come potrebbe girare tranquillo per la città Buzzanca, se solo la sua amministrazione pagasse regolarmente gli stipendi che deve!
Si guardi allo specchio Buzzanca prima di evocare fantasiose querele-boomerang ed eviti di utilizzare, ancora una volta, il collegio di difesa del Comune per pretestuosi tentativi di fuggire le proprie responsabilità. Le lavoratrici dei servizi sociali e la responsabile del settore “Funzione Pubblica” della CGIL, Crocè, potrebbero far valere nei suoi confronti la medesima imputazione di stalking, certamente con maggior probabilità di successo, essendo lui il responsabile della giunta che genera, coi propri atteggiamenti amministrativi, “ansia e paura” in loro e nelle loro famiglie.
Come cittadini siamo vicini alle ansie, alle preoccupazioni e ad ogni forma di civile rivendicazione delle lavoratrici dei servizi sociali e di tutti i lavoratori che, a fronte delle proprie prestazioni, non vedono riconosciuto l’elementare diritto allo stipendio.

L’Officina delle Idee

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