Non sarà il settimo posto in serie A, ma per chi ama il Messina oggi è comunque una giornata di festa. La Rosa, Di Maria, lo staff e i calciatori che non hanno abbandonato la barca che affondava: con loro i tifosi esultano
La conquista della salvezza per questo Messina è sicuramente uno di quei traguardi che può essere definito “miracolo calcistico”. Una stagione nata in maniera rocambolesca, con una società alle spalle praticamente “nulla” che ha deciso di non iscriversi al campionato di serie B e ripartire dalla quinta serie, senza però un futuro ben preciso e delineato. Molto è cambiato strada facendo, in primis proprio gli assetti societari. Ma sono stati mesi difficili, difficilissimi.
Un campionato organizzato in fretta e furia dal duo tutto messinese La Rosa-Di Maria. Una rosa allestita strada facendo che è partita praticamente senza preparazione, che è cambiata nei mesi, lavorando e sudando contro ostacoli di varia natura. Qualcuno ha abbandonato la barca, altri invece, la maggior parte, ha affilato le armi e uscito fuori il coraggio, contribuendo ognuno con il proprio impegno al raggiungimento di questa permanenza in serie D. Ragazzi, anche giovanissimi, che hanno dimostrato di meritarla questa maglia (anche se non verranno riconfermati), per l’attaccamento e la voglia di andare avanti nonostante le difficoltà.
Dai Franza alla Curatela, fino alla nuova Acr di Alfredo Di Lullo. In mezzo contestazioni, fallimenti, aste deserte, perizie, sequestri. Andare in campo e non pensare a ciò che poteva accadere fuori. Metterci tutto. Gaetano Di Maria l’ha definita la “vittoria del cuore”. Il successo di una squadra da molti vista come poco competitiva. Ma non è per questo che oggi parliamo di “miracolo calcistico”. E’ così perché al termine dell’anno che poteva segnare la fine del Messina, si riparte invece da un sorriso. Quella che poteva essere una retrocessione e una fine ingloriosa per la prima squadra della città, si è invece trasformata in una speranza, per il futuro. Almeno un punto di partenza. E’ un “miracolo calcistico”, perché un traguardo praticamente insperato al termine del girone d’andata si è trasformato in realtà e adesso ci permette di festeggiare. Per una salvezza in D? Sì, per una salvezza in serie D, per chi ama il Messina aldilà delle categorie. E allora grazie a Vincenzo Bevo, anima della squadra e grande condottiero, al capitano Fabio Femiano, ai gol in extremis di Ignazio Panatteri e a quelli durante la stagione di Marcello Quinto, alle giocate del messinese Daniele Ancione. Alla grinta e alla voglia di emergere di tutti i giovani: Cardia, Crisafulli, Dall’Oglio, De Bellis, Niceforo, Oliva, Raffa, Romeo, Sturiale, Tavilla, Biondo, Zafonte. A Micheli, a Taverniti, a Portosi e ai portieri Furlan, Caroccia e Coscia.
Certamente non per tutti questi calciatori ci sarà un futuro in riva allo Stretto. Ma sicuramente hanno meritato un grosso applauso e un ricordo di loro degno di questo nome.
