Il professor Medaglia, questa mattina è finito ai domiciliari, in seguito ad una inchiesta della Procura di Roma e della Guardia di finanza di Roma
CATANZARO – “Il professor Carlo Maria Medaglia, raggiunto oggi da una misura cautelare, a seguito di un’inchiesta della Procura di Roma e della Guardia di Finanza, non ha ancora lavorato un solo giorno in Arpacal. Il decreto del presidente della Giunta regionale indispensabile per ratificare la sua nomina, infatti, non è stato ancora firmato dal governatore Roberto Occhiuto”. E’ quanto viene riportato in una nota dell’ufficio stampa della Regione Calabria.
“In considerazione dei fatti emersi nelle ultime ore, il Dpgr non verrà emanato e la delibera attraverso la quale la Giunta aveva individuato il professor Carlo Maria Medaglia come nuovo commissario straordinario dell’Arpacal verrà revocata”.
Il professor Carlo Maria Medaglia, questa mattina è finito ai domiciliari, insieme ad una sua collaboratrice , in seguito ad una inchiesta della Procura di Roma e della Guardia di finanza di Roma che vede coinvolte altre persone. Inoltre, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per un valore di oltre 24 milioni di euro per i reati di indebita compensazione, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, ai danni dell’erario. La misura del provvedimento cautelare reale corrisponde all’ammontare dell’imposta evasa, dei debiti erariali indebitamente compensati e del prezzo illecitamente conseguito dai soggetti coinvolti.
FALSI PROGETTI A 20 SOCIETA’
Il provvedimento, emesso dal gip del tribunale di Roma, costituisce l’epilogo delle indagini coordinate dalla Procura di Roma, nel cui ambito sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Carlo Maria Medaglia, già prorettore e docente dell’università romana privata di una sua collaboratrice, i quali, sono accusati di aver falsamente erogato progetti di ricerca e sviluppo a oltre 20 società, consentendo a queste ultime l’illecito utilizzo di crediti d’imposta.
