L'aula chiude il cerchio e vota il nuovo Regolamento, ma scoppia la guerra Pd

L’aula chiude il cerchio e vota il nuovo Regolamento, ma scoppia la guerra Pd

Francesca Stornante

L’aula chiude il cerchio e vota il nuovo Regolamento, ma scoppia la guerra Pd

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mercoledì 03 Ottobre 2018 - 19:41

Le tanto discusse modifiche sul regolamento del consiglio comunale che sono state sbandierate anche dal sindaco come motivo di dimissioni, sono state approvate da un'aula ancora una volta compatta. Ma il nuovo regolamento scatena la guerra tra il Pd e il resto dell'aula

Il nuovo regolamento è realtà. Alla fine il consiglio comunale è riuscito a chiudere il cerchio sulle modifiche del regolamento del consiglio che in queste settimane hanno scatenato polemiche e scontri dentro e fuori dall’aula, duri attacchi mossi dal sindaco De Luca che proprio su questo regolamento ha “ipotecato” le sue possibili dimissioni. Una lunga sedutache si è chiusa dopo quattro ore di dibattito e che si è rivelata tutt’altro che in discesa.

Il dato politico che è uscito fuori da questa seduta è stata la netta spaccatura che il nuovo regolamento ha sancito tra il Pd e il resto dell’aula e all’interno dello stesso Pd. A rimanere fuori dalla querelle solo il consigliere Libero Gioveni, a dare battaglia invece Gaetano Gennaro, Antonella Russo e Felice Calabrò che addirittura dopo aver sollevato le sue critiche all’atteggiamento registrato dai vari gruppi su queste modifiche alla fine ha deciso di abbandonare l’aula annunciando di non partecipare più ai lavori in materie di regolamenti comunali.

La pietra dello scandalo è diventato ilmaxiemendamento (VEDI QUI) confezionato in questi giorni per compendiare tutti i 50 emendamenti che erano stati inizialmente presentati alla proposta dei consiglieri di LiberaMe. Un maxiemendamento che è stato discusso e concordato dai vari pezzi dell’aula ma che a quanto pare ha visto tagliati fuori i tre consiglieri Pd che durante la discussione hanno attaccato a muso duro i colleghi e hanno smontato pezzo per pezzo le modifiche che alla fine l’aula ha approvato con 27 voti favorevoli, i soli 2 voti contrari di Antonella Russo e Gaetano Gennaro e la consueta astensione del presidente Cardile.

E’ stato proprio Gennaro ad aprire lo scontro, tirando in ballo proprio il presidente comunale Claudio Cardile, anche lui esponente Pd ma finito nel mirino dei colleghi per aver “ospitato” le riunioni con i vari capigruppo che si sono susseguite in questi giorni per trovare la quadra sul maxiemendamento e arrivare in aula con una proposta blindata e che sarebbe stata votata da tutti.

«Sono venuto a sapere che sono state fatte delle riunioni per ma non sono stato invitato, mi sarebbe piaciuto dare il mio contributo, anche perché rappresento il gruppo del Pd e stasera presento il conto all’aula» ha detto Gennaro, seguito poi da Antonella Russo: «la fretta fa i gattini ciechi, ora lo vedremo se questo regolamento è un gattino cieco o se è stato fatto bene». Poi la chiosa di Felice Calabrò: «Possibile che nessuno si sia accorto che mancava il Pd?» non lesinando attacchi all’amministrazione prima di annunciare l’abbandono dell’aula questa sera e in qualunque altro lavoro che riguarderà i regolamenti.

E questo è stato il leit motiv che ha scandito tutto il dibattito. A cominciare dai 15 emendamenti presentati da Gennaro, poi ridotti a quattro e quasi tutti bocciati a maggioranza, con botta e risposta continui dagli scranni del Pd al resto dell’aula.

A parlare invece di questo maxi emendamento e di tutto il lavoro fatto dai consiglieri comunali per arrivare a questa delibera di modifica è stato Alessandro Russo, uno dei proponenti insieme ai colleghi di LiberaMe: «Abbiamo colto una sfida importante e ognuno di noi ha messo un’idea. La sfida che proveniva dalla giunta la sentivamo nostra già prima, abbiamo tenuto in considerazione quegli input, ma sfido chiunque a dire che questa proposta è uguale a quella dell’amministrazione De Luca» ha detto Russo per allontanare la visione di un consiglio che ancora una volta ha fatto quello che aveva ordinato il sindaco.

«Abbiamo inserito modifiche che tutelano i diritti rispettivi di consiglio e amministrazione. Abbiamo voluto lanciare un messaggio alla città: dimostrare di essere all’altezza del compito e del mandato che i cittadini ci hanno dato. Questo ci ha fatto imprimere un’accelerazione a questa sfida. Non vogliamo nessun primato, nessuno qui ha interesse a occupare una poltrona per primo o a piantare bandierine su isole deserte».

Russo ha poi spiegato le modifiche sostanziali che entrano in gioco con queste modifiche, dai tempi certi per la trattazione delle delibere, alla definizione di effettiva partecipazione, ai criteri dei gettoni di presenza, al riconoscimento delle competenze dei capigruppo: «Oggi compiamo un passo storico perché diamo regole chiare, inattaccabili e lineari su come si dovrebbe esercitare il ruolo di consigliere comunale sia in consiglio che in commissione».

Contro questa visione, condivisa praticamente da tutti i gruppi dell’aula, un “rompiscatole” Gennaro, come lui stesso si è definito ai microfoni, e un’agguerrita Antonella Russo che nel suo intervento ha esaminato le modifiche principali di questo nuovo regolamento parlando in alcuni passaggi di “aberrazioni democratiche”.

Nervi tesi che hanno portato al voto dopo diverse ore, conclamando l’isolamento dei due Pd. «In aula si può stare con i muscoli o con la testa. Stasera si è scelto di mostrare i muscoli ma spero non finisca come per Davide e Golia. Il tempo è galantuomo. Su un argomento come questo ci voleva forse un po’ più di testa e umiltà» ha detto in una delle sue ultime stilettate il capogruppo Pd.

Il nuovo regolamento adesso entrerà in vigore. Il sindaco De Luca ha incassato una nuova vittoria politica. Ed è anche riuscito, senza fare nulla, a spaccare il centro sinistra e lo stesso Pd al suo interno, cioè la coalizione più numerosa in aula.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. 27 pecore e 4 uomini e 1 donna.

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  2. Città bizzarra Messina. Accorinti come De Luca non aveva alcuna maggioranza in consiglio, eppure le delibere importanti di entrambi sono sempre state votate, come sottolineato dall’articolo, con maggioranze larghe. Fa riflettere!

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