Coronavirus. 2,7 milioni al Policlinico di Messina per 32 nuovi posti in rianimazione

Coronavirus. 2,7 milioni al Policlinico di Messina per 32 nuovi posti in rianimazione

Redazione

Coronavirus. 2,7 milioni al Policlinico di Messina per 32 nuovi posti in rianimazione

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giovedì 16 Aprile 2020 - 17:21

Fondi donati dalla Banca d'Italia

Ammonta a 2,7 milioni di euro il finanziamento che la Regione Siciliana, grazie ai fondi donati dalla Banca d’Italia e gestiti dalla Protezione Civile regionale, ha destinato al Policlinico di Messina “Gaetano Martino”.

La somma, proveniente dal fondo per le attività di beneficenza e le iniziative di interesse pubblico, è stata destinata alla realizzazione di 32 nuovi posti letto di terapia intensiva.

Sono state in totale 9 le Regioni che hanno beneficiato dello stanziamento (del valore complessivo di 34 milioni) e, in Sicilia, su input del presidente Nello Musumeci, è stato scelto il Policlinico di Messina per la realizzazione di un progetto di grande importanza non solo nell’ottica della gestione dell’attuale emergenza Covid-19.

“La scelta della Regione – afferma il direttore generale del Policlinico, dott. Giuseppe Laganga – va inquadrata in una duplice ottica. Innanzitutto, nella consapevolezza che le azioni per fronteggiare l’epidemia da coronavirus, superata una prima e immediata emergenza, dovranno ricomprendere importanti interventi strutturali di medio periodo, questo ampliamento ci permetterà di implementare la nostra organizzazione nell’ottica della ripresa di quelle prestazioni sanitarie che non riguarderanno solo l’emergenza e urgenza. Il passaggio alla fase 2, che segnerà un primo passo del ritorno alla normalità, segnerà anche la necessità di una fase 2 per la sanità: ci attendiamo, infatti, che il flusso di utenza torni a crescere e dovremo essere pronti, ancor di più, a gestire parallelamente servizi Covid e no-Covid, in particolare in un presidio come il Policlinico che, da Hub di II livello, costituisce un indispensabile riferimento per il territorio. Inoltre, in ottica futura, anche questo supporto costituisce la riprova della necessità di ridisegnare la strategia delle reti sanitarie e potenziare la loro capacità di reggere, come sta avvenendo in questo caso, anche le emergenze più gravi”.

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