Coronavirus a Messina. I medici pendolari: "Senza priorità si rischiano contagi"

Coronavirus a Messina. I medici pendolari: “Senza priorità si rischiano contagi”

Marco Ipsale

Coronavirus a Messina. I medici pendolari: “Senza priorità si rischiano contagi”

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lunedì 23 Marzo 2020 - 10:38

I medici sono sottoposti ai controlli insieme agli altri, ci sono poche corse, si creano assembramenti

48 medici pendolari dello Stretto di Messina si rivolgono alle istituzioni siciliane e calabresi ed al governo nazionale per denunciare “una situazione umana e sanitaria inaccettabile”. Gli Ordini dei medici di Messina e Reggio avevano stipulato un accordo con Bluferries, Meridiano Lines e Caronte e Tourist ma poi, invece, il servizio viene svolto solo da Caronte.

I CONTROLLI

“Noi che lavoriamo a Messina (37 sui 48 firmatari, mentre gli altri 11 sono messinesi che lavorano in Calabria), una volta attraversato lo Stretto e giunti presso la Rada San Francesco, ci troviamo costretti ad accodarci agli altri autoveicoli o pedoni, per chi viaggia senza mezzo, per sottoporci ai corretti controlli preventivi anti Covid 19 ma senza alcuna individuazione di priorità. Cosi non possiamo essere in prima linea in caso di emergenza in tempi rapidi”.

IL NUMERO DI CORSE

Per un giorno, solo due corse andata e ritorno, con “risultato catastrofico: assembramento di centinaia di persone con rischio di insorgenza di focolai di infezione, file di autoveicoli sia a Villa San Giovanni sia a Messina, con gente isterica pronta a linciare chiunque, e soprattutto, evenienza gravissima, molti medici ed infermieri non hanno potuto raggiungere il posto di lavoro, lasciando scoperti turni di servizio”.

Il raddoppio delle corse non ha sempre risolto il problema. Sabato, ad esempio, “si sono imbarcati sul traghetto dei camper con turisti tedeschi”. La nave, mezzo di trasporto pubblico, può diventare “potenziale fonte di focolai infettivi con il conseguente rischio che l’assembramento di più sanitari contemporaneamente nello stesso luogo (causato proprio dal ridotto numero delle corse) determini la diffusione virale tra noi e all’esterno, tra l’altro in assenza di sistematica sottoposizione ai tamponi”.

LE RICHIESTE

Le richieste sono quelle di aver garantita “una priorità per poter raggiungere il posto di lavoro e nell’esecuzione dei controlli una volta sbarcati a Messina, facilitandoci l’accesso ai traghetti, e aumentando il numero delle corse, almeno una ogni 80 minuti, visto che i nostri turni sono diurni (8-14), pomeridiani (14-20) e notturni (20-8)”. E ancora “l’introduzione più sistematica dei tamponi” e “controlli più severi su chi ha diritto di traghettare”, visto che sono ancora troppi quelli che lo fanno per ragioni non necessarie”.

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