Correntisti, attenzione al conto in rosso dal 1° gennaio

Correntisti, attenzione al conto in rosso dal 1° gennaio

Simone Milioti

Correntisti, attenzione al conto in rosso dal 1° gennaio

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martedì 29 Dicembre 2020 - 15:05

Cambiano le regole dell'autorità bancaria europea. Per chi ha il conto sconfinato ci sono delle novità da conoscere. Ecco le conseguenze

La nuova normativa dell’Eba, l’autorità bancaria europea, sta creando parecchia apprensione tra i correntisti italiani. Dal 1° gennaio cambiano, infatti, le regole che riguardano gli sconfinamenti, cioè il saldo eccedente le disponibilità proprie o quelle concesse sotto forma di affidamento dalle banche. Ricadono in queste nuove norme sia persone fisiche titolari di conti bancari, che piccole e medie imprese o aziende.

Le conseguenze, considerata la crisi economia attuale e le prospettive di ripresa che si allontanano, potrebbero rivelarsi piuttosto pesanti per alcuni cittadini e per alcuni piccoli imprenditori. La norma influirà anche sull’atteggiamento delle banche verso i propri correntisti. Sarà importante quindi essere ben informati e attendere eventualmente ulteriori precisazioni esplicative.

Cosa cambia dal primo gennaio

Secondo le nuove regole, la banca è tenuta a classificare un’esposizione in default quando l’arretrato su un finanziamento o lo sconfinamento sul conto corrente abbiano superato una cosiddetta soglia di rilevanza, articolata in due componenti:

  • la componente assoluta pari a 500 euro per le imprese e a 100 euro per le persone fisiche;
  • la componente relativa pari all’1% dell’importo totale delle esposizioni verso la banca finanziatrice.

L’esposizione è classificata in default quando essa, per un periodo superiore a 90 giorni, va oltre la soglia di rilevanza sia per quanto riguarda la componente assoluta che quella relativa.

In sostanza, al verificarsi delle condizioni sopra accennate, la condizione di default apparirà nella centrale rischi Bankitalia e il correntista potrebbe finire quindi sotto la categoria di cattivo pagatore. Secondo alcuni, compreso il presidente di ABI (Associazione Bancaria Italiana) Antonio Patuelli, in una una fase recessiva come quella che stiamo attraversando, una normativa così stringente potrebbe rendere più difficoltosa l’uscita dalla crisi.

Inoltre da più parti si è espresso il timore che sulla scorta della nuova normativa EBA, sui conti scoperti non vengano più consentiti dalle banche alcuni pagamenti automatici. Tra questi rientrano ad esempio l’addebito delle utenze, dalle bollette di luce e gas ad anche la semplice ricarica telefonica o rate di finanziamenti e mutui. Senza la liquidità sufficiente il RID automatico, tramite cui il titolare del conto autorizza la banca ad accettare l’addebito per un determinato creditore, potrebbe essere bloccato dalla banca stessa. Se il correntista non lo sa si ritrova moroso nei confronti di quel creditore. Lo stesso vale per il pagamento di stipendi e contributi previdenziali delle imprese.

La posizione critica di Unimpresa

Nei giorni immediatamente successivi alla notizia dell’entrata in vigore di questa nuova norma finanziaria il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino, ha rilasciato delle dichiarazioni critiche. Viene fatto presente che, specie per le categorie di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori, ci saranno difficoltà.

La prima problematica scaturisce dalla mancanza di flessibilità da parte degli istituti di credito. Unimpresa tiene a precisare che in questo periodo, specie per le piccole e medie imprese, ma è un discorso che vale per tutti, è fondamentale avere a disposizione liquidità in determinati contesti.

In secondo luogo Unimpresa ha anche paventato il rischio che le banche siano costrette ad attuare una “stretta al credito”. Perché, dopo aver segnalato un correntista come cattivo debitore, di fatto verrà a lui negata, in qualsiasi banca, la possibilità di richiedere ulteriori fondi.

Le risposte di Bankitalia

Nel dibattito è intervenuta Bankitalia che ha diramato un documento ufficiale e per semplificare ancor di più la comunicazione ha pubblicato delle FAQ (domande molto frequenti) in merito proprio ai cambiamenti che ci saranno dal 1° gennaio 2021.

Nelle risposte si legge che “la nuova definizione di default non introduce un divieto a consentire sconfinamenti: come già ora, le banche, nel rispetto delle proprie policies, possono permettere ai clienti utilizzi del conto che comportino uno sconfinamento oltre la disponibilità presente sul conto ovvero, in caso di affidamento, oltre il limite di fido”.

Non vi è, poi, alcun automatismo tra la classificazione a default e la segnalazione a sofferenza in Centrale dei Rischi.

Riguardo alla possibilità che le banche possano bloccare l’addebito di operazioni automatiche in presenza di sconfinamenti, Bankitalia fa un’ulteriore, importante precisazione. Infatti, come già specificato, dal 1° gennaio le banche potranno continuare a consentire ai clienti utilizzi del conto che comportino uno sconfinamento. Ciò potrà essere permesso anche per il pagamento delle utenze o degli stipendi. Si tratta tuttavia di una scelta discrezionale della banca, che può consentire oppure rifiutare lo sconfinamento. È quindi importante conoscere bene il contratto stipulato con la propria banca e dialogare con essa.

A quest’ultimo proposito, considerata la delicatezza della situazione, Bankitalia invita le banche a fornire informazioni e assistenza ai propri clienti. Lo scopo è quello di sensibilizzarli sulle implicazioni della nuova disciplina, aiutandoli a comprendere il cambiamento in atto e a regolarsi di conseguenza.

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