Covid. Scuole di danza figlie di un dio minore. Nasce un Comitato di protesta

Covid. Scuole di danza figlie di un dio minore. Nasce un Comitato di protesta

Rosaria Brancato

Covid. Scuole di danza figlie di un dio minore. Nasce un Comitato di protesta

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venerdì 21 Maggio 2021 - 07:45

In un anno e mezzo di pandemia sono state penalizzate dalle chiusure. "Non ci sono allievi di serie A e di serie B"

Le scuola di danza dal primo lockdown ad oggi sono state considerate “figlie di un dio minore”, penalizzate doppiamente da una mancata e chiara definizione da parte delle decisioni del governo su chiusure e restrizioni. Non fanno capo al Coni e rivendicano invece l’appartenenza al mondo dell’arte e dello spettacolo. Sono rimaste chiuse ininterrottamente e, poiché non risultano iscritte al Coni non hanno avuto neanche la possibilità delle riaperture consentite alle scuole affiliate ad enti sportivi con la giustificazione dell’agonismo.

Comitato Danza Accademica

E’ per tutelare i diritti del settore che si è costituito nei giorni scorsi a Milano, con sedi in tutte le Regioni, il Co.DA Italia, Comitato Danza Accademica. Nell’isola il comitato è presieduto da Mariangela Bonanno e si chiama CoDAS Sicilia. I comitati hanno lo scopo di raccogliere almeno mille firme per presentare una risoluzione in ogni regione di appartenenza con la finalità di promuovere e difendere i diritti delle Scuole di Danza e della figura professionale dell’Insegnante. Gli aderenti che, non fanno capo al Coni, rivendicano l’appartenenza della categoria al mondo dello Spettacolo e dell’Arte. L’ iniziativa nasce come risposta alla storica emarginazione istituzionale degli insegnanti di danza e ballerini rispetto alla figura dell’atleta sportivo.

Allievi di serie A e di serie B

Con la pandemia- si legge nel documento firmato da tutti i Comitati Danza- è stata messa in evidenza la grave crisi di identità imperante nel mondo della Danza, arte che è stata assimilata al mondo dello sport, discriminando tutte quelle realtà che non sono affiliate ad enti sportivi o al Coni e che, giusto per fare un esempio attuale, sono state e sono ancora costrette a rimanere chiuse.  Con questa discriminazione si sono venuti a creare in definitiva allievi di serie A e allievi di serie B, dal momento che le scuole affiliate ad un qualunque ente sportivo hanno potuto continuare in sede i propri corsi sfruttando l’escamotage dell’ “agonismo” mentre ad altre migliaia di allievi, appartenenti a scuole di danza non meno valide anzi più autentiche nella propria missione, è stato negato il diritto allo studio della danza in quanto ritenuti “non essenziali” e “sacrificabili”, con l’ulteriore danno del leso diritto al lavoro per gli insegnanti.


I comitati CoDA intendono sottoporre la loro Risoluzione condivisa da tutti i firmatari a tutte le dieci regioni di riferimento contemporaneamente e di seguito al Parlamento Italiano. A tale scopo è stato fondato anche un gruppo su Facebook denominato “Scuole di Danza no Coni” e dell’iniziativa è stato messo al corrente anche il Consiglio Internazionale della Danza (CID) dell’Unesco.

Per informazioni codalombardia@newscamp.it

  • CoDAL Lombardia, Presidente Maria Gabriella Pietraforte
  • CoDAV Veneto Presidente Paola Miotto
  • CoDAP Piemonte Presidente Assunta Zavattieri
  • CoDAL Liguria Presidente Simona Diotalevi
  • CoDAE Emilia-Romagna Presidente Patrizia Abbate
  • CoDAM Marche Presidente Homar Perchiazzo
  • CoDAL Lazio Presidente Massimo D’Alessio
  • CoDAC Calabria Presidente Margherita Mingrone
  • CoDAB Basilicata Presidente Elettra D’Alessio

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Un commento

  1. Il paradosso. Inviare a scuola i figli no per paura del contagio. Inviarli a danza si. Perché non parlare di altre attività sul lastrico? Palestre, ristoranti, hotel tanto per fare un esempio.

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