Atm, le cause del «fallimento» analizzate da Ugl, OrSa e Cub, che scrivono anche alla Procura della Repubblica

Atm, le cause del «fallimento» analizzate da Ugl, OrSa e Cub, che scrivono anche alla Procura della Repubblica

Atm, le cause del «fallimento» analizzate da Ugl, OrSa e Cub, che scrivono anche alla Procura della Repubblica

giovedì 14 Aprile 2011 - 15:37

Le tre sigle sindacali sollecitano «le istituzioni preposte ad assumere posizioni chiare ed incisive, garantendo legalità e trasparenza»

Tutti ansiosi di conoscere il piano di rilancio dell’Atm redatto dall’amministrazione comunale per tirare fuori dai guai, dentro i quali sguazza da ormai un decennio, l’azienda speciale di cui il Comune è unico proprietario. Ma passano i giorni,le settimane ed i proclami rimangono tali: da quel di pazzo Zanca, infatti, nulla ancora trapela sulla famigerata delibera “salva Atm”, che avrebbe dovuto essere illustrata alla stampa già la scorsa settimana.

Ed in assenza di notizie concrete sul futuro dell’azienda, se un futuro per l’azienda ci sarà, sono le polemiche ad alimentare il dibattito. In primis, quelle dei sindacati autonomi UGL Trasporti, OrSA Trasporti e CUB Trasporti, che hanno recapitato una nota al sindaco Buzzanca, all’assessore alla Mobilità Capone, al Consiglio Comunale ed al suo presidente Previti, al Commissario straordinario Russo, al Presidente della Regione Lombardo, al Prefetto Alecci ed anche alla Procura della Repubblica , avente per oggetto: “fallimento Atm” .

Nel documento, le tre sigle sindacali individuano le cause della crisi economico – finanziaria dell’azienda di via La Farina e le riassumono in cinque punti, così elencati: interessi passivi abnormi a fronte di una scopertura bancaria costantemente quantificata in circa 7 milioni di euro; rate del mutuo, a suo tempo contratto per la costruzione del fabbricato della sede ATM, che gravano sul bilancio della stessa Azienda senza che la stessa ne possieda il titolo di proprietà; rate del leasing contratto dal Comune di Messina per l’acquisto dei 25 bus (Bredamenarini C 230), che gravano anch’esse sul bilancio ATM anziché sul soggetto contraente; linea tranviaria, anch’essa di proprietà Comunale, ma affidata in gestione all’azienda con i costi della manutenzione straordinaria che gravano sulle casse ATM; tagli indiscriminati sui Bilanci di Previsione ATM operati nel corso degli anni dal Comune, senza tener conto del costante ed esponenziale aumento dei costi dei carburanti, dei lubrificanti, dei ricambi e del costo del personale.

Secondo UGL Trasporti, OrSA Trasporti e CUB Trasporti «alle criticità di ordine finanziario si affianca la colpevole mancanza di una politica di investimenti finalizzata al rinnovo del parco mezzi e di innovazione tecnologica. Per poter soddisfare in modo efficiente ed efficace il servizio di TPL – continuano i tre sindacati autonomi- necessiterebbero giornalmente circa 120 bus, ma si riesce a metterne in linea 40/50 con una anzianità di servizio che tocca medie inaccettabili 15/25 anni che solo con la responsabilità e la collaborazione di autisti e personale delle officine si riesce a stento a far circolare».

A fare le spese del “disastro” Atm sono sia gli utenti, costretti ad usufruire un servizio di trasporto pubblico scadente, sia i quasi 700 dipendenti dell’azienda speciale che vedono il loro futuro sempre più incerto, anche alla luce – secondo le tre sigle sindacali – «dello spezzatino della annunciata New Co», che più che tutelare i diritti dei lavoratori servirebbe a «spartirsi le varie porzioni».

UGL Trasporti, OrSA Trasporti e CUB Trasporti ritengono inoltre che «l’Amministrazione Comunale guidata dall’On. Buzzanca, non abbia il coraggio di dire chiaramente come stanno le cose» e chiedono «alle istituzioni preposte di assumere nel merito posizioni chiare ed incisive, garantendo legalità e trasparenza».

Ciò di cui Messina ha bisogno, concludono nella nota, è «un Trasporto Pubblico Locale avente canoni di civiltà».

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