Il sindaco: "A Trapani commissariamento revocato, da noi una strada che non funziona". In discussione il modello della società mista pubblico-privata
MESSINA – Sul servizio idrico nella Città metropolitana di Messina interviene il sindaco Federico Basile. E di fatto chiede al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, di cambiare rotta.
Ecco la sua nota: “A Trapani commissariamento revocato, a Messina invece si insiste su una strada che non funziona. Serve chiarezza. La notizia della revoca dell’incarico alla commissaria dell’Ati di Trapani, e del contestuale affidamento a Invitalia del percorso verso la gestione unica del servizio idrico, in applicazione delle norme nazionali e a seguito della diffida del governo, impone una riflessione seria e oggettiva anche per la provincia di Messina. Nel Trapanese, dopo aver preso atto dell’impossibilità di arrivare in tempi utili all’affidamento del servizio, il presidente della Regione ha comunicato l’oggettiva inadeguatezza del percorso avviato. Il governo nazionale è quindi intervenuto in via sostitutiva, affidando a Invitalia un mandato chiaro e temporaneo. Di conseguenza, lo stesso presidente Schifani ha ritenuto non più necessario proseguire il commissariamento, che non aveva raggiunto gli obiettivi previsti”.
“Perché a Trapani il commissariamento, mentre a Messina si persegue in una gestione che non funziona?”
Continua Basile: “A Messina, invece, accade esattamente il contrario: si continua a reiterare una procedura di gara già andata deserta due volte, si insiste sul modello della società mista pubblico-privata e, allo stesso tempo, si mantiene un commissariamento che sta producendo ritardi, incertezze e nessun risultato concreto. Tutto questo mentre sulla città e sulla provincia pesa un’incertezza che riguarda un servizio essenziale, strategico e vitale come quello idrico. La domanda è semplice e diretta: perché a Trapani si è preso atto che il percorso intrapreso non funzionava, intervenendo in maniera chiara e definitiva, mentre a Messina si persevera in una gestione che non ha dato esito positivo?”.
“Tante opportunità di finanziamento perdute, l’assenza di un gestore unico del servizio idrico e le ripercussioni sulle bollette”|
E ancora: “Va inoltre ricordato che il tema era stato sollevato con chiarezza in aula, durante la discussione della legge di stabilità, da Cateno De Luca e dal gruppo Sud chiama Nord, evidenziando l’anomalia di un commissario chiamato a operare contemporaneamente su più province, tra cui Messina. Il paradosso oggi è evidente: proprio a Messina, che era il caso su cui quell’intervento si era maggiormente concentrato, il commissariamento rimane inalterato; mentre a Trapani, dove pure operava la stessa figura commissariale, si è proceduto alla revoca dell’incarico. Una contraddizione che non può non essere evidenziata e sulla quale chiediamo chiarezza. Noi chiediamo trasparenza, rispetto delle norme e delle comunità locali e che l’assemblea dei sindaci torni protagonista con coinvolgimento reale dei territori e delle amministrazioni che li rappresentano. Il servizio idrico non può diventare terreno di sperimentazioni continue o di decisioni calate dall’alto. Messina ha una sua storia gestionale, ha una propria azienda pubblica strutturata e ha il diritto di essere parte attiva nelle scelte strategiche che riguardano il futuro della rete e dei cittadini”.
Conclude Basile: “Occorre ricordare che, in assenza di un gestore unico del servizio idrico, negli anni sono già andate perse diverse opportunità di finanziamento, comprese risorse Pnrr e altri fondi dedicati agli investimenti infrastrutturali. È legittimo chiedersi quante altre occasioni dovranno essere sacrificate prima che si assuma una decisione definitiva sulla revoca dell’attuale commissariamento e sull’avvio di una governance efficace e stabile del servizio. E soprattutto se non si debba attendere un commissariamento governativo nazionale, con conseguenze gestionali che ricadranno inevitabilmente su costi e bollette”.
La battaglia politica del comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”
Nel 2025, a portare avanti la battaglia politica è stato il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”. Un appello costante contro la “privatizzazione del servizio idrico” nel Messinese.
“In questi anni una decina di Comuni, tra cui Messina, ha fatto ricorso al Tar, contestando la nomina del
commissario e la sua scelta della gestione mista pubblico/privato. Ma dopo la soccombenza dei Comuni al Tar nulla o quasi si è più mosso, consentendo alla commissaria nominata da Schifani di proseguire per la sua strada che non è quella dei Comuni del Messinese”, hanno più volte sottolineato.

Adesso che il “padre nobile” non é più tale…..si può esprimere dissenso.
Mahh.