Celebrato sabato il diciottesimo anniversario della Lelat, l'associazione che lotta contro l'Aids e la tossicodipendenza

Celebrato sabato il diciottesimo anniversario della Lelat, l’associazione che lotta contro l’Aids e la tossicodipendenza

Redazione

Celebrato sabato il diciottesimo anniversario della Lelat, l’associazione che lotta contro l’Aids e la tossicodipendenza

lunedì 27 Ottobre 2008 - 11:48

Unica grande assente, lamentano gli organizzatori, la politica

E’ stato celebrato sabato, nei locali della comunità della Lelat, con una Santa Messa di ringraziamento per la tenacia e la testardaggine con la quale questo “compleanno- è stato possibile, il 18° anniversario dell’associazione che lotta contro l’Aids e la tossicodipendenza.

“Quando tutto nel bosco sembra morto e spento, un pettirosso riprende a cantare- (Muriel Barbery), la cerimonia di ieri è stato il pettirosso che malgrado ogni oggettiva minaccia di distruzione, riprende a cantare! E a cantare con la LELAT c’era una numerosa rappresentanza di volontari provenienti da decine di associazioni messinesi, di forze dell’ordine, del Carcere , dell’UEPE, dei sindacati e tanti, tanti giovani.

Nel corso della “festa- di diciottesimo è stato presentato il nuovo Consiglio Direttivo della LELAT: Anna Maria Garufi, sarà il presidente, Luciano Taranto e Maria Luisa Cogliandro, vicepresidenti, Giuseppina Pandolfino e Giuseppe Previti, consiglieri.

Grande assente…..la politica e forse non solo a causa della concomitanza con altri eventi politici, gli assenti rammaricati di esserlo infatti hanno inviato messaggi di augurio e di vicinanza (Prefetto, Arcivescovo, Rettore, Presidente Consiglio Comunale, Provveditore, Segretario del P.D., padre Montenegro).

La sensazione che ne deriva è che la politica non intende in alcun modo dare risposte alle istanze sociali ed ai bisogni della nostra città che,infatti, per la sua scarsa vivibilità è tra le ultime d’Italia. L’unica speranza per la LeLAT è che una imprenditoria sana ne sposi la causa costituendo una cordata solidale così come sempre più spesso avviene nelle altre città d’Italia, dove banche, imprenditori e commercianti sponsorizzano comunità terapeutiche altrimenti destinate a chiudere.

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