Chiusura officina grandi riparazioni Fs, ci saranno 128 posti di lavoro in meno. Duro attacco di “Rete No Ponte”

Chiusura officina grandi riparazioni Fs, ci saranno 128 posti di lavoro in meno. Duro attacco di “Rete No Ponte”

Chiusura officina grandi riparazioni Fs, ci saranno 128 posti di lavoro in meno. Duro attacco di “Rete No Ponte”

venerdì 06 Maggio 2011 - 09:10

I sindacati di settore annunciano lo stato di agitazione. I no –pontisti: «La mega infrastruttura contribuisce a smantellare le poche attività rimaste in una città»

L’annunciata chiusura dell’Officina Grandi Riparazioni ferroviarie non lascia indifferenti, e non poteva essere altrimenti, i sindacati.

Le organizzazioni sindacali si oppongono alla scelta di Trenitalia – appresa mediante documento della Direzione Tecnica di Trenitalia, consegnato al sindacato lo scorso 21 aprile – di terminare la produzione entro 30 mesi, periodo previsto per la consegna delle aree necessarie alla costruzione del Ponte sullo Stretto. In base al documento aziendale, fanno sapere i sindacati, «la manutenzione ciclica residuale effettuata oggi a Messina verrà trasferita presso altre strutture del Nord » e la conseguenza immediata di tale provvedimento sarà, sempre secondo le organizzazioni sindacali, «la perdita di altri 98 posti di lavoro più altri 30 dell’indotto».

Filt Cgi,l Fit Cisl, Uilt, OrSa, unitamente alle RSU 103 hanno, quindi, deciso di scrivere una lettera ai vertici dell’azienda, al prefetto Francesco Alecci, al sindaco Giuseppe Buzzanca ed al presidente della Regione Raffaele Lombardo,, annunciando lo stato di agitazione dei lavoratori e l’avvio delle procedure di raffredamento.

«Con il solito alibi del ponte – si legge testualmente – in luogo delle sviluppo promesso dal governo, Trenitalia sta producendo la dismissione dei trasporti e delle infrastrutture siciliane. L’attacco all’officina di Messina è chiara conferma della dismissione ferroviaria in Sicilia. Si sta per chiudere l’ultima realtà di manutenzione ciclica della regione che fino al 1994 dava da lavorare a 480 ferrovieri».

I sindacati invitano, infine, Buzzanca e Lombardo ad intervenire al fine di « tutelare il territorio dall’attacco indiscriminato del Gruppo FS, che continua a penalizzare la nostra città»

Oltre alla reazione dei sindacati, la chiusura dell’officina grandi riparazioni ferroviarie di Messina ha suscitato anche quella dei no-pontisti che, “approfittando” dell’annunciata dismissione causa realizzazione Ponte sullo Stretto, in un comunicato torna a ribadire che «la mega infrastruttura contribuisce a smantellare quel poco di attività rimaste in una città; consuma risorse pubbliche (110 milioni solo per il progetto definitivo) e cancella posti di lavoro».

Il documento della Rete No Ponte si conclude con l’appello a partecipare, il prossimo 14 maggio, all’ennesima manifestazione contro l’opera.

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