Consorzio Autostrade: guerra intestina tra i sindacati sulla gestione dell'organico

Consorzio Autostrade: guerra intestina tra i sindacati sulla gestione dell’organico

Consorzio Autostrade: guerra intestina tra i sindacati sulla gestione dell’organico

venerdì 22 Agosto 2008 - 09:28

Marco Vadalà (Filt Cgil) attaccato dalle altre sigle. La sua difesa. Critiche anche su trasferimenti e mancato completamento della pianta organica

Accuse pesanti, con tanto di nome. I sindacati Fit Cisl, Sla Cisal, Ugl At, Feder Lata hanno scritto alla dirigenza del Consorzio Autostrade siciliano, ma anche alla Corte dei Conti di Palermo e alla Procura della Repubblica di Messina, per denunciare quelle che definiscono «gravi irregolarità commesse nel settore dell’Ufficio Linea Esazione, dal quale dipende il 70% dell’organico dell’ente».

L’accusa principale lanciata dai segretari aziendali riguarda la «-amministrazione parallela-, in mano ad una -casta- di spregiudicati personaggi, riconducibili a precise matrici politico-sindacali, che, in spregio alle declaratorie ed alle mansioni del CCNL, occupano ruoli che non competono loro con il conseguente vantaggio di poter controllare il personale sull’intero territorio, da Catania a Buonfornello, disponendo arbitrariamente, con il classico -metodo del bastone e della carota-, della qualità della vita lavorativa e retributiva degli esattori».

Un vantaggio che, stando alle accuse, viene fatto valere «soprattutto in concomitanza con le campagne elettorali». L’oggetto delle accuse è Marco Vadalà, della Filt Cgil, che ricoprirebbe «la figura del coordinatore, non prevista in pianta organica». Vadalà, secondo chi lo accusa, è un uomo «in quota alla corrente dell’On. Panarello», quindi si deduce che sfrutterebbe la sua posizione per favorire le campagne elettorali dell’onorevole.

Alle accuse ha risposto, in modo da lui stesso definito -andreottiano-, Vadalà, ricordando che la questione della sua posizione è stata più volte tacciata di illegittimità, a partire dal 2005, anche davanti alla Corte dei Conti. Senza che ciò abbia portato a esiti di alcun genere.

«L’accusa è pretestuosa – ha rincarato Pino Foti, segretario provinciale Filt Cgil -. Il problema vero è che nel Consorzio manca il governo da tempo, esce adesso da un lungo periodo di commissariamenti, e negli ultimi 4 anni non è stata applicata la pianta organica, che pure è stata siglata, nel 2004, da Cgil, Cisl e Uil. Succede, quindi, che i lavoratori sono spostati dalle loro ad altre mansioni, senza che gli venga riconosciuto niente. Come conseguenza, il contenzioso prolifera.» E alla fine Foti piazza la botta: «Si consideri che i sindacati autonomi all’interno del CAS sono infinitesimali, difendono posizioni personali o poco più».

I problemi della pianta organica e dei trasferimenti sono gli altri punti toccati dalla lettera della Cisl e dei sindacati autonomi. I sindacati, tra l’altro, chiedono conto alla dirigenza del Consorzio del cambio di destinazione di 10 capistazione, costretti a svolgere mansioni di livello inferiore a quello acquisito; ma anche della gestione, definita «incomprensibile», del numeroso personale precario; e infine «della grave situazione del settore sotto il profilo della sicurezza, salubrità e pulizia dei luoghi di lavoro, le cui condizioni sono in atto, assolutamente compromesse, stante l’inconcludenza del personale aziendale preposto e degli incontri (c.d. tavoli tecnici) con la dirigenza».

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