Crisi del settore pesca, insufficienti gli aiuti statali

Crisi del settore pesca, insufficienti gli aiuti statali

Redazione

Crisi del settore pesca, insufficienti gli aiuti statali

mercoledì 28 Gennaio 2009 - 16:14

«Gli aiuti statali per la crisi del settore pesca, dovuta in particolare al caro-gasolio, non possono essere destinati solo ad alleviare le sofferenze delle aziende, senza tenere conto dei lavoratori, che sostanzialmente partecipano in maniera attiva al rischio d’impresa, anche in relazione al fatto che il sistema retributivo applicato è, per la maggiore, quello alla parte». Lo sostiene Enzo Cocivera, segretario della Flai-Cgil di Messina, che ritiene pertanto iniquo il provvedimento con cui i 30 milioni stanziati durante la crisi del caro-gasolio, sono stati dirottati solo ed esclusivamente verso il sistema delle imprese senza prevedere una misura sociale per i lavoratori, come inizialmente convenuto.

Questa ed altre critiche sono state mosse dalle sigle sindacali di categoria direttamente al Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia, nel corso di una riunione del tavolo di filiera del settore Pesca a Roma, in cui è stato annunciato lo stato di agitazione dei lavoratori. Tra le altre cose, non è accettabile l’indisponibilità mostrata dal Ministro e dal Governo nel reperire risorse necessarie per i lavoratori sbarcati a seguito della demolizione del natante. A tal fine, infatti, sono stati già stanziati 150 milioni di euro per le sole imprese mentre ai lavoratori è stata negata l’indennità prevista dal fondo europeo per la pesca (fep) e dal programma operativo a livello nazionale, all’interno dei piani di gestione. Le critiche mosse dalle Organizzazioni sindacali riguardano, inoltre, la scarsa attenzione mostrata dal Ministro nel voler estendere anche alla pesca la cassa integrazione ordinaria prevista per il settore agricolo.

In previsione del prossimo fermo pesca, pertanto, centinaia di migliaia di lavoratori rischierebbero di rimanere senza alcuna forma di sostegno al reddito. Per tutte queste ragioni, non avendo ricevuto risposte adeguate, è stato deciso di proclamare lo stato di agitazione della categoria, promuovendo incontri con le marinerie per discutere di quanto sta’ succedendo.

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