CRONACA E FOTO - Sgombero campo rom di San Raineri, il racconto della lunga notte. Alle 4.55 l’ingresso nel primo appartamento

CRONACA E FOTO – Sgombero campo rom di San Raineri, il racconto della lunga notte. Alle 4.55 l’ingresso nel primo appartamento

CRONACA E FOTO – Sgombero campo rom di San Raineri, il racconto della lunga notte. Alle 4.55 l’ingresso nel primo appartamento

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venerdì 01 Aprile 2011 - 02:38

Le operazioni proseguiranno per tutta la mattinata. Già pronti i mezzi della Demoter per gli interventi di demolizione che cominceranno da subito. Otto famiglie trasferite all'Annunziata, due all'ex-scuola di Bordonaro. All'interno ampia PHOTOGALLERY

Sono le h 3.10 quando la luce di quattro grandi fari “irrompe” nel buio del campo rom di San Raineri e il cancello viene divelto. E’ l’inizio di una lunga giornata al termine della quale, dopo ben 22 anni, si procederà alla completa demolizione di tutte la fatiscenti baracche del “Villaggio Fatima”, anch’esso un “pezzo di storia”, purtroppo non esaltante, di Messina. Una città che crede sempre di più nella possibilità del recupero completo della Zona Falcata.

Ad eseguire gli interventi di sgombero e la prima fase di trasferimento nei nuovi alloggi, a titolo completamente gratuito, i “City Angels”, coordinati da Giovanni Gentile, che ha messo a disposizione i mezzi della propria ditta per effettuare il trasloco di mobili e suppellettili negli appartamenti individuati nella zona di villaggio Matteotti (Annunziata) di fronte il commissariato Nord. L’operazione avviata in nottata e che con tutta probabilità procederà fino al primo pomeriggio, è stata intitolata “Giuseppe Zuccarello”, (nome in codice “Dark”), anche lui parte della “famiglia” dei city angels e scomparso nell’incidente di qualche giorno fa sulla SS114.

L’operazione vede coinvolti diversi rappresentanti delle forze del’ordine e di assistenza (Polizia, Carabinieri, Polizia municipale, Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco, Protezione civile e Croce Rossa) ed è seguita passo passo dagli assessori Dario Caroniti e Pippo Isgrò. Prima dell’inizio vero e proprio degli interventi, non sono mancati i momenti di tensione. I rom non hanno infatti accettato di buon grado la decisione di effettuare lo sgombero nel bel mezzo della notte. «Non siamo animali – commenta Joseph Feryzay, “mediatore” della comunità con l’amministrazione comunale – non c’era bisogno di arrivare in piena notte, non siamo in guerra. Che modo è? I bambini sono stati svegliati all’improvviso». Affermazioni naturalmente condivise anche dalle altre famiglie che tra l’altro sembrano non accettare l’idea di dover dividere l’appartamento con un “altri”, seppur parenti. L’atmosfera si surriscalda: vengono allertati gli assessori Caroniti e Isgrò, coordinatori dell’intera operazione, che giungono al campo con anticipo rispetto all’orario stabilito. C’è chi alza i toni, chi piange, chi “spinge” per poter avere l’abitazione migliore minacciando altrimenti di non lasciare la baracca, ma le rassicurazioni fornite dai rappresentanti della giunta Buzzanca alle così dette “teste calde” permettono di stemperare gli animi.

E dunque si comincia. Intorno alle h3.20 con manovre non certo semplici da effettuare all’’interno di spazi notevolmente ridotti, i primi camion fanno ingresso nel campo: si cominciano le operazione di svuotamento delle fatiscenti baracche. La prima, entrando sulla sinistra, è occupata dalla famiglia Bahtijar: all’interno alcuni bambini dormono ancora su materassi di fortuna avvolti da plaid per proteggerli dal freddo. Pian piano i mobili vengono caricati sul camion fermo proprio in corrispondenza dell’ingresso della -casa-, la prima che verrà abbattuta dalla grande ruspa della Demoter già presente fuori dal campo. E’ forte l’ “aria” di incredulità che si respira tra quelle baracche che a breve non esisteranno più: sono increduli i componenti delle altre famiglie che attendono il loro turno e preparano gli ultimi pacchi, ma lo sono anche, e non a torto, gli assessori Caroniti e Isgrò che vedono materializzarsi un traguardo per cui è stato necessario lavorare a lungo e in modo certosino, cercando di evitare il più possibile pericolose “fughe di notizie” che avrebbero potuto rischiare di mettere in discussione il successo dell’intera operazione. Da qui anche la scelta di effettuare lo sgombero in piena notte (altri chiarimenti nelle successive interviste).

Alle 4.45 il primo camion, “scortato” da Vigili, Polizia e Carabinieri, parte alla volta dell’Annunziata, dove in totale vengono trasferite 8 famiglie (altre due all’ex-scuola di Bordonaro). Cercando di rispettare il silenzio notturno e soprattutto il riposo degli altri abitanti delle palazzine (non a conoscenza delle “new-entry”), ci avviciniamo al cancello d’ingresso del primo appartamento: non mancano le battute nel tentativo di “smorzare” la tensione del momento, legata soprattutto alle possibili reazioni degli abitanti della zona: lo stesso Isgrò con un pizzico di autoironia afferma: «Non è che le chiavi sono quelle sbagliate?». No, sono proprio quelle giuste e l’inconfondibile “click” dell’apertura del catenaccio ne dà la conferma. H 4.47 Si apre la porta, si accende la luce e via all’applauso: l’incredulità lascia il posto alla certezza. E’ la famiglia Bahtijar la prima ad arrivare nell’appartamento, non manca la commozione, sia da parte dei nuovi, temporanei, proprietari, sia da parte di Isgrò: «Facciamo una festa per tutti» affermano con gioia gli occupanti.

Dai balconi delle palazzine circostanti fanno intanto capolino le prime teste, le stanze si cominciano ad illuminare nonostante siano solo le 5.00: c’è chi osserva da dietro le persiane cercando di capire cosa stia accadendo, chi fa qualche commento «Quello è l’assessore Raoul (traduzione per Rao ma in realtà si tratta di Isgrò)» chi invece scende direttamente in strada: «Cu tanti posti ni puttaru propriu ‘ca!».

Adesso inizia la nuova fase, quella forse più complicata, quella in cui la parola d’ordine dev’essere integrazione o se preferite civile convivenza. E in questo caso non c’è carta o provvedimento che tenga, non la si può imporre né tantomeno insegnare, la speranza è solo che possa esserci. Ma le risposte si avranno solo nei prossimi giorni. Intanto nel corso della mattinata, si procederà al trasferimento del secondo gruppo a Bordonaro.

Il sole è da poco sorto, termina qui la cronaca della nostra nottata al “Villaggio Fatima” del campo di San Raineri, una nottata che per la sua “storicità” abbiamo sentito il dovere di raccontarvi momento dopo momento, perché questo è il -tempo reale-. ELENA DE PASQUALE.

(CLICCANDO SU PHOTOGALLERY TUTTA LA CRONACA FOTOGRAFICA DI DINO STURIALE)

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