A portare alla luce “l'incartamento” i consiglieri comunali Vincenzo Messina e Bruno Cilento. I rappresentanti chiedono ora all'amministrazione di procedere con la rimodulazione dell'intera area rischio e il suo reinserimento nel PAI (Piano di Assetto Idrogeologico)
L’alluvione del primo ottobre, come più volte scritto e ribadito nelle ultime settimane, ha drammaticamente porato alla luce la complesso situazione territoriale della provincia di Messina, un’area per oltre il 60% esposta al rischio di dissesto idrogeologico. Un problema che riguarda da vicino la città dello Stretto, sia nelle zone centrali che in quelle “periferiche”. Ed è proprio su una di queste, il villaggio di Santo Stefano Briga, sempre a sud della città, che concentrano l’attenzione i consiglieri comunali dell’Udc con D’Alia Vincenzo Messina e Bruno Cilento.
I due rappresentanti, nello specifio, fanno riferimento alla situazione di contrada Parisa, interessata nel lontano 1987 da un movimento franoso che aveva convinto l’allora amministrazione comunale ad effettuare una serie di indagini sul territorio, seguite dal professore Antonio Bottari. I riusultati degli studi sul territorio, illustrati in una dettagliata relazione, avevano evidenziato la necessità di interventi urgenti a tutela delle abitazioni della contrada e del sottostante nucleo urbano del villaggio. Da qui prendeva dunque il via un’iter progettuale, attestato con delibera n°4304 del 31/12/1987, con cui si incaricava l’ingegnere Pietro Falzea di seguire la direzione e la contabilità dei lavori di risanamento e consolidamento dei terreni interessati dal movimento franoso.
Queste le parole utilizzate dal prof. Bottari per descrivere la situazione territoriale di Santo Stefano Briga: «In complesso le pendici di Puntale Patticiano,e pertanto la zona di c/ da Parisa,presentano in modo evidente caratteri permanenti di instabilità derivanti da una persistente azione rimodellatrice della superficie topografica. Le piogge della prima decade di agosto – intense pur se di breve durata – hanno determinato nuovi solchi di erosione con cospicuo trasporto di materiale solido. Ciò ad ulteriore conferma della vulnerabilità di quest’area all’azione devastante delle acque di ruscellamento». Un’analisi che in parte sembra ricordare quelle redatte nell’ultimo mese da ingegneri, geologi ed esperti recatisi nei territori alluvionati, come in una sorta di “sinistra” previsione.
Interventi e lavori da effettuare con immediatezza che avevano dunque poratato alla firma di un’ulteriore deliberea n° 143/c del 26/02/1988 con cui veniva approvata e finanaziata la perizia, per l’importo di 4.990.000.000 lire ed appaltato un primo stralcio per l’urgenza di £ . 1.444.358.200, con lavori ultimati il 21/08/1990. L’anno successivo, nel 1991 veniva invece redatto il progetto di completamento che non è però poi stato portato a termine.
Fatte dunque le dovute ed ampie premesse, i consiglieri Cilento e Messina chiedono al sindaco Buzzanca e all’assessore alla protezione civile Fortunato Romano, di intervenire, “ognuno per le proprie competenze, affinchè sia verificata l’eventuale perimetrazione di area a rischio e comunque sia richiesta una rimodulazione della stessa da inserire nel P. A. I. E poi ancora di attuare tutte le necessarie azioni per la tutela della pubblica incolumità e di predisporre l’aggiornamento del progetto di completamento per la mitigazione del rischio”.
Per i consiglieri, infatti, il completamento del progetto ordinario è necessario per considerare in sicurezza il versante sovrastante l’abitato del villaggio S. Stefano Briga.
(foto Dino Sturiale)
