Ha scontato da innocente 16 anni per l'omicidio Vasta: inizia il 6 giugno il processo di revisione

Ha scontato da innocente 16 anni per l’omicidio Vasta: inizia il 6 giugno il processo di revisione

Ha scontato da innocente 16 anni per l’omicidio Vasta: inizia il 6 giugno il processo di revisione

venerdì 28 Maggio 2010 - 12:15

Sedici anni, rinchiuso in una cella del carcere di Porto Azzurro, con addosso il marchio infamante di aver commesso un omicidio.

Carmelo Bartone, 61 anni, dopo anni trascorsi ad urlare la propria innocenza, può finalmente rialzare lo sguardo grazie ad uno spiraglio che ha gettato un fascio di luce sulla sua vita. Dopo che Bartone ha scontato interamente la condanna il pentito, Ferdinando Vadalà ha confessato di essere lui il killer che ferì mortalmente Rosario Vasta. L’agguato fu teso il 4 novembre del 1987 in via Risorgimento ma Vasta morì in ospedale il 3 gennaio del 1988. Una liberazione per Bartone ed ora il suo legale, l’avvocato Antonino Cacìa ha presentato istanza di revisione del processo. Il dibattimento prenderà il via il 4 giugno prossimo davanti alla Seconda Sezione della Corte d’Appello di Reggio Calabria. Con lui sarà giudicato anche Santo Ciraolo, 47 anni. Era stato condannato ad un anno e mezzo di reclusione per favoreggiamento perchè raccontò alla Polizia che Bartone era innocente. Spiegò che il suo amico non aveva potuto essere a quell’ora in via Risorgimento perché era insieme a lui da tutt’altra parte. Ciraolo però non fu creduto ed anzi finì sott’accusa. Del resto a mettere nei guai Bartone era stata la stessa vittima. Secondo la ricostruzione degli investigatori fu il boss di Giostra Domenico Di Blasi ad ordinare dal carcere l’uccisione di Vasta che si era allargato un po’ troppo nel gestire il mercato della prostituzione. Subito dopo l’agguato Vasta, gravemente ferito, al pronto soccorso dell’ospedale Piemonte disse all’allora capo della Squadra Mobile di Messina, Vincenzo Speranza che a ferirlo era stato Bartone. Quest’ultimo era suo socio nella gestione dell’albergo Commercio e voleva vendicarsi perché Vasta gli doveva da tempo 24 milioni. Per Bartone scattarono le manette e cominciò un interminabile calvario. Nel 1990 la Corte d’Assise di Messina lo condannò a 16 anni, sentenza poi confermata e divenuta definitiva. Ma ben presto dell’omicidio Vasta presero a parlare i collaboratori giustizia che a metà degli anni ’90 consentirono da ricostruire gli anni di piombo della criminalità organizzata messinese e far luce su molti omicidi. Luigi Sparacio, Umberto Santacaterina, Roberto Leo, Gaetano Costa e Mario Marchese scagionarono Bartone e dissero agli inquirenti che non era stato certo lui ad uccidere Vasta. Poi, finalmente, Ferdinando Vadalà confessò di essere lui l’autore del delitto aprendo la strada ad un nuovo processo. Vadalà nel 2006 fu condannato a 12 anni con il rito abbreviato, poi ridotti a 10 in appello. Avuta la certezza giudiziaria che ad uccidere Vasta fu Vadalà l’avvocato Cacìa ha potuto presentare istanza per il processo di revisione che dovrebbe fare giustizia del clamoroso errore giudiziario

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