L'incendio sulla nave Iginia, un segnale dell'immobilismo di Rfi verso la nostra isola, secondo l'Orsa

L’incendio sulla nave Iginia, un segnale dell’immobilismo di Rfi verso la nostra isola, secondo l’Orsa

L’incendio sulla nave Iginia, un segnale dell’immobilismo di Rfi verso la nostra isola, secondo l’Orsa

martedì 24 Novembre 2009 - 11:05

L'Or.Sa.: «si configura uno scenario che a dispetto del trasferimento a Messina dei marittimi di Civitavecchia, vedrebbe la flotta siciliana privata di un’ulteriore unità»

Il 21 novembre scorso un’avaria al sistema di alimentazione elettrica dei treni passeggeri aveva causato sulla nave traghetto Iginia un incendio di natura elettrica nel ponte binari durante le operazioni di carico del convoglio e solo grazie all’immediato intervento dell’equipaggio si è evitato il peggio, pertanto, trattasi di evento da non sottovalutare.

Già dal maggio 2005 l’Orsa Navigazione denunciava alcuni deficit di sicurezza nelle navi traghetto ferroviarie, con particolare riferimento al sistema di fornitura elettrica destinata ai vagoni dei convogli ferroviari provvisti di climatizzazione, le nostre perplessità si fondavano sopratutto sul vetusto sistema di protezione a monte dei cavi volanti utilizzati per fornire l’energia.

Rfi con risposta pervenuta al sindacato nell’agosto dello stesso anno affrontava la questione vantando certificazioni di idoneità dell’impianto e nel contempo sembrava accogliere favorevolmente il suggerimento relativo alla modernizzazione dei vecchi sistemi di protezione elettrica risalenti al periodo di costruzione delle navi, 40 anni nel caso della Iginia stessa.

Ad oggi, scrive l’Orsa, «le buone intenzioni sono rimaste lettera morta, l’impianto non è stato aggiornato con nuove tecnologie e l’ennesima avaria del 21 novembre, verificatasi in presenza dei viaggiatori, è la fisiologica conseguenza di una gestione votata al risparmio e chiaramente orientata alla lenta eutanasia del servizio di traghettamento nello Stretto. Non è nostra intenzione creare allarmismo nè denigrare l’immagine dell’azienda, i passi per risolvere simili questioni nei tavoli tecnici e/o di trattativa, sono la normale prassi che il fronte sindacale cerca di utilizzare in tutte le occasioni ma la scarsa attenzione che l’attuale Direzione Aziendale riserva alle rivendicazioni dei lavoratori e dell’utenza ci costringe, giocoforza, a denunciare gli eventi all’opinione pubblica e alle istituzioni cittadine nell’estremo tentativo di accendere i riflettori sull’abbandono del traghettamento ferroviario, destinato al definitivo collasso nel caso in cui l’azienda dovesse concretizzare l’ennesima decisione unilaterale che prevede il periodico trasferimento a Civitavecchia di una nave in forza alla flotta operante nello Stretto di Messina».

I portavoce del sindacato sperano che RFI abbia preventivamente informato il Sindaco Buzzanca e il Prefetto Alecci dei prevedibili problemi di Ordine Pubblico che deriveranno dall’annunciato programma aziendale volto a privare lo Stretto di un’ulteriore unità navale ferroviaria per coprire le corse da e per la Sardegna che resteranno scoperte dopo la definitiva chiusura dell’impianto laziale prevista per il 1 dicembre prossimo.

«In buona sintesi – si legge nella nota – si configura uno scenario che a dispetto del trasferimento a Messina dei marittimi di Civitavecchia, vedrebbe la flotta siciliana privata di un’ulteriore unità; è di facile intuizione che la conclamata rinuncia alla produzione, l’ulteriore impoverimento della flotta e l’esigenza di ricollocare a Messina i lavoratori provenienti da Civitavecchia, metterebbero presto in ginocchio la già precaria economia del traghettamento ferroviario nello Stretto. Il quadro diventa allarmante se si pensa che nel periodo di trasferimento delle unità più “nuove”(Scilla o Villa) nella rotta Civitavecchia – Golfo Aranci, il servizio nello Stretto sarebbe garantito con navi datate, nelle condizioni della citata Iginia, già oggetto di inchiesta dei media locali e nazionali che ne hanno più volte denunciato la vetustà e la scarsa affidabilità per un servizio essenziale, pagato con soldi pubblici, in garanzia della continuità territoriale».

Il sindacato reputa urgente un tavolo istituzionale presieduto dal Signor Sindaco e da S.E. il Prefetto volto ad un confronto con RFI che a dispetto degli investimenti Statali per garantire la continuità territoriale dei cittadini Siciliani e Calabresi, continua a mortificare le comunità con continui tagli che hanno seriamente compromesso la qualità e la quantità del trasporto ferroviario su mare e su rotaia.

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