Gli investigatori hanno acquisito documentazione relativa all'accordo fra l'Ateneo messinese e la Moldavia
Nuovi sviluppi nell’inchiesta sui falsi certificati di laurea venduti in tutta Italia. Stamani i Carabinieri di Vibo Valentia hanno notificato dieci avvisi di garanzia emessi dalla locale Procura. I provvedimenti hanno raggiunto altrettante persone che, a vario titolo, devono rispondere di associazione per delinquere, truffa, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale ed esercizio abusivo di professione. I dieci indagati farebbero parte di un’associazione che produceva e vendeva, in tutto il territorio nazionale certificati di laurea falsi. Fra di loro un noto imprenditore romano, Mario Festa, titolare di un’agenzia di stampa e di servizi culturali ed il genero del boss Totò Riina, Antonino Ciavarello che, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva acquistato dall’imprenditore romano alcuni certificati di laurea. Contestualmente alla notifica degli avvisi i Carabinieri stamattina hanno eseguito 15 perquisizioni in varie città italiane. Due di queste sono state disposte nelle Università di Messina e Bari. In questi due atenei Militari dell’Arma hanno acquisito documentazione definita “interessante” riguardo alcune convenzioni stipulate tra le università e la Moldavia per il riconoscimento delle lauree conseguite all’estero. Un vero e proprio terreno di caccia per i malintenzionati che avrebbero intravisto la possibilità di ottenere ingenti guadagni cercando di ottenere la convalida in Italia di lauree conseguite in alcuni Paesi dell’Europa dell’est.
L’inchiesta della Procura di Vibo era scattato nell’ottobre del 2009. I Carabinieri scoprirono a San Costantino Calabro, nel vibonese, un’attrezzatissima stamperia di falsi certificati di laurea. Partendo da lì gli investigatori smascherarono soprattutto falsi medici che esercitavano tranquillamente la professione in varie città italiane. Il 6 novembre scorso altri sette avvisi di garanzia furono notificati dai Carabinieri a persone che avrebbero acquistato i falsi certificati per migliaia di euro. Gli investigatori sequestrarono false lauree, che risultavano emesse dall’Università di Messina, in odontoiatria, economia e giurisprudenza. Tutte abilmente contraffatte ed indistinguibili dagli originali. Anche le firme apposte sui certificati erano identiche alle originali ed anche i timbri utilizzati erano perfetti. A tradire l’organizzazione fu un dettaglio non del tutto trascurabile. Alcuni documenti recavano in calce la firma di docenti deceduti da tempo all’epoca del conseguimento della laurea. L’Università di Messina dunque risulta anch’essa vittima dei falsari. Ed in serata è giunta anche la nota dell’Ufficio Stampa dell’Università di Messina che precisa:-In riferimento a notizie stampa che riguardano indagini su false lauree l’Università di Messina smentisce di avere mai avuto accordi di cooperazione o collaborazione con Università in Moldavia: l’Ateneo è solo parte lesa-. Non solo ma l’Ateneo peloritano ha fornito massima collaborazione agli inquirenti per contibuire alla ricerca della verità.
