Inchiesta Università: assenteismo, borse di studio, concorsi e la figura eccellente dell'impiegata Melitta Grasso

Inchiesta Università: assenteismo, borse di studio, concorsi e la figura eccellente dell’impiegata Melitta Grasso

Inchiesta Università: assenteismo, borse di studio, concorsi e la figura eccellente dell’impiegata Melitta Grasso

giovedì 18 Novembre 2010 - 19:51

Alla moglie del Rettore contestati 36 dei 38 capi d'imputazione. La Grasso coinvolta di recente in altre due inchieste giudiziarie

La nuova bomba è esplosa ieri e questa volta ha scosso pesantemente le fondamenta della malridotta Università di Messina. Una nuova inchiesta rischia di gettare altro discreto sul martoriato Ateneo peloritano, già al centro di numerosi casi giudiziari. Questa volta al centro dell’indagine della Procura c’è un nome eccellente ma non nuovo alle cronache giudiziarie. E’ quello di Melitta Grasso, moglie del Rettore Franco Tomasello. La Grasso è destinataria di uno dei 18 avvisi di garanzia emessi dal sostituto procuratore Adriana Sciglio ma il suo ruolo nell’inchiesta sembra preminente. A lei sono contestati ben 36 dei 38 capi d’imputazione di cui si compone l’indagine della sezione di pg della Guardia di Finanza. Casi molto diversi fra di loro basti pensare che si va dall’assenteismo all’assegnazione delle borse di studio.

Melitta Grasso all’Università è un’impiegata di categoria -C-. Lavora al Centro autonomo di spesa -UniMe Sport-, la struttura che fa funzionare la splendida cittadella sportiva universitaria dell’Annunziata. Ma ogni tanto si assentava dal posto di lavoro in maniera ingiustificata. La Guardia di Finanza avrebbe contato 77 giornate lavorative sospette fra il novembre 2007 ed il giugno 2008. La Grasso si sarebbe allontanata dal posto di lavoro per l’intera giornata o per una parte di essa. Le Fiamme Gialle avrebbero anche accertato i sistemi adoperati per non dare nell’occhio. In alcuni casi avrebbe fatto leva sulla benevolenza del direttore del centro “UniMe Sport”, Carmelo Trommino. Il direttore, anche lui indagato, avrebbe vistato la dichiarazione di mancata timbratura. Significa che la Grasso sosteneva di essersi semplicemente dimenticata di timbrare il badge ma si essere stata regolarmente al lavoro. Ma i finanzieri in alcuni di quei giorni avrebbero accertato la sua presenza in altri uffici dell’Università. Inoltre vi sono casi in cui il badge della Grasso sarebbe stato timbrato addirittura da terzi ma lei in ufficio non ci sarebbe stata. E poi c’è il filone delle false autocertificazioni di malattie inesistenti ed i permessi di servizio ingiustificati. Per la tranche relativa all’assenteismo sono indagati anche Giuseppe Cardile, segretario amministrativo del Centro -UniMe Sport-, e Angela Tortora, responsabile dell’area amministrativa dello stesso centro.

C’è poi la voluminosa tranche relativa all’assegnazione di borse di studio post-dottorato e di alcuni posti pubblici. In particolare la lente d’ingrandimento della magistratura si è incentrata sulle borse di studio assegnata alla nipote di Melitta Grasso, Miriam Grasso ed alle nuore dei docenti Giovanna Ursino e Letterio Smeriglio. Borse di studio da 10.329 euro assegnate dopo che, secondo la Procura, la Grasso, Ursino e Smeriglio strinsero un vero e proprio accordo per la ripartizione delle tre borse. Nel grande calderone dell’inchiesta è finito anche un concorso per l’assunzione in area tecnica con contratto a tempo indeterminato vinto nel 2008 da Girolamo Barbera, figlio della professoressa Ursino docente nella facoltà di Scienze della Formazione. E poi il concorso per un posto di ricercatore universitario in Geografia economico-politica sempre alla facoltà di Scienze della Formazione. Il concorso se lo aggiudicò Simona Epasto, nipote della docente Concetta Epasto.

Questo l’elenco completo degli indagati: Carmelo Trommino, Giuseppe Cardile, Angela Tortora, Concetta Epasto, Attilio Aldo Epasto, Giuseppe D’Attila, Elvira Lussana, Francesco Gatto, Armando Curatola, Giovanna Ursino, Letterio Smeriglio, Annamaria Murdaca, Giuseppa Casapollo, Giuseppe Rando, Velleda Bolognari, Oria Tallone e Gianni Petino.

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