Manca il caposervizi, e Gambarie si ferma

Manca il caposervizi, e Gambarie si ferma

Redazione

Manca il caposervizi, e Gambarie si ferma

mercoledì 28 Gennaio 2009 - 16:20

DA STRILL.IT – E’ sempre la solita storia: a Gambarie c’è neve ma gli impianti sciistici rimangono chiusi. Perchè? Il caposervizi è raffreddato. O, forse, ed è ancora peggio, aveva altri impegni.

C’erano decine di sciatori stamani a Gambarie: arrivavano non solo da Reggio e provincia, ma anche da Vibo Valentia, Messina e Catania: hanno pagato il traghetto, la benzina, hanno sognato di scivolare contenti sulla neve delle piste che, nei due giorni scorsi, dopo le nevicate del weekend, erano state aperte e funzionanti a pieno regime.

Ma stamattina c’è qualcosa che non va: gli sciatori – o forse è meglio dire -aspiranti- sciatori (non certo per le loro abilità sportive quanto per il fatto che a Gambarie non c’è mai la certezza di poter salire sulla seggiovia) – non hanno potuto montare sci e snowboard perchè gli impianti non sono stati aperti.

I problemi non sono certo strutturali, ma organizzativi: le seggiovie funzionano benissimo, e la neve non manca in quanto il bollettino stesso del Comune di Santo Stefano, gestore degli impianti, parla di 20cm alla fermata intermedia di Monte Scirocco e 35cm all’arrivo delle piste, ai circa 1.745 mt slm di Monte Nardello: infatti lunedì 26 e martedì 27 s’è sciato in assoluta tranquillità.

A proposito del bollettino ufficiale del Comune di Santo Stefano. E’ consultabile online (http://www.comune.santostefanoinaspromonte.rc.it/Notizie/Infoneve.html) e solo nella tarda mattinata di oggi, dopo che gli -aspiranti sciatori- avevano già rincasato, è stato aggiornato con la notizia che gli impianti sarebbero rimasti chiusi, senza dare alcuna spiegazione sulle motivazioni di tale chiusura, nonostante la presenza della neve.

Ma cerchiamo di capire cos’è successo …

Alle ore 09:00 insieme ai circa 30/40 -aspiranti sciatori- già presenti a piazza Mangeruca, c’erano solo i 4 -LSU- ma mancavano sia gli operai della cooperativa di gestione degli impianti che il caposervizi stesso, Rocco Priolo: qualcuno sostiene che fosse raffreddato, altri addirittura che avesse altri impegni.

Ma è lecito che così sia: a scanso di equivoci, è bene precisare che nessuno può pretendere che una singola persona fisica sia onnipresente 365 giorni su 365. Assenze, viaggi, ferie, malattie, raffreddori, influenze, problemi di vario genere e anche altri impegni sono assolutamente da mettere in conto, per ognuno di noi così per il caposervizi degli impianti di Gambarie.

E’ a dir poco assurdo, però, che il funzionamento degli impianti dipenda da una sola persona.

Le responsabilità di quest’incresciosa situazione non sono certo del sig. Priolo, che anzi rischia probabilmente di diventare il capo espiatorio di un sistema gestionale menefreghista e incapace.

Ogni anno a Gambarie accade puntualmente che nonostante una sufficiente presenza di neve per aprire gli impianti e consentire ai turisti di usufruire dei bellissimi 10km di piste del comprensorio Aspromontano, la seggiovia (moderna e funzionale) rimane chiusa per il solito problema, e cioè per l’assenza (lecita) del caposervizi e soprattutto l’assenza (inaccettabile) di un suo sostituto che ne facesse le funzioni minime, almeno quelle di dar via alla giornata sciistica.

Si susseguono amministrazioni differenti alla guida del Comune di Santo Stefano, ma i risultati non cambiano: dopo le perplessità che l’Amministrazione di Gaspare Pastore, sindaco dal 2001 al 2006, aveva lasciato in modo particolare nella gestione degli impianti da sci, la nuova giunta guidata dall’attuale sindaco, Michele Zoccali, s’era presentata ricca di nuovi propositi e con tanto entusiasmo, soprattutto nelle figure del sindaco stesso e del giovane Francesco Cannizzaro, rampante Assessore al Turismo del Comune di Santo Stefano.

In tutti gli amanti della montagna Aspromontana e del centro turistico di Gambarie si era riaccesa un’intensa speranza quando, durante lo scorso inverno, a seguito proprio delle solite problematiche di cattiva gestione degli impianti, era stato il prefetto di Reggio Calabria, Francesco Musolino, originario proprio di Santo Stefano in Aspromonte, a convocare diverse riunioni per dar vita a quella società mista dalla quale sarebbe dovuto passare il futuro di Gambarie.

Ma di quella società, ad oggi, non c’è traccia e non abbiamo fresche novità sulla sua auspicabile nascita: se n’è parlato per pochi minuti nella trasmissione televisiva -Focus- di Telereggio nella serata di venerdì scorso, trasmissione poi scaduta in un raccapricciante teatrino che ha coinvolto gli operatori turistici e i rappresentanti istituzionali del comune presenti in studio in una volgare e scadente esibizione a colpi di parolacce e offese personali (http://www.telereggiocalabria.it/programmi-online/7-stagione-attuale/12853-focus.html).

Proprio Michele Zoccali, il Sindaco di Santo Stefano, ha detto di non -sentire-, di non -pretendere- che Gambarie appartenga a Santo Stefano, dichiarando che dovrebbe essere il Comune di Reggio a interessarsi della gestione degli impianti e del comprensorio di Gambarie.

Certo, caro Sindaco: può farlo anche il Comune di Messina, o di Catania, o di Roma e New York: ma a prescindere dal fatto che lo facciano o meno, il Comune di Santo Stefano dovrebbe assolutamente -sentire propria- e -pretendere- che Gambarie venga considerata una risorsa appartenente esclusivamente al Comune stesso, perchè è una risorsa dietro la quale si celano grandissime ricchezze che, se ben sfruttate e valorizzate, farebbero di questo piccolo centro Aspromontano del versante dello Stretto, dalla grande cultura e dal passato glorioso, uno dei Comuni più ricchi del sud Italia, perchè non c’è nessuno che può avere la fortuna di un territorio con tutte le bellezze che Gambarie e l’Aspromonte sono in grado di offrire.

Gambarie e Santo Stefano, caro Sindaco, hanno bisogno prima di tutto di Amministratori fermamente convinti nelle risorse del territorio: fare lo scaricabarile addirittura al comune di Reggio, come se la gestione fosse un pesante macigno da tirarsi addosso tra giunte comunali un pò come si faceva da bambini quando si giocava a -palla avvelenata-, è la fotografia di quanto Santo Stefano stessa non sia oggi in grado di valorizzare se stessa e Gambarie.

Santo Stefano dovrebbe, invece, essere geloso e orgoglioso di avere Gambarie nel proprio comprensorio: inaugurate nel lontano 1954, le piste e la vecchia seggiovia di Gambarie furono le prime messe in funzione tra tutto l’Appennino Italiano.

Solo sulle Alpi ce n’era già qualcuna, ma erano pochissime anche lì, nello sviluppato e moderno nord.

Solo dalle nostre piste si può sciare guardando il mare, lo Stretto, l’Etna e le Isole Eolie, e solo sulle nostre piste è possibile arrivare in meno di 30 minuti di automobile dalle zone costiere e litoranee.

Il bacino d’utenza di Gambarie non è solo quello di Reggio e Messina, che supera comunque il milione di utenze contando la popolazione delle due province, ma si estende a tutta la Sicilia, alla Calabria e alla Puglia almeno, senza voler esagerare (anche se a ragion veduta potremmo parlare di Malta, Campania, Basilicata e molto altro ancora).

Gambarie ha tutte le carte in regola per diventare un centro turistico d’attrazione internazionale, Mediterranea e non solo.

Per farlo l’unica cosa che manca è la ferma convinzione degli amministratori che ciò possa avvenire.

Magari un giorno, caro Sindaco, il Comune di Reggio o di Messina o di chissà quale altre città riuscisse a gestire bene gli impianti. Saremmo tutti più contenti, e Gambarie potrebbe crescere molto più di quanto non lo stia facendo in questi anni. Ma a Santo Stefano cosa resterebbe?

L’ennesima umiliazione di un fallimento maturato laddove altri, venuti da fuori, avrebbero successo.

E allora teniamocela stretta Gambarie, ma valorizzandola al meglio: è il prodotto di maggior prestigio che Santo Stefano deve riuscre a vendere al meglio.

Rimbocchiamoci le maniche: le capacità certo non mancano.

A latitare ci sembra sia piuttosto la volontà.

Continuare a trovarci di fronte a situazioni come quella odierna non fa altro che compromettere la bellezza di questa splendida realtà, etichettandola di inefficienza e mala gestione.

Un pò come tirarsi la zappa sui piedi.

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