I giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno emesso la sentenza dopo 5 giorni di camera di consiglio. Alla sbarra 130 imputati. Ma esplodono le polemiche sui troppi sconti di pena ed assoluzioni
Erano da poco trascorse le 9,30 quando nell’aula bunker del carcere di Gazzi il presidente della Corte d’Assise d’Appello, Antonino Brigando, ha iniziato la lettura della sentenza del maxiprocesso “Mare Nostrum” che vedeva alla sbarra 130 persone fra capi e gregari delle cosche mafiose della provincia di Messina.
I giudici di secondo grado hanno impiegato 5 giorni di camera di consiglio per emettere la complessa sentenza.
Alla fine hanno confermato solo 14 dei 28 ergastoli inflitti in primo grado dalla Corte d’Assise. Ma sono state parecchie anche le assoluzioni e le riduzioni di pena anche notevoli. Tanto da scatenare qualche polemica e qualcuno ha definito la sentenza una vera e propria assoluzione per la mafia barcellonese. In realtà sono stati anche diversi gli imputati assolti dall’accusa di associazione mafiosa che adesso potrebbero lasciare il carcere.
Tornando agli ergastoli sono stati 14, metà rispetto a quelli affibbiati in primo grado. Carcere a vita per Giovanni Aspa, al quale sono stati confermati due ergastoli (assolto per i duplici omicidi Gitto-Lavorini e Giuseppe e Saverio Squadrito), Cesare e Vincenzo Bontempo Scavo, Francesco Cannizzo, per il boss latitante di Montalbano, Vincenzino Mignacca ai quali sono stati tolti due dei sei ergastoli inflitti dalla Corte d’Assise. . A Vincenzo Pisano l’ergastolo è stato tramutato in una condanna a 30 anni di reclusione. Il carcere a vita è stato cancellato anche a Domenico Leone, Gaetano Fontanini, al pentito palermitano Francesco Franzese, a Domenico Spica, a Vincenzo Galati Giordano, Sebastiano Bontempo ed al boss barcellonese Giuseppe Gullotti, assolto dall’accusa di essere mandante del duplice omicidio Iannello – Benvegna. Quest’ultimo sta già scontando una condanna all’ergastolo quale mandante dell’omicidio del giornalista Beppe Alfano.
La Corte d’Assise d’Appello ha confermato 46 condanne ed assolto ben 31 imputati. Fra questi anche personaggi di un certo spessore quali Salvatore Conti Taguali, Sebastiano Vecchio Pinzone, Antonino Galati Rando e Salvatore e Daniele Bontempo Scavo. I giudici hanno deciso 14 prescrizioni totali, il condono totale di una pena ed una dichiarazione di morte del reo per Carmelo De Pasquale. Quest’ultimo, ritenuto un killer delle cosche barcellonesi vicine a Cosa Nostra, è stato ucciso vicino alla sua abitazione di Barcellona nel gennaio scorso.
Le condanne più pesanti sono state inflitte a Giuseppe Cipriano, 89 anni e 2 mesi, Carmelo Calabrò, 64 anni, Antonino Contiguglia, 44 anni, al palermitano Ruggero Aniello, 34 anni e 9 mesi contro i 51 anni ed 1 mese del primo grado, Massimiliano Caliri, 32 anni e Mario Bontempo Scavo, 28 anni.
Particolare importante: subito dopo la lettura della sentenza i Carabinieri hanno arrestato Carmelo Antonino Armenio, 53 anni di Brolo che si trovava già ai domiciliari, Antonino Contiguglia, 52 anni di Ucria e Gioacchino Spinnato, 57 anni questi ultimi sorvegliati speciali. L’ordinanza è stata notificata in carcere, dov’erano già detenuti, a Vincenzo Bontempo Scavo, 50 anni di Tortorici, Francesco Cannizzo, 49 anni di Caronia e Luigi Leardo, 54 anni di Messina. Il provvedimento scaturisce dalle esigenze cautelari ravvisate dal Collegio giudicante nei confronti dei sei soggetti, per i quali in secondo grado è stata confermata una condanna per un delitto per il quale è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni e nel massimo a venti anni, e che negli ultimi cinque anni hanno riportato una condanna per delitto dello stesso tipo.
Il 15 maggio scorso i Procuratori Generali, Salvatore Scaramuzza e Fabio D’Anna, avevano chiesto la conferma di 27 ergastoli su 28, 89 conferme totali, 21 conferme con alcune assoluzioni o prescrizioni parziali, 2 assoluzioni totali (Domenico Spica e Bruno Condello), due prescrizioni totali e 15 riforme della sentenza di primo grado.
Ma, come dicevamo, la sentenza ha provocato diverse reazioni negative. Molti hanno ravvisato nel pronunciamento dei giudici un passo indietro nella lotta alla mafia in una terra a lungo in mano ai clan di Cosa Nostra come la provincia di Messina. Particolarmente duro il commento del senatore del PD Giuseppe Lumia:_“Una sentenza che lascia stupefatti: la mafia barcellonese assolta-.
Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, sulla sentenza del maxiprocesso Mare Nostro ha aggiunto:
-Sento il bisogno di rompere il riserbo nel commentare le sentenze. La mafia barcellonese non può rimanere impunita. Gullotti e gli altri boss sono una minaccia reale, perché fanno parte di Cosa nostra militare e sono collocati nel cuore delle collusioni con la politica e i poteri deviati-.
-Bisogna ritornare – conclude il senatore del PD – ad occuparsi con più incisività del condizionamento mafioso a Messina e in particolare nell’area barcellonese, cosi´ come del ruolo di una parte della magistratura, dei poteri collusi sul versante economico-politico e istituzionale, affinche´ lo Stato torni ad affermare la sua sovranità democratica anche a Messina e nel barcellonese”.
