La protesta dei dipendenti della società partecipata inizierà domani in concomitanza dello sciopero generale indetto dal sindacato ma proseguirà anche nei giorni successivi
Nuvole nere minacciano il futuro di Messinambiente e dei lavoratori. Come confermato solo qualche giorno fa dal sindaco Giuseppe Buzzanca, la società partecipata, di cui il Comune è unico proprietario, si avvia inesorabilmente verso la messa in liquidazione. Un’opzione, questa, che ha alzato il livello dello scontro sindacale e così domani,in occasione dello sciopero generale della Cgil, prenderà il via la mobilitazione del personale della società che gestisce la raccolta dei rifiuti.
«Nonostante i tentativi di dialogo avviati in queste settimane – si legge in un comunicato della Fp Cgil – l’amministrazione comunale non ha dato rassicurazioni circa il futuro dei lavoratori e del servizio». Come spiega il segretario generale Clara Crocè (nella foto)«in queste ore sta montando nei lavoratori una forte preoccupazione per la decisione dell’amministrazione comunale e dell’Ato 3 di mettere in liquidazione la società. Vista la mancanza di prospettive e di dialogo con l’amministrazione comunale – continua la rappresentante sindacale – abbiamo deciso di avviare una serie di iniziative di protesta a partire da una forte adesione e visibilità domani allo sciopero del 6 maggio e alla manifestazione collegata che si terrà a Milazzo».
La Fp Cgil sottolinea come «la vicenda Messinambiente abbia un duplice preoccupante risvolto: da un lato per i lavoratori dall’altro per i cittadini, che a causa di questa scelta del comune potrebbero trovarsi a subire gravi disagi in termini di servizio oltre che in termini di costi».
Le iniziative di protesta dei lavoratori della Messinambiente proseguiranno anche dopo il 6 maggio con l’avvio delle procedure di raffreddamento, l’organizzazione di presidi e l’indizione di ulteriori giornate di sciopero. «In mancanza di risposte positive da parte dell’Amministrazione comunale, reagiremo con fermezza e determinazione per contrastare un disegno più politico che gestionale che avrà inevitabilmente gravi conseguenze sia per i lavoratori che per i cittadini».
