Ancora nessuna novità sostanziale nelle indagini sul delitto di Mazzarrà S.Andrea. Venerdì l'autopsia all'obitorio di Barcellona
Per gli inquirenti dietro l’omicidio di Ignazio Artino, ucciso a colpi di lupara martedì sera a Mazzarrà S. Andrea, c’è l’ombra del pentimento del boss Carmelo Bisognano.
L’uccisione del vivaista è un segnale forte non solo verso il boss pentito ma anche verso altri che eventualmente volessero intraprendere quella strada. Fra questi, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe esserci stato lo stesso Artino. L’uomo da anni era vicino a Bisognano e dunque a conoscenza di tanti segreti delle “famiglie” locali. Negli anni ha seguito da vicino le vicende dei “Mazzarroti” fino all’arresto nell’operazione Mare Nostrum, fino all’assoluzione in appello ed ora era in attesa del verdetto della Cassazione.
Il clan negli ultimi anni ha vissuto momenti difficili che hanno rotto i solidi equilibri sui quali si reggeva. Prima il carcere duro inflitto a Bisognano, quindi le divisioni interne al clan e poi il clamoroso pentimento del boss le cui rivelazioni hanno consentito ai carabinieri di ritrovare i resti di quattro vittime della lupara bianca nel greto del torrente Mazzarrà.
Ma i problemi per gli affiliati non sono finiti. Bisognano continua a parlare e sono ben 33 i casi di lupara bianca dei quali dovrà rendere conto. Intanto i sostituti della Dda, Vito Di Giorgio ed Angelo Cavallo hanno conferito l’incarico per l’autopsia al medico legale Francesca Trio. L’esame fissato per venerdì all’obitorio comunale di Barcellona.
