Le prime clamorose verità dei due nuovi pentiti sulla guerra di mafia messinese del 2005

Le prime clamorose verità dei due nuovi pentiti sulla guerra di mafia messinese del 2005

Le prime clamorose verità dei due nuovi pentiti sulla guerra di mafia messinese del 2005

lunedì 19 Ottobre 2009 - 15:52

I due collaboratori di giustizia stanno facendo luce su molti fatti di sangue coinvolgendo personaggi mai toccati dalle inchieste giudiziarie

Una serie di scoperte continue, rivelazioni e verità clamorose sulla guerra di mafia che insanguinò Messina nel 2005. A svelarle i due nuovi collaboratori di giustizia, due nomi che non apparivano nell’elenco dei personaggi di spicco della “mala” e che ora stanno consentendo agli investigatori di fare luce su una serie di delitti, a cominciare dall’omicidio di Sergio Micalizzi, ucciso il 29 aprile del 2005 a Ponte Zaera. Ad eliminarlo sarebbe stata una persona che fino a questo momento era rimasta del tutto sconosciuta, benché le forze dell’ordine fossero convinte di aver già risolto il caso con l’arresto di esecutori e mandanti.

A riempire pagine e pagine di verbali Rosalia Vittoria Sampietro, ex convivente del boss di Provinciale, Giovanni Lo Duca e Santo Balsamà, già imputato nell’operazione “Mattanza” che aveva smantellato gli appartenenti ai clan Ferrante-Lo Duca-Idotta (indicato come emergente dagli inquirenti) e D’Arrigo-Santovito-Centorrino, radicato a Santa Lucia sopra Contesse ma attivo in tutta la zona sud di Messina.

A lungo i due nuovi pentiti sono stati sentiti dal sostituto procuratore Vincenzo Barbaro che ora ha depositato i verbali. Pagine scottanti che raccontano verità ancora da riscontrare ma che gettano una nuova luce su tanti fatti di sangue. E’ il caso, appunto, dell’omicidio di Sergio Micalizzi e del ferimento di Angelo Saraceno. I due si trovavano davanti al mercato di viale Europa quando furono raggiunti dai colpi di pistola esplosi da un giovane giunto a bordo di un ciclomotore con un complice. Un caso chiuso con l’arresto e la condanna a 27 anni di carcere in appello per Antonino Cucinotta. Con lui c’era Marcello Idotta che fu ucciso per vendetta solo quattro ore dopo a S. Lucia sopra Contesse. Ma ora il collaboratore di giustizia Santo Balsamà ha svelato che ad uccidere Micalizzi ed a ferire Saraceno fu Emilio Maffei. Il giovane fuggì su una moto condotta da Umberto Rizzitano, ora detenuto per l’omicidio dei fratelli Giacalone. Ad ordinare l’uccisione di Micalizzi sarebbero stati Santi Ferrante e Giovanni Lo Duca che assistettero da lontano all’esecuzione. I killer, sempre secondo il racconto di Balsamà, si armarono nel negozio della moglie di Lo Duca, sul viale Europa. Un racconto dettagliato che Balsamà ha tenuto per se in questi anni perché Ferrante e Lo Duca lo avrebbero più volte minacciato di morte. E non è tutto perché nei racconti dei due nuovi pentiti spunterebbero nomi di persone mai toccate dalle indagini degli inquirenti. Vicende ora al vaglio della magistratura e delle forze dell’ordine che devono valutare l’attendibilità dei collaboratori e trovare i necessari riscontri alle loro dichiarazioni.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED