Rimodulazione ospedale Lipari. Continua la polemica per il ridimensionamento della struttura previsto dal decreto Russo

Rimodulazione ospedale Lipari. Continua la polemica per il ridimensionamento della struttura previsto dal decreto Russo

Rimodulazione ospedale Lipari. Continua la polemica per il ridimensionamento della struttura previsto dal decreto Russo

venerdì 26 Marzo 2010 - 10:40

Ad intervenire il deputato parlamentare Vincenzo Garofalo e ancora una volta le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil

Mentre a Palazzo Zanca in seduta aperta del consiglio comunale si dibatte del “caso Piemonte”, si susseguono gli interventi e le note su quello che sembra destinato a diventare un altro caso: l’Ospedale di Lipari. Secondo la rimodulazione ospedaliera prevista dal decreto firmato dall’assessore regionale alla sanità Massimo Russo, infatti, la struttura dovrebbe subire un netto ridimensionamento. Per il deputato del Pdl Vincenzo Garofalo, si rischia però di non garantire più il fondamentale principio di permettere a cittadini di curari negli ospedali più vicini, con conseguenze spesso anche irrimediabili: «La distanza, in termini di tempo, tra Lipari e qualunque altro ospedale è fortemente influenzata dal sistema di trasporti – afferma il deputato – che non sempre riesce a garantire tempi rapidi a causa di fattori esterni ed imprevedibili quali sono gli eventi metereologici. L’obiettivo principale deve comunque rimanere quello di garantire la salute dei cittadini. Pertanto qualunque riduzione di sprechi è benvenuta, ma una eccessiva riduzione di costi rischia di ribaltare le priorità che, come già detto, vedono la cura dei pazienti e la loro serenità al primo posto».

Dello stesso avviso, come già ampiamente mostrato nei giorni scorsi, le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil che evidenziano come la soppressione della possibilità di ricoveri ordinari e la decisione di confinare ad unico reparto MCAO (Medicina e chirurgia di Accettazione e d’Urgenza) con possibilità di effettuare unicamente ricoveri urgenti e per un periodo massimo di 72 ore, «sopprime il diritto alla salute, lede la legge sui livelli essenziali di assistenza in un’area geografica già svantaggiata per molteplici note ragioni e potrebbe determinare un vero e proprio problema di ordine pubblico per la possibilità di reazioni inconsulte e dagli effetti incontrollabili». Una condizione ancor più inaccettabile a detta dei sindacati se si pondera il rapporto al numero di abitanti: 15.000 abitanti residenti suddivisi su sette isole distanti fra di loro e la terra ferma, che nel periodo estivo raggiungono oltre 50.000 presenze giornaliere.

Cgil, Cisl e Uil non mancano poi di far riferimento così come evidenziato da Garofalo sul relativo problema del sistema dei trasporti tra le isole e la terra ferma: «I trasporti attuali, già insufficienti a garantire la mobilità delle persone sane, non possono garantire la mobilità delle persone ammalate e che non è scontato che i limitati posti letto per acuti disponibili nella terra ferma siano sufficienti a garantire i ricoveri provenienti dalle isole Eolie. Il numero degli elicotteri che necessitano per trasportare gli infermi sarebbe elevatissimo e dai costi esorbitanti, mentre non sono presenti ambulanze, personale e trasporti pubblici marini idonei a garantire lo spostamento a mezzo nave».

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