Nel reportage fotografico realizzato da Dino Sturiale le case invase dalle onde, gli abitanti che con palette e ramazze cercano di buttar fuori la sabbia, un litorale dal “volto” ormai sfigurato
Per attraversare il marciapiedi che separa una delle abitazioni che si affacciano sul mare da ciò che rimane del litorale, sono necessari appena una decina di passi. Quelli che uno dopo l’altro, nella notte del 26 e nella mattinata del 27 gennaio, ha percorso un mare “travestito” da onda assassina. Un “delitto” che fortunatamente non è stato consumato, ma solo per poco, solo perché chi in quelle zone ci abita da anni sa bene fino a che punto poter “sfidare” la natura nella speranza che, nell’ovvia imprevedibilità che caratterizza la stessa, qualcosa non sfugga di mano.
Il cielo “immortalato” nelle foto non è quello di questa mattina, e soprattutto non è quello il mare, calmo e quasi “inconsapevole” della propria violenza, una violenza alimentata dalle furiose folate di scirocco che hanno letteralmente spazzato via buona parte del litorale sud. La battigia ha perso forma, non esiste praticamente più, anzi in molti tratti sembra addirittura essersi “trasferita” sulla strada, fin sotto i cancelli di quelle abitazioni che a fatica si riescono ad aprire proprio perché bloccati dall’enorme quantità di “terra marina” lì sospinta dalla mareggiata.
Per tutta la giornata di ieri, e con tutta probabilità anche oggi e forse anche domani, i proprietari delle abitazioni, armati di palette, ramazze e secchi, cercheranno di ripulire case e cortili dove ovunque ci sono sabbia, pietre e massi. La strada è piena di fosse e buchi trasformatesi in mini-piscine all’aperto, nei dintorni della zona, si intravede persino una macchina “parcheggiata” tra due cumuli di terra. La nostra descrizione “verbale” termina qui, ma per verificare “di persona” l’avvilente situazione del litorale di Tremestieri cliccate su photogallery
(reportage Dino Sturiale)
