Nonostante gli iniziali dissensi, la “convivenza” tra le famiglie rom e i residenti della zona prosegue in modo pacifico. Gli ex-abitanti del “Villaggio Fatima” attendono però con ansia il momento del trasferimento. Nelle aule adibite a camera/soggiorno si cerca però di creare un pizzico di familiarità
«Qui siamo al Grande Fratello, non sappiamo che ore sono, non abbiamo televisione per saper cosa dicono di noi. Almeno al campo avevamo la tv bella». Sorride mentre pronuncia queste parole la giovane mamma rom, (24 anni, alle spalle già tre gravidanze), mentre siede su una delle piccole sedie scolastiche nei corridoi dell’ex-istituto Capitano Traina di Bordonaro, tenendo in braccio l’ultimo arrivato, appena tre mesi.
Ci chiedono notizie, vogliono sapere quando andranno via di lì per trasferirsi nelle nuova “casa”. Qualcuno è al corrente dell’incendio divampato nella scuola di Catarratti, qualcun altro si lamenta, altri ancora attendono di avere consegnati i pacchi. Quelli distribuiti ieri pomeriggio dai City Angels, coordinati dall’instancabile Giovanni Gentile, che con penna ed elenco alla mano “spunta” il cognome di ogni nucleo familiare a cui la “spesa” (fornita dal Banco Opere della Carità) è già stata assegnata: si tratta di beni di prima necessità, pane, pasta, biscotti, latte, ma anche pannolini, sapone ed altri prodotti per l’igiene personale, che vengono distribuiti in ogni aula. Spazi che ciascuna famiglia rom ha adibito a camera da letto/soggiorno. Nei prossimi giorni i beni di prima necessità verranno distribuiti anche al villaggio Matteotti dove sono stati alloggiati 8 nuclei familiari, «non facciamo differenze, per carità», afferma Giovanni Gentile, che fa ben intendere i sottili equilibri esistenti tra le parti.
Nei corridoi delle scuola, non mancano anche le visite dei residenti della zona: qualcuno viene per fare un saluto, qualcun altro si vuole accertare se e quando i rom verranno trasferiti, così come stabilito. Complessivamente però la “convivenza” procede in modo pacifico, i cancelli dei cortile sono aperti, così come le porte dell’edificio . Sono socchiuse invece quelle delle stanze, dove c’è chi preferisce mantenere un pizzico in più di privacy: molti riposano sui materassi adagiati sul pavimento, o sui tappeti che sono stati allargati per rendere l’ambiente più “confortevole”. Nei corridoi sono stati accatastati tutti i mobili scaricati dai City Angels nel giorno del trasferimento dal campo rom, mentre nel cortile adiacente la scuola sono stati “parcheggiati” banchi e sedie. E qualcuno ne approfitta della bella giornata per fare una bella partita a carte all’aria aperta, dopo tutto bisogna anche pensare a “sorridere” un po’.(Elena De Pasquale)
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