Il luogo di adescamento dei ragazzini, tutti minorenni, era il Baby Park. Nove persone indagate, quattro i provvedimenti cautelari in carcere. All'interno le foto degli accusati
L’operazione battezzata -Seppia- e condotta dalla Squadra Mobile di Messina ha permesso di sgominare una rete di pedofili che induceva alla prostituzione minori, anche d’eta’ inferiore ai 14 anni, che poi ricompensava con piccole somme di denaro, dolci e figurine di calciatori.
Nove le persone indagate, quattro i provvedimenti cautelari in carcere. Bambini e ragazzini venivano -incentivati- se procacciavano altri piccoli.
Uno dei destinatari dei provvedimenti custodiali deve rispondere anche di corruzione di minorenni e pornografia minorile, mentre un altro è accusato di atti osceni in luogo pubblico e omessa custodia di una pistola.
Le indagini sono scattate a gennaio 2009, dopo la denuncia del padre di un dodicenne che ha permesso di mettere in cella il trentatreenne Marcantonio Russo con la pesantissima accusa di aver adescato ragazzini e di averli indotti alla prostituzione. Il genitore si era accorto che c’era qualcosa che non andava nel comportamento del figlio, vedendolo tornare a casa con caramelle e figurine, si è insospettito ed ha scoperto che glieli aveva regalati Russo in cambio di qualche bacio sul petto. Da lì le indagini della Mobile e l’arresto.
Russo era un personaggio noto, che già ad agosto 2008 era stato arrestato per una vicenda analoga.
Nel suo appartamento di viale della Libertà i poliziotti sequestrarono decine di foto in cui Russo era immortalato con ragazzini ma anche con bambini. Immagini che sono state scattate da terze persone, forse altri pedofili, che spalleggiano Russo nella ricerca delle vittime. Russo custodiva anche una specie di registro in cui annotava tutte i rapporti sessuali ed assegnava i voti ai ragazzini.
Le indagini, coordinate dal sostituto Stefano Ammendola, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di svelare l’esistenza, da alcuni anni, di un perverso sfruttamento della prostituzione minorile nella zona di un parco giochi cittadino, nel Rione Paradiso, utilizzato da persone senza scrupoli per adescare dei ragazzi, anche minori degli anni 14, che avevano in quel luogo una meta di incontro e di gioco.
Dopo l’adescamento, gli incontri sessuali avvenivano solitamente in luoghi appartati, nelle immediate vicinanze del parco giochi, presso le abitazioni o altri luoghi nella disponibilità degli indagati; gli atti sessuali non venivano compiuti con violenza, bensì dietro promesse, regolarmente mantenute, di minime elargizioni di denaro, figurine e sigarette.
Maggiori dettagli dopo la conferenza stampa prevista per le 11 in Questura. IN PHOTOGALLERY, LE FOTO DEGLI ACCUSATI
