Da Giampilieri a Valencia ancora alluvioni e morti

Da Giampilieri a Valencia ancora alluvioni e morti

Marco Olivieri

Da Giampilieri a Valencia ancora alluvioni e morti

venerdì 01 Novembre 2024 - 10:11

Rimane il tema centrale della messa in sicurezza dei territori in un filo che lega l'Emilia-Romagna e la Spagna

di Marco Olivieri

Alluvioni e ancora alluvioni. Disastri, morti e ancora ferite difficili da rimarginare. Una vittima e 3500 sfollati in Emilia-Romagna. E ora almeno 158 morti (aggiornamento del 2 novembre: 211). E un numero di dispersi impossibile da quantificare a Valencia e in altre zone della Spagna. Nel frattempo, abbiamo ricordato i 37 morti dell’1 ottobre 2009, 15 anni fa, quando l’alluvione colpì Giampilieri, Scaletta Zanclea, Molino, Altolia, Briga, Pezzolo, Santa Marina e Itala.

Che ottobre è stato, dunque? La concretizzazione di un incubo chiamato cambiamento climatico, con una quantità di pioggia spropositata in poche ore, e di conferma dell’inadeguatezza delle misure di difesa rispetto a eventi che sfuggono al nostro controllo.

E allora che fare? Soccombere al destino o creare un altro mondo a misura d’ambiente e di una nuova qualità della vita? Cantava Battiato: “Non servono più eccitanti o ideologie/ Ci vuole un’altra vita”. Ecco, un’altra vita significa lavorare davvero sul cambiamento climatico e a sostegno di massicci investimenti nelle infastrutture per la messa in sicurezza dei territori.

L’educazione al rischio idrogeologico è un atto rivoluzionario

Ma spesso, nel mercato effimero della politica usa e getta, conta più un post del ministro Salvini o una dichiarazione reboante della presidente Meloni sui “pericolosissimi” 16 migranti a bordo della nave “Libra” della Marina militare. Piccola parentesi: un giorno, come Italia, chiederemo scusa per questo oltraggio all’umanità dei migranti e alla nostra storia.

Ma anche non pensare in modo adeguato ad azioni di prevenzione di alcuni possibili disastri è un oltraggio alla vita. Dalle alluvioni ai terremoti, bisogna definitivamente abbandonare la logica mortifera dell’emergenza. Se l’educazione al rischio idrogeologico è un atto rivoluzionario, in una politica ripiegata sul presente e incapace spesso di concepire il futuro, serve una nuova consapevolezza di noi cittadini per imporre un’altra agenda a tutti i livelli. Un programma e un progetto in cui l’economia e la programmazione siano al servizio delle comunità e dei loro territori. Basta limitarsi ai pianti e alle giaculatorie del giorno dopo.

Foto dell’alluvione a Valencia: le immagini dei soccorsi, profilo X Guardia Civil España (da Italpress).

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