Da Messina all'Inghilterra e poi il ritorno a casa: il musicista Francesco Pirrone

Da Messina all’Inghilterra e poi il ritorno a casa: il musicista Francesco Pirrone

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Da Messina all’Inghilterra e poi il ritorno a casa: il musicista Francesco Pirrone

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domenica 19 Marzo 2023 - 08:48

Classe 1985, compositore di colonne sonore, nella città dello Stretto ha ritrovato il suo spazio creativo, tra note, arte e videogiochi

di Marta Cutugno, critica musicale e redattrice della testata “Carteggi letterari”

Tornare in Sicilia dopo un’esperienza all’estero e dedicarsi a tempo pieno alla produzione di musica su commissione e agli arrangiamenti orchestrali che conducono costantemente a intrecciare collaborazioni internazionali. È quello che ha fatto il messinese Francesco Pirrone, classe 1985, compositore di colonne sonore. Vincitore del Premio Troisi nell’edizione 2022, figlio d’arte: papà compositore e mamma pianista, Francesco dedica la prima parte della sua formazione agli studi classici per poi approdare all’heavy metal. A partire dal 2017 trascorre alcuni anni all’estero, si trasferisce in Inghilterra dove si dedica alla composizione di colonne sonore per videogiochi tra cui “Multiverse | The Planetarium”, realtà virtuale per Oculus Rift/Quest ora parte del Metaverse e per “Quantum Rift”, avventura fantasy ideata da Ian Bolton e Łukasz Matuszek. Nella sua discografia sono presenti la colonna sonora originale di “Multiverse: The Planetarium”, l’album “The Chemist” e i tre singoli pubblicati nel 2022: “The Forbidden Path”, “Beyond the Portal” e “The Hero” che riscuotono successo sulle piattaforme di streaming e attirano l’attenzione della stampa internazionale (Robert Hugill, Barry Mitchell).

Il suo brano “VY Canis Majoris” è una demo ufficiale del software Vienna Symphonic Library. Per ragioni personali e artistiche, la sua produzione è legata all’arte contemporanea e nel 2021 firma le musiche originali abbinate ad una mostra dal titolo “We have something to say, we leave a sign// HYPNOSIA” pensata e curata dalla compagna di vita Roberta Guarnera presso la ForoG Gallery. È anche autore delle musiche presenti nello spot TaoBuk 2013 interpretato da Maurizio Marchetti e da anni, ormai, lavora a stretto contatto con band, disk jockey e registi.

La sua è una formazione che va dal classico all’heavy metal e lei è un polistrumentista. Ma tra tutti c’è uno strumento musicale che sopra gli altri sente suo?

“Fino a poco tempo fa avrei risposto che il basso elettrico è la voce del mio cuore, ma non so se quanto sia vero oggi. Ho studiato chitarra classica da ragazzino, fermandomi al compimento inferiore, poi ho iniziato a suonare l’elettrica e subito la mia attenzione si è spostata verso il songwriting, la composizione e l’arrangiamento. Al basso sono legato perché è il timone dell’armonia. Le tastiere ho dovuto imparare a strimpellarle perché troppo utili per programmare i software che uso ogni giorno, poi occasionalmente trovo un nuovo strumentino (la lira, la concertina) e cerco di impararlo quanto basta per eseguire cose semplici e continuare a nutrire la mia ispirazione. I miei strumenti preferiti da ascoltare e da usare negli arrangiamenti sono le percussioni intonate, in particolar modo campane tubolari, glockenspiel, triangoli, plate bells, vibrafono e celesta (anche se questa fa parte delle tastiere ma usa dei diapason per produrre il suono e a volte è usata intercambiabilmente col glockenspiel), non suono nessuno di questi strumenti ma trovo che conferiscano sempre un tocco di magia a qualsiasi arrangiamento”.

Ha scelto di rientrare in Sicilia, a Messina, per dedicarsi esclusivamente alla musica, dopo aver vissuto e lavorato in Inghilterra. Perché?

“La mia avventura nel Regno Unito mi ha dato l’ispirazione per fare ciò che sto facendo adesso, ero andato con l’idea di mantenermi facendo il vecchio lavoro e di cercare contatti nell’industria videoludica, convinto che conoscere di persona i miei potenziali clienti fosse la chiave di tutto, e ho trovato sì i miei contatti (tra tutti San e Chris, ex manager della Electronic Arts adesso titolari di un’azienda che produce VR per conto di Meta, che mi hanno commissionato le musiche di Multiverse: The Planetarium) ma ho trovato soprattutto amici, colleghi compositori e creativi che mi hanno mostrato una realtà diversa da quella che pensavo di trovare: Guildford, la città dove vivevo, è un centro importantissimo per l’industria videoludica ma è per tanti anche un luogo di passaggio. In molti, soprattutto i freelancer, tendono dopo un po’ a ritirarsi in città più tranquille per coltivare la propria ispirazione, gestendo quasi solo online i propri contatti. E per me Messina è il luogo ideale per concentrarsi sull’arte. Tutte le mie fonti d’ispirazione sono qui, la Sicilia è piena zeppa di arte (non solo antica ma anche contemporanea con talenti pazzeschi, nuove realtà, gallerie etc…) e non mi illudo affatto che Messina sia perfetta o che un giorno lo diventi, semplicemente accetto che ogni luogo abbia pro e contro e io al momento sono contento di aver fatto qui il mio studio”.

Quali sono i suoi modelli di riferimento nel mondo musicale della colonna sonora?

“Danny Elfman mi tormenta da quando ho visto l’iconico Batman di Tim Burton, le sue armonie e le sue orchestrazioni mi hanno ossessionato e adesso uso anche le sue tracce come riferimento per i mix orchestrali. David Wise e Robin Beanland della RARE (Donkey Kong Country, Killer Instinct etc…) mi hanno invece fatto scoprire da ragazzino che le colonne sonore per videogiochi avessero una dignità propria, mi ritrovavo infatti ad apprezzarle a prescindere dal gioco e soprattutto l’album Killer Cuts, una versione in CD della colonna sonora di Killer Instinct per il Super Nintendo, che veniva distribuita assieme al gioco, mi diede modo di apprezzare queste musiche che al tempo (e in molti ambienti ancora oggi) venivano considerate poco più di una marchetta per il compositore che le realizzava”.

Che genere di musica accompagna il suo tempo libero? Quali sono i suoi ascolti?

“I classici del metal britannico, Iron Maiden, Judas Priest e Saxon, poi Rammstein e tanto metal sinfonico come Dimmu Borgir, Rhapsody e altri artisti”.

C’è un brano di sua composizione a cui è particolarmente legato ? E perché ?

“Sono molto legato a The Forbidden Path, il mio singolo di febbraio 2022, perché rappresenta una piccola svolta nel mio modo di comporre…è il primo brano in cui ho provato a creare una parte di pianoforte autosufficiente, che funzionasse perfettamente anche da sola, e poi orchestrarla…ho fatto così anche per i brani successivi Beyond the Portal e The Hero, questo in termini pratici per me significa molto perché non solo ho dei brani in cui l’orchestra è sempre guidata dal pianoforte ma anche perché posso sempre eseguire la versione per solo pianoforte senza dover effettuare riduzioni di alcun tipo. All’ascolto la differenza rispetto ad altri brani precedenti dove uso il piano può sembrare sottile ma per me è molto importante potermi sentire anche esecutore e non solo compositore/produttore”.

Tra gli aspetti e le fasi della sua attività compositiva, ce n’è uno che l’appassiona particolarmente?

“Mi appassiona l’orchestrazione virtuale (o almeno io la chiamo così). Ovvero una tecnica che ha molti elementi dell’orchestrazione classica ma si sviluppa all’interno di software per registrazione multitraccia. Lo scopo è quello di ottenere un’emulazione credibile dell’orchestra sinfonica usando strumenti virtuali, talvolta in combinazione con parti riprese dal vero. Il realismo dell’orchestra campionata dipende tanto dalla scrittura quanto dalla produzione e per ottenere un suono verosimile è necessario conoscere gli strumenti ma anche la psicoacustica e le tecniche di mixaggio. Non si tratta, come temono alcuni, di sostituire l’orchestra coi campioni, dato che nulla potrà mai eguagliare la gioia di ascoltare dal vivo una buona orchestra sinfonica, si tratta solo di perfezionare una tecnica che ha potenzialità enormi sia dal punto di vista pratico/didattico che per la realizzazione di musica ibrida”.

Che rapporto ha con l’arte?

“L’arte mi ha sempre accompagnato sin da bambino, è una componente essenziale della mia esistenza grazie anche all’educazione che ho ricevuto. I miei genitori sono da sempre e ancora oggi grandi appassionati soprattutto di arte contemporanea, mi hanno sempre coinvolto nelle loro iniziative. Ho visitato tante mostre e frequentato ambienti artistici tra cui Fiumara d’Arte e l’Atelier sul Mare di Antonio Presti. Con l’Arte sento di avere un rapporto antico e “sentimentale”: sono infatti legato da tredici anni a Roberta Guarnera ( fondatrice e curatrice della ForoG Gallery) e non è un caso. Entrambi abbiamo un iter professionale simile anche se il suo percorso è sicuramente stato più accademico del mio, ma condividiamo una visione affine. Siamo partiti insieme per l’Inghilterra e siamo tornati insieme in Sicilia. Insieme abbiamo capito che, anche nella nostra terra, potevamo dedicarci a ciò che più amavamo. È un supportarsi a vicenda nelle nostre attività ed è capitato anche di collaborare a progetti comuni ma, dato che non sempre il mio stile compositivo si sposa bene con l’Arte di Roberta, piuttosto che fare collaborazioni “forzate” spesso ci limitiamo a confrontarci quotidianamente discutendo i nostri progetti, i contenuti che pubblichiamo e le strategie di marketing”.

Tra le sue pagine social spicca un profilo TikTok da 25.000 iscritti. Che rapporto ha con i social, che funzione hanno nel suo lavoro e come organizza i contenuti?

“Per lungo tempo ho odiato i social, per diversi anni ho vissuto senza Facebook e persino senza WhatsApp. Ero convinto che l’unico modo per promuovere la mia attività fosse farmi avanti di persona e conoscere potenziali clienti, scambiare biglietti da visita e via dicendo….è stata proprio la permanenza in Regno Unito a farmi cambiare idea, mostrandomi quanto fosse importante il marketing digitale e quanto anche le aziende (e i freelancer) inglesi facessero principalmente affidamento su quello… così ho deciso di colmare le mie lacune, mi sono messo a studiare e provare di tutto, blog, foto, video, cover, micro-contenuti, tutorial…fin quando almeno una piattaforma, la più bistrattata dai miei coetanei ovvero TikTok, ha iniziato a mostrare i miei contenuti alle persone giuste, gente tra i 20 e i 40 anni, sparsa per il mondo, che ama le colonne sonore di film e videogiochi famosi e apprezza le mie brevi cover, le mie analisi e anche i miei brani inediti dato che rientrano nello stesso genere”.

Progetti futuri?

“Sto lavorando alle musiche per un audio drama prodotto da un doppiatore di videogiochi americano, al tema per un videogioco fantasy, alle orchestrazioni per un album prog metal sinfonico della band Oculus Dei e al mio prossimo singolo per pianoforte solo, che si chiamerà “Solitude” (siete i primi a saperlo). Uscirà entro il 2023″.

Marta Cutugno

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