Milazzo, la via Cristoforo Colombo diventa provocatoriamente “via Pino dal Comune”

Milazzo, la via Cristoforo Colombo diventa provocatoriamente “via Pino dal Comune”

Emanuele Rigano

Milazzo, la via Cristoforo Colombo diventa provocatoriamente “via Pino dal Comune”

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sabato 03 Settembre 2011 - 08:06

Il cartello è stato affisso dopo che il sindaco ha firmato un’ordinanza in cui dispone la posa di un divieto nel lato destro della carreggiata, venendo a mancare 30 posti auto

La via Cristoforo Colombo cambia nome. D’ora in poi si chiamerà: Via Pino dal Comune. Il cartello provocatorio è stato affisso nei giorni scorsi lungo la via che si affaccia sulla Marina Garibaldi dopo che il sindaco Carmelo Pino ha firmato un’ordinanza in cui dispone la posa di un divieto di sosta nel lato destro della carreggiata. In questo modo vengono a mancare 30 posti auto in una via che oltre a numerose attività commerciali ospita anche gli uffici distaccati della Procura di Barcellona. La questione è grave perché nel lato sinistro insistono degli stalli a pagamento, nelle vie circostanti (via Cumbo Borgia e Marina Garibaldi) dei parcheggi ad ore. Anche se in quest’ultimo il comune ha rilasciato dei pass, in realtà sono insufficienti rispetto alle reali necessità della zona.

Ad intestarsi la battaglia il gruppo dei Dem. Il capogruppo consiliare Franco Scicolone ha presentato una interrogazione a risposta scritta, firmata da altri 20 consiglieri su 30 (da destra a sinistra) indirizzata al sindaco Pino chiedendo se intende ritornare sui sui passi o almeno togliere gli stalli a pagamento. Già oggi trovare parcheggio è un’impresa ardua, specialmente nel fine settimana, ora diventerà quasi impossibile. Alcuni residenti hanno distribuito a tappeto dei volantini con la foto in cui viene messo in primo piano il divieto, la targa ufficiale della via e quella provocatoria dove c’è scritto: Via Pino dal Comune (ex via Cristoforo Colombo). Chiaro lo slogan: “Un’altra decisione contro i milazzesi”. Secondo i consiglieri non si tratta solo di “assicurare il posto davanti al portone ai residenti”, come qualcuno vorrebbe far credere, ma il rispetto di precise norme di legge.

Come si legge nel documento dei Dem: “Le sezioni unite della Cassazione, infatti, con la sentenza n. 116 del 9 gennaio 2007 dichiarava la nullità ed inefficacia di alcuni verbali di accertamento e contestazione per sosta vietata e condannava il Comune di Quartu Sant’Elena al rimborso delle spese processuali. E’ nullo, infatti, il verbale di accertamento e contestazione per sosta vietata in un’area di parcheggio a pagamento se nella zona non è presente anche un’area di parcheggio libera. L’art. 7, comma 8 del codice della strada, infatti, stabilisce che “qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f) , su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia, o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”.

«Non abbiamo nulla contro il sindaco Pino – sottolineano alcuni residenti – ma ci sembra ingiusto, in una zona ad alta densità, con decine di negozi (la via viene utilizzata dai clienti degli esercizi commerciali della Marina Garibaldi) si prenda una decisione simile, senza alcun motivo apparente. Non si sono mai registrati incidenti o intasamenti per colpa dei parcheggi nella carreggiata destra. Se è vero che la via in futuro potrebbe diventare a doppio senso di circolazione, lo si faccia dopo l’approvazione del Put (piano urbanistico del traffico), o comunque si tolgano gli stalli a pagamento che, a questo punto, sono diventati illegali».

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