Tirreno

Eolie. A Malfa una diga sulla base dei test sugli “Accropodi” FOTO

SALINA – Da Catania alle isole Eolie. Un viaggio che parte dall’ambito accademico e si ferma a Malfa, nell’isola di Salina, dove sarà realizzata la nuova diga progettata sulla base dei test effettuati dal Dipartimento di Ingegneria civile e architettura dell’Università di Catania.

Un’iniziativa che coinvolge studenti e dottorandi dell’università di Catania, dunque, ma anche gli stessi docenti che hanno supervisionato test e calcoli necessari a stabilire come realizzare la nuova diga che sorgerà presso il porto di Malfa.

Gli “Accropodi” utilizzati per la diga

La diga sarà realizzata utilizzando gli “Accropodi” ovvero dei massi in calcestruzzo, brevettati nel 1966. La realizzazione degli Accropodi, tuttavia, non avverà direttamente a Malfa -per l’assenza dei necessari spazi e della grandezza dei massi che misurano 16 mq. Gli Accropodi saranno invece realizzati presso il porto di Sant’Agata di Militello e solo successivamente saranno trasportati a Malfa. Anche in questa fase è risultata essenziale la partecipazione dell’ateneo catanese, dal quale è giunta la collaborazione di docenti, dottorandi e studenti del corso laurea magistrale in Ingegneria Civile delle Acque e dei Trasporti.

Il docente Enrico Foti, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e architettura, è intervenuto sull’utilizzo degli Accropodi spiegandone composizione e usi: «I massi in calcestruzzo utilizzati, chiamati “Accropodi”, sono plasmati in una forma peculiare che conferisce loro la capacità di concatenarsi per cooperare e nel resistere all’azione del moto ondoso. Il Dicar non è nuovo all’uso degli Accropodi nelle strutture marittime, sulle quali il Laboratorio di Idraulica dell’Università di Catania ha già condotto varie sperimentazioni, grazie ad attività di ricerca e modellazione fisica che hanno opportunamente intessuto nel loro potenziale formativo anche alcuni lavori di tesi. Proprio il progetto del frangiflutti del porto di Malfa è stato oggetto di studio nel Laboratorio di Idraulica, dove per conto dell’assessorato regionale alle Infrastrutture».