Folklore, tipicità siciliane e tanto calore. Un successo la Rassegna di Gesso

Un tuffo nella sicilianità, nel borgo di Gesso. Numerose le presenze registrate per la sesta edizione della “Rassegna Popolare Ibbisota”. Tante le attrazioni proposte, dalle esibizioni folkloristiche alle tipicità gastronomiche. Particolarmente apprezzato il “cannolo ibbisoto” così come la realizzazione dal vivo di una cassata da 200 kg proposta dall’associazione Duciezio con i mastri pasticceri Lillo Freni, Massimo Riggio, Rosario Zappalà, Lillo Todaro e Soccorso Colosi.

“Il nostro sogno è quello di tutelare e rivalorizzare le tradizioni dei nostri nonni –spiegano gli organizzatori- Insieme al nostro gruppo di ragazzi lavoriamo faticosamente tutto l’anno per l’evento con l’obiettivo di far diventare questa rassegna un punto di riferimento della cultura siciliana. Proprio per le tante presenze e per l’affetto dimostratoci –hanno aggiunto- abbiamo il dovere di miglioraci sempre, per cui non ci rimane dare a tutti appuntamento alla 7° edizione della Rassegna popolare Ibbisota, ovviamente sempre a Gesso e sempre il 16 agosto”.

Fra le tante esibizioni proposte l’immancabile sfilata dei carretti siciliani delle scuderie Molonia e Todaro, oltre allo spettacolo musicale proposto dai “Sunaturi”. Particolarmente apprezzata anche la performance di danza delle “Muse del Deserto” così come la doppia esibizione della “Marionettistica dei Fratelli Napoli” di Catania. Nel corso dell’intera giornata, inoltre, è stato possibile visitare il museo “Musica e Cultura dei Peloritani” presso il quale sono custoditi gli antichi strumenti musicali di un tempo, oltre a marionette e costumi d’epoca.

Il borgo di Gesso è situato a quota 265 mt nei monti peloritani del comune di Messina. Prende il proprio nome dal minerale (in latino Gypsum) che veniva estratto da numerose cave esistenti nella zona, attività cessata negli anni sessanta del secolo scorso. Sono diverse le bellezze storiche presenti come la chiesa madre in stile barocco e la chiesa cinquecentesca dei frati cappuccini.

Salvatore Di Trapani