Le iniziative nelle scuole e la sedia rossa nella cittadina colpita dalla tragedia di Sara Campanella
Messina- Nella Misilmeri colpita dalla tragedia di Sara Campanella, accanto al dolore si accende la mobilitazione contro i femminicidi.
Oggi nella cittadina palermitana si aprirà la camera ardente per la 22 enne di Portella di Mare uccisa dal collega universitario a Messina. Domattina nella chiesa di San Giovanni Battista alle 11 il cardinal Lorefice celebrerà i funerali della ragazza, cui prenderanno parte anche delegazioni delle istituzioni e la società civile messinese. Per quel giorno nella cittadina palermitana, in molti altri comuni della provincia e nel capoluogo, così come a Messina, è stato proclamato il lutto cittadino.
Misilmeri si mobilita
Ma il ricordo di Sara ha già aperto la strada alla semina per la battaglia contro la violenza. Nella cittadina proprio martedì scorso, il giorno dopo il brutale femminicidio a Messina, a Misilmeri sono partiti i progetti di sensibilizzazione nelle scuole.
“Qualche mese dopo il mio insediamento da assessore, su mia proposta ed iniziativa, il Comune di Misilmeri ha aderito alla Campagna Posto Occupato. Un posto lasciato “vuoto” e che avrebbe potuto essere occupato da una donna ammazzata da un uomo”, spiega Sabrina Amodeo, componente della giunta della cittadina. “Martedì scorso abbiamo avviato con le scuole un percorso di educazione all’affettività coordinato dall’associazione Le Onde Ets – che da sempre si occupa di violenza di genere – e che prevede anche incontri con i bambini della materna per iniziare sin da piccoli a parlare di un tema così importante. So bene che nulla di tutto questo è esaustivo, so bene che non è mai abbastanza, so bene che serve tanto altro, lo so bene. Ma questa è una strage. E dinanzi alle stragi si mettono in atto leggi, provvedimenti e misure di carattere eccezionale. Si lavora sulla prevenzione e non solo sulla repressione”. L’assessora nei giorni scorsi si è recata a Messina per portare il suo abbraccio e quello della comunità ai familiari di Sara.
Quel Posto Occupato che oggi ha un nome
“Ho pensato a quel posto perché ricordavo la tua adesione e che l’avessi riservato. La campagna nasceva per ricordare tutte le donne vittime dopo che, passata l’ondata di indignazione e dolore collettiva, quel dolore restava addosso alla famiglia, agli amici Ai sopravvissuti. Quella campagna nata anche per far riflettere e invitare tutti e tutte a farci carico dell’enorme problema culturale ogni giorno. er non essere indifferenti e, se possibile, impreparati grazie alle iniziative ad essa collegate. Perché servono i simboli ma serve parlare, ascoltare e confrontarsi. Purtroppo adesso, a casa tua, quel posto ha un nome e un cognome. Fa male, malissimo. Dobbiamo continuare a lavorare per contenere, contrattare e un giorno eliminare la violenza. Insieme. Ogni giorno. Tutti e tutte”, ha scritto Maria Andaloro responsabile della campagna Posto Occupato in un messaggio all’assessora Amodeo.
