Festeggiare il Natale Peloritano: "la Cona più bella", XI edizione

Festeggiare il Natale Peloritano: “la Cona più bella”, XI edizione

Daniele Ferrara

Festeggiare il Natale Peloritano: “la Cona più bella”, XI edizione

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mercoledì 16 Dicembre 2020 - 09:31

Undicesima edizione del concorso promosso dall'Associazione Amici del Museo di Messina

La Novena di Natale è cominciata! Allora, avete fatto un uso artistico dei rami e delle foglie che possedete? Insomma, le state preparando vostre cone quest’anno?

Ebbene, per chi non lo sapesse: si tratta d’un tipico apparato natalizio siciliano, peloritano in particolare, che fino a non molto tempo fa veniva preparato ovunque negli spazî aperti pubblici, soprattutto presso edicolette votive. Oggi forse è meglio allestirla in casa, ma può essere fatta senza problemi da chiunque in varie modalità.

Tanto più che anche quest’anno, per celebrare quest’usanza, si è aperto il concorso ‘A Cona più bella – Il Natale di tradizione a Messina, proposto dall’Associazione Amici del Museo di Messina – una tra le tante iniziative dell’associazione a favore della tradizione ma di particolare valore in quanto riferita al Natale, una festa a rischio di generalizzazione.

Ma ora, prima che tentiate di costruirla, leggete queste informazioni, che vi spiegano cos’è la cona!

Il nucleo del Natale peloritano

Cona è una corruzione di “icona”, un termine greco dunque, che si usa per indicare un’immagine, soprattutto se sacra, perché in precedenza era questa l’oggetto dell’addobbo, come si riferisce ancòra nella regione etnea. Ora, il centro della cona è occupato da un Bambinello, solitamente nella classica rappresentazione di bimbo in fasce benedicente con l’aureola sul capo. Tutt’attorno – e in ciò consiste l’addobbo – è allestita una complessa composizione di rami e fronde, frutti, fiori e altre parti di piante, che simula una grotta; di solito si adoperano quelle caratteristicamente associate all’inverno e facenti parte del paesaggio siciliano.

Un’esemplificazione classica degli elementi usati: rami e foglie di castagno, corbezzolo, biancospino, ginestra, asparagi, fronde di felci e canne per costituire l’anfratto, e frutti quali arance, mandarini, limoni, frutta secca come noci, nocciole e castagne, e mele con funzione decorativa. Inutile dire che le combinazioni sono potenzialmente infinite.

Nella versione etnea, preparata presso icone già installate, si sistemano davanti alla cona – decorata soprattutto di biancospino – anche nove candele, che vengono accese una dopo l’altra ognuno dei nove giorni prima del 25 Dicembre, testimoniando il legame con la Novena.

Infatti, era – ed è – prassi che gli zampognari si fermassero presso le cone pubbliche per suonare le novene, ossia brani pastorali caratteristici dei giorni natalizî.

Un altare molto speciale

Al di là del nome semanticamente fuorviante, il senso della cona è molto probabilmente quello d’essere un altare eretto al Santo Bambino, al quale sono presentate come offerte le primizie della stagione. Viene da immaginare questo Gesù Bambino deposto non più in un antro o all’interno della mangiatoia, ma in mezzo alla vegetazione, del tutto sradicato da quello scenario.

Siamo di fronte probabilmente a una tradizione davvero antica, poiché compare l’archetipo del nume agreste connesso al ciclo naturale. Com’è noto che il Cristo – quale figura che durante l’anno nasce e muore – sia identificabile con Dioniso – latore della forza vitale che presiede allo sviluppo delle creature –, così è facile riconoscere il dio proprio all’interno della cona, appena nato il 25 Dicembre e destinato a crescere e portare prosperità nell’anno venturo. Potremmo immaginare un addobbo analogo che veniva allestito in Sicilia già più di duemila anni fa; non lo si può dimostrare, ma è verosimile.

L’XI edizione del concorso “La Cona più bella”

Quest’anno il concorso è giunto alla sua undecima edizione, compie ben undici anni.

Fu ideato dal noto studioso Alessandro Fumia, esperto nelle tradizioni messinesi e membro dell’Associazione Amici del Museo di Messina, con l’intento di recuperare questa bella usanza. Tutt’oggi il concorso è indetto dagli stessi Amici del Museo assieme al Museo “Cultura e Musica Popolare dei Peloritani” di Gesso e alla Parrocchia di Santa Caterina Vergine e Martire, che compongono con proprî membri la giuria. Il coronavirus non l’ha fermato, anzi gli organizzatori hanno voluto riproporlo con più forza proprio in un anno in cui la gente è costretta a passare molto più tempo a casa, dunque con l’intenzione di offrire un modo interessante e tradizionale per impegnarlo; tanto più che le modalità di partecipazione sono da prassi già assolutamente sicure.

C’è tempo per candidare la propria personale creazione fino al 25 Dicembre, e nel manifesto qui sotto allegato potete trovare tutti i dettagli utili per partecipare al concorso. Avanti, il Natale siciliano vi attende!

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